In piazza persino bambini e vecchi
100 mila manifestanti assediano il parlamento greco contro le misure affamatrici
Guerriglia al centro di Atene. A fuoco una banca e altri edifici. Ottanta feriti e 70 arrestati. Le cariche poliziesche e le raffiche dei candelotti lacrimogeni non riescono a disperdere la folla
Applauditi i combattenti di prima linea

Due giorni di un riuscito sciopero generale il 10 e 11 febbraio e un assedio esemplare al parlamento di Atene durato diverse ore il 12 febbraio hanno testimoniato la larga opposizione dei lavoratori e del popolo greco alle nuove misure affamatrici decise dal governo guidato da Lucas Papademos in ottemperanza alle direttive ricevute dall'Unione europea (Ue), dalla Banca centrale europea (Bce) e dal Fondo monetario internazionale (Fmi), la famigerata troika, in cambio di aiuti per evitare il fallimento.
Trasporti bloccati, uffici pubblici sbarrati, scuole e università chiuse, un paese fermo per i due giorni di sciopero generale indetto dai principali sindacati ellenici, Gsee e Adedy, e dal Pame che con distinte manifestazioni hanno fatto sentire la voce di lavoratori e pensionati in tutte le principali città del paese; preludio della grande mobilitazione del 12 febbraio, l'assedio a Atene del parlamento riunito per votare la manovra governativa. La polizia schierata in piazza Syntagma ha caricato i manifestanti e fatto largo uso di lacrimogeni ma non è riuscita a disperdere la folla che riempiva la piazza e le strade circostanti. E che applaudiva i combattenti di prima linea che fronteggiavano i poliziotti. Il centro della capitale è diventato un enorme campo di battaglia dove gli scontri sono proseguiti per ore.
Diverse decine di migliaia di manifestanti erano in piazza anche a Salonicco, e in altre città da Eraklion a Creta, a Corfù e Volos dove il palazzo del Comune e una agenzia delle entrate sono stati assaltati e danneggiati dalle fiamme.
Erano almeno in 100 mila i manifestanti in piazza a Atene, e probabilmente anche di più, che riempivano la piazza e le strade intorno al parlamento, in un raggio di quasi un chilometro. Una folla composta da manifestanti di ogni età, persino bambini e vecchi, intere famiglie, con bandiere sindacali o la bandiera bianca e blu della Grecia. Con cartelli che incitavano "Basta paura ed apatia, tutti in piazza" o "Sciopero generale fino alla vittoria". Siamo stufi di pagare "per quello che hanno fatto i governanti e i banchieri" ripetevano i manifestanti che restavano attorno al parlamento, tenevano la piazza fino a notte in attesa del voto del parlamento. Mentre in altre parti della capitale si susseguivano gli scontri al termine dei quali si registreranno almeno un'ottantina di feriti e 70 manifestanti arrestati. Diversi gli edifici danneggiati fra i quali una banca.
L'atteso annuncio del varo delle misure affamatrici da parte del governo Papademos aveva fatto scattare la risposta sindacale con la proclamazione per il 10 febbraio di uno sciopero generale di 48 ore. Il paese si fermava, le piazze si riempivano, compresa piazza Syntagma a Atene dove la polizia riusciva a sgomberare il presidio che i dimostranti avevano cercato di mettere in piedi al termine del corteo sindacale.
La protesta popolare si faceva sentire anche durante eventi sportivi, come nella partita di pallacanestro della squadra ateniese del Panathinaikos i cui tifosi attaccavano sugli spalti un enorme striscione che denunciava: "per salvare le banche dal fallimento, ci buttano nella povertà e disoccupazione, hanno svenduto il paese e tutto ciò che ci appartiene, spegnete la televisione, sulle strade per la vittoria". Protestava persino un sindacato nazionale dei poliziotti che denunciava le illegalità contenute nella stangata governativa e chiedeva l'emissione di mandati di cattura per i tre rappresentanti della troika in Grecia per "ricatto, estorsione e tentativo occulto di eliminazione o contrazione del nostro sistema politico democratico".
Contro una parte delle richieste della troika al governo di Atene, riprese dai provvedimenti adottati, si schierava anche l'Ufficio internazionale del lavoro (Ilo) su richiesta del sindacato Gsee. L'Ilo affermava che venivano violate la legalità delle convenzioni firmate tra le organizzazioni dei lavoratori e quelle imprenditoriali, cancellate insieme ai contratti collettivi.
L'11 febbraio, nel secondo giorno di sciopero, il corteo dei lavoratori aderenti a Gsee e Adedy sfilava per le strade di Atene e si scioglieva in piazza Syntagma mentre il corteo degli aderenti al sindacato Pame, del Kke, da piazza Omonia arrivava fino sull'Acropoli dove venivano issati due grandi striscioni con la scritta, in greco ed in inglese, "Abbasso la dittatura dei monopoli dell'Unione Europea". Alle manifestazioni era presente anche una delegazione del Partito comunista marxista leninista di Grecia (PCM-LG).
I lavoratori e le masse popolari greche, a cui va la nostra solidarietà internazionalista, sono un fulgido esempio per tutti i popoli europei vittime delle politiche di massacro sociale imposte dalla Ue liberista e imperialista e, in particolare, per il proletariato e le masse popolari italiane che devono emularli se vogliono impedire a Monti e a Fornero che i provvedimenti in cantiere sul "mercato del lavoro" diano un colpo mortale ai diritti dei lavoratori e dei giovani.

15 febbraio 2012