Manifestazione nazionale CGIL, CISL, UIL a Roma
200 mila in piazza per il lavoro e per gli esodati
Un gruppo di lavoratori, appoggiati dal PMLI, chiedono lo sciopero generale, i dirigenti sindacali fanno orecchie da mercanti. La Camusso, a braccetto con Bonanni e Angeletti, sfoggia una maglietta bianca con l'immagine di una signora snob. I comizi aperti con l'inno di Mameli, si sono conclusi, per errore dei tecnici del palco, con l'Internazionale anziché con l'inno dei lavoratori del riformista e anticomunista Turati
La delegazione nazionale del PMLI diretta da Malesci diffonde l'appello di Scuderi, "uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo"

Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma
Sabato 16 giugno, in occasione della manifestazione nazionale indetta da CGIL CISL, UIL, 200 mila tra lavoratori, disoccupati e pensionati sono scesi in piazza a Roma per protestare contro la nuova "riforma" del lavoro, contro i licenziamenti e contro l'abbandono degli "esodati" a cui li ha condannati il governo e la sua Marchionne, Elsa Fornero, sotto lo slogan "Il valore del lavoro".
Da piazza della Repubblica, dov'erano manifestanti da tutta Italia, comprese le Isole e l'Emilia colpita dai recenti terremoti, il corteo è partito poco prima delle 10,30 passando da piazza Barberini per poi transitare sopra Piazza di Spagna e riscendendo dal Pincio per raggiungere Piazza del Popolo per i comizi. Il grande corteo, sfilato sotto un sole cocente, si è esteso lungo un tragitto inadeguato e "inutile", lontano dai palazzi del governo e delle istituzioni borghesi, messo completamente su strade "secondarie" e addirittura per certi tratti isolate.
Il PMLI era presente con una delegazione nazionale guidata dal compagno Simone Malesci, con la partecipazione completa della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma, insieme all'Organizzazione di Civitavecchia del Partito, più il grande sostegno e contributo di un simpatizzante operaio di Salsomaggiore Terme.
Una presenza rossa e combattiva che ha ancora una volta confermato il ruolo anticapitalista e antigovernativo del PMLI. Infatti non sono passati inosservati i corpetti con i manifesti contro Monti e Fornero, come le bandiere e il cartellone. A corredare l'ottimo lavoro di propaganda è stato distribuito in centinaia di copie il volantino "Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo" con l'editoriale di Scuderi per il 35° compleanno del PMLI che incontra un sempre maggiore apprezzamento. Diffuse alcune copie de Il Bolscevico. Il nostro giornale è stato potentemente strillonato dal compagno Lorenzo Iengo durante il concentramento iniziale.
Nel corso del tragitto il PMLI si è mosso in uno spezzone molto silenzioso, ciò non ha impedito comunque che venissero lanciati slogan come "Monti vattene". Insieme ad alcuni manifestanti della CGIL è stata intonata a gran voce "Bella Ciao".
Entrati in Piazza del Popolo, le bandiere e il cartellone del PMLI si sono guadagnati subito le prime file, per assistere, in ordine, agli interventi di Angeletti, Bonanni e Camusso. Discorsi pompieristici all'insegna del "se il governo non cambia politica, se non vediamo fatti concreti..." (ancora! che altro vogliono aspettare?) che si sono rivelati totalmente insufficienti e non condivisibili, che hanno solo spazientito i gruppi di lavoratori più avanzati sindacalmente e politicamente. Insoddisfazione che in breve si è trasformata in sonori e giustificati fischi a Bonanni e che ha raggiunto il punto più alto quando è stato chiesto a gran voce lo sciopero generale da un folto gruppo di lavoratori cassintegrati veneti legati alla CGIL, sostenuti con forza dal PMLI.
Questa manifestazione, a causa dell'impronta rinunciataria imposta dalle direzioni confederali, di per sé prelude a poco dal punto di vista della lotta di classe ma almeno ha offerto uno spaccato di come il governo Monti sia particolarmente e vastamente odiato dai lavoratori, dai pensionati e dalle masse popolari, e allo stesso tempo di come diventa sempre più chiaro che la soluzione non sia da ricercare nelle parole di Camusso, benché meno in quelle di Angeletti e Bonanni che hanno fatto finta di non sentire i fischi e i mugugni e la richiesta di sciopero generale provenienti dalla piazza e hanno annunciato tutt'al più qualche mobilitazione settoriale nelle settimane a venire. Oltretutto lunedì 18 la direzione CGIL ha infine revocato lo sciopero generale che annunciò quando venne presentata la controriforma del lavoro.
Tra l'altro va rilevato che mentre tutti e tre i leader confederali si sono sprecati nel chiedere applausi per "i lavoratori di Equitalia", pur con il dovuto rispetto per costoro che applicano per obbligo professionale le vessazioni dello Stato capitalistico, hanno ignorato completamente i lavoratori metalmeccanici che, ad esempio, solo due giorni prima, per iniziativa della FIOM hanno organizzato un importante corteo sotto il ministero dello Sviluppo economico e un vivace presidio in piazza Montecitorio, davanti alla Camera.
Da sottolineare due "curiosità": l'inedita maglietta (peraltro bianca) indossata da Susanna Camusso con l'immagine di una signora snob; la conclusione della manifestazione che, aperta come da programma dal patriottardo, nazionalista e indigeribile inno di Mameli, è stata chiusa, per errore dei tecnici audio, invece che con l'"Inno dei lavoratori" del riformista e anticomunista Turati, con "l'Internazionale" in lingua russa, cantata fieramente dai manifestanti presenti e naturalmente dal nostro Partito.
Il PMLI ha il dovere storico di continuare a combattere senza tregua il governo del tecnocrate liberista borghese Monti e a ribadire con sempre più vigore che l'unica via percorribile è la lotta al capitalismo, per il socialismo.
Il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ha costantemente e premurosamente seguito e incoraggiato l'azione in piazza della delegazione del Partito. La Commissione di organizzazione del CC del PMLI ha inviato una lettera di ringraziamenti ai membri della Delegazione nella quale tra l'altro si legge: "La vostra combattività anticapitalista e antigovernativa non può essere sfuggita ai manifestanti più attenti e avanzati. Di sicuro il Partito ne prende esempio, in particolare i dirigenti nazionali con alla testa il compagno Scuderi e questa Commissione. Avendo fiducia nelle masse e coerenti con i nostri doveri rivoluzionari, noi dobbiamo perseverare, in base alle nostre attuali forze, nella propaganda contro il governo del tecnocrate liberista borghese Monti e della parola d'ordine 'Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo', certi di conquistare gradualmente altre forze su queste nostre posizioni".

20 giugno 2012