1° Maggio a Milano
Il PMLI tinge di rosso il corteo sindacale. La sua combattività e il cartello sul governo Berlusconi-Letta attirano l'attenzione dei mass media. May Day Parade nel pomeriggio

Redazione di Milano
Per il tradizionale corteo sindacale a Porta Venezia sono affluiti migliaia di lavoratrici e lavoratori provenienti dalle province di Milano e Brianza. Molti i cassintegrati e i precari e tra i quali non mancavano i migranti come forte la presenza dei pensionati.
A tingere il corteo del 1° Maggio milanese del suo rosso autentico è stato indubbiamente anche quest'anno il PMLI. Sin dal concentramento compagne e compagni, militanti e simpatizzanti della Cellula "Mao" di Milano, delle Organizzazioni di Sesto San Giovanni e di Binasco, e dalla provincia di Bergamo, erano all'opera diffondendo centinaia di volantini sul 1° Maggio la cui parola d'ordine campeggiava anche su un lato dei due cartelli mentre sull'altro lato vi era un manifesto realizzato a cura del Comitato lombardo del PMLI su cui era scritto "Opponiamoci al governo Letta-Berlusconi al servizio del capitalismo, lottiamo per il socialismo!" con l'immagine del neoduce che stringe la mano al capo dell'esecutivo che tiene sottobraccio una cartelletta con su lo stemma della Trilateral Commission. Sul retro del secondo cartello era invece affisso il manifesto del Partito per il 60° della scomparsa di Stalin. A comporre la splendida coreografia rossa della delegazione marxista-leninista le bandiere dei Maestri e del Partito.
Diffuse copie de Il Bolscevico n. 16 abbinate al n. 12 che riportava il servizio sulla Commemorazione di Stalin svoltasi nella Sede milanese del Partito il 10 marzo scorso.
A rompere il silenzio tombale imposto dall'organizzazione dei vertici collaborazionisti dei sindacati confederali ci hanno pensato i marxisti-leninisti che hanno coinvolto i manifestanti circostanti al canto di "Bandiera Rossa", "L'Internazionale", "Se 8 ore vi sembran poche" e "Il nostro giorno è il Primo Maggio", e con il lancio di slogan tesi ad elevare la combattività e la coscienza di classe: "Contratto nazionale da preservare, mai lo faremo cancellare", "I padroni non son da finanziare, aziende in crisi da nazionalizzare!", "Leggi 30 e Treu / da abrogare, Art. 18 da ripristinare", "Lotta di classe è nostro dovere, classe operaia al potere", "L'unica sicurezza / da garantire / è quella sul lavoro / per non morire!", "I migranti non sono clandestini, abrogare la Legge Bossi-Fini", "Da Mario Monti a Enrico Letta, Trilaterale e Bildenberg, la solfa è la stessa", "Governo Letta-Berlusconi, contro i lavoratori e servo dei padroni".
Lo stile combattivo, disciplinato e compatto dei marxisti-leninisti ha attratto vari manifestanti che si sono complimentati coi nostri compagni prendendo contatti per meglio conoscerci in successiva sede. Uno stile proletario rivoluzionario che nulla ha a che fare con quello dei partiti falso-comunisti i cui mesti spezzoni marciavano silenti e scevri di alcun entusiasmo e contenuto politico-sindacale e che segnalavano la loro presenza giusto con striscioni autoreferenziali che nemmeno facevano cenno al 1° Maggio.
Nei comizi finali in Piazza della Scala ad essere applauditi da tutta la piazza sono stati solo i lavoratori precari, migranti e cassintegrati mentre quando ha preso la parola il segretario cittadino della UIL Walter Galbusera con le sue farneticazioni sulla "fiducia che merita questo nuovo governo nell'affrontare l'emergenza occupazionale" e il "rafforzamento della UE per combattere la crisi", la piazza ha incominciato progressivamente a svuotarsi. Negli altri interventi dei dirigenti sindacali di CGIL e CISL nessun cenno invece all'abrogazione delle leggi Treu e 30/03 e nel rivendicare una nuova legislatura basata sul lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato così come rivendicato dalla parte più cosciente dei lavoratori precari in lotta e tra i partiti unicamente dal PMLI.
La combattività e il cartello dei marxisti-leninisti su Berlusconi-Letta hanno attirato l'attenzione dei media, persino dell'Ansa. Alcune nostre foto sono comparse sul "Corriere della Sera" e sul Quotidiano nazionale on-line.
Nel pomeriggio si è svolto il corteo del May Day Parade che è partito da Piazza 24 Maggio, ha attraversato Piazza Duomo e il Castello Sforzesco per concludersi tra i grattacieli Pirelli (sede della giunta regionale fascio-leghista di Maroni) e quello dell'Unicredit.
Sotto "scorta" di contingenti di polizia in tenuta antisommossa i vari carri allegorici e musicali scandivano la marcia di centinaia di giovani, famiglie e migranti. Il corteo ha coinvolto i movimenti come quello del No Expo assieme ai principali centri sociali autogestiti cittadini. Molte delegazioni di lavoratori in lotta per la difesa del posto di lavoro, come quelli della Nokia-Siemens/Jabil e dell'Ospedale San Raffaele, hanno preferito sfilare in questa occasione piuttosto che al corteo mattutino per gli ormai aperti dissensi coi vertici sindacali collaborazionisti delle sigle confederali.

8 maggio 2013