Nonostante la criminalizzazione da parte di "Libero", "Il Giornale" e "la Repubblica" e il boicottaggio di Trenitalia
100mila in piazza a Genova per chiedere verità e giustizia sulla mattanza del G8
Tantissimi ragazze e ragazzi. Tra gli aderenti anche il PMLI. Denunciate le pesanti richieste di condanna dei 25 manifestanti del luglio 2001 e le promozioni dei funzionari di polizia imputati nei processi Diaz e Bolzaneto
Don Gallo: "Una bella pagina della storia democratica del nostro Paese"
A oltre 6 anni dalla mattanza che insanguinò Genova durante il vertice del G8 del luglio 2001. il 17 novembre il popolo no- global è tornato coraggiosamente a sfilare per le vie del capoluogo ligure per chiedere ancora una volta verità e giustizia su quei sanguinosi fatti.
Nonostante l'infame campagna stampa orchestrata ad arte dai mass media di regime col chiaro intento di criminalizzare i manifestanti e fare terra bruciata intorno al corteo con terrificanti titoloni apocalittici tipo: "Genova, torna l'incubo del G8. Trentamila in piazza, città blindata" (Repubblica); "No global gemellati agli ultrà. E a Genova ritorna la paura" (Il Giornale) "Il corteo no global a rischio infiltrati. Genova blindata" (Il secolo XIX); "Genova con il fiato sospeso" (Il Sole 24 ore) a cui si è aggiunto il forcaiolo titolo di Libero del 17 novembre; e nonostante il vergognoso boicottaggio messo in atto da Trenitalia e Ferrovie dello Stato che in diversi treni hanno stipato i manifestanti in autentici "carri bestiame" e lungo il percorso molti vagoni sono stati poi deragliati e "dimenticati" per ore in binari morti e stazioni secondarie impedendo così a diversi convogli di raggiungere Genova in tempo utile per la manifestazione, oltre 100 mila manifestanti sono stati calorosamente accolti dal popolo genovese e insieme sono sfilati pacificamente all'ombra della Lanterna per chiedere l'immediata costituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare che faccia finalmente piena luce sui responsabili politici e istituzionali che ordinarono quella feroce repressione neofascista nonché sui vari reparti della catena di comando e gestione dell'ordine pubblico che a partire dai vertici del Viminale e delle "forze dell'ordine" scatenarono un'allucinante caccia all'uomo contro centinaia di migliaia di manifestanti inermi e trasformarono Genova, la scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto in un'autentica "macelleria messicana" culminata con l'omicidio del giovane Carlo Giuliani colpito in pieno volto da un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo dal carabiniere Mario Placanica in piazza Alimonda. Durante il lunghissimo e combattivo corteo partito da Ponte dei Mille davanti alla Stazione Marittima e conclusosi simbolicamente nella storica piazza De Ferrari, i manifestanti hanno denunciato fra l'altro le inaudite richieste dei Pm Andrea Canciani e Anna Canepa che lo scorso 24 ottobre nel chiudere la loro requisitoria contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante gli scontri del 2001 hanno chiesto condanne per complessivi 225 anni di carcere più due milioni e mezzo di euro di risarcimento per i "danni all'immagine" chiesti dallo Stato.
Alla manifestazione, a cui ha aderito anche il PMLI, hanno preso parte moltissimi giovani e studenti, anche reduci dalle grandi manifestazioni del 2001, che hanno intonato slogan e esposto cartelli contro il vergognoso atteggiamento del cosiddetto "governo amico" che fino ad oggi non solo non ha mosso un dito contro i capi delle "forze dell'ordine" imputati nei processi Diaz e Bolzaneto e ciononostante quasi tutti promossi ad alte cariche dello Stato come ad esempio l'allora capo della polizia De Gennaro promosso capo di gabinetto di Amato al ministero degli Interni; ma addirittura il 30 ottobre scorso grazie al voto contrario di Udeur e Italia dei Valori e all'astensione della Rosa nel Pugno alla Commissione Affari Costituzionali della Camera ha bocciato anche la proposta di istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare promessa e propagandata da tutto il "centro-sinistra" durante la campagna elettorale, inserita nel programma di governo e ormai destinata a rimanere lettera morta.
Presenti gran parte dei vari comitati di lotta che si oppongono alla politica guerrafondaia e delle grandi opere come ad esempio i "No Tav", "No Dal Molin", "No Tir", e i comitati di memoria "Verità e giustizia per Genova", il "Supporto Legale", la rete dei Social Forum e poi ancora Arci, Attac, antifascista, Cobas, "Rete 28 aprile" della Fiom-Cgil, ambientalisti, Rete Lilliput, centri sociali, PRC, e PdCI, Verdi, Legambiente e molti altri gruppi e associazioni.
In testa al corteo, aperto da un grande striscione rosso con su scritto "La storia siamo noi", c'era anche don Andrea Gallo che ha definito la manifestazione "una bella pagina della storia democratica del nostro paese" durante e tutto il percorso ha incitato i manifestanti e al termine ha ricordato anche i partigiani che liberarono Genova nel '45 e i ragazzi dalle magliette a strisce che nel '60 fecero cadere il governo clerico-fascista Tambroni.
Su un cartello si legge: "De Gennaro (con al posto della o finale la svastica nazista, ndr) promosso solo sottosegretario? Meritava il ministero delle buone maniere fasciste. Fate schifo".
Su alcuni striscioni è scritto "Di nuovo a Genova per legittima difesa, verità e giustizia per Carlo, no a 25 capri espiatori, devastazione e saccheggio a chi?". E ancora: "contro la devastazione dei diritti e il saccheggio delle vite", "I danni d'immagine li chiediamo noi a chi ha governato l'Italia dal '45 ad oggi"; "luglio 2001 novembre 2007 governo dei padroni e polizia assassina"; "Più sicurezza? Via Amato e De Gennaro": "Chi rompe paga, chi uccide no"; "Colpevoli di sognare".
Molti anche gli slogan e le scritte contro le "forze dell'ordine": "Polizia assassina", "Chiesa e polizia, giustizia e vendetta", "Un paese senza giustizia, con un Governo che non è di sinistra". In via Dante, vicino a Porta Soprana è stata bruciata una bandiera americana.
In mezzo al corteo i genitori di Carlo Giuliani che hanno chiesto di deporre una corona di fiori in piazza Alimonda dove il figlio fu ucciso.
Al corteo hanno preso parte alcuni simpatizzanti del PMLI delle province di Frosinone, Bergamo e Benevento che sono sfilati in corteo con le bandiere dei Maestri.

21 novembre 2007