Lo certifica l'Istat
Raddoppiati i poveri
Dal 2007 a oggi sono passati da 2,4 a 4,8 milioni
La metà sono al Sud
 
L’Istat ha diffuso attraverso il suo presidente Antonio Golini dati drammatici sull’aumento della povertà provocato dalla crisi economica capitalista che ha fatto sì che dal 2007 al 2012 il numero di individui in povertà assoluta raddoppiasse in Italia da 2,4 a 4,8 milioni.
Golini è stato ascoltato in audizione al Senato sulla legge di stabilità ed ha spiegato come, specie nell’ultimo anno, l’aumento si sia esteso anche a strati sociali della piccola borghesia che tradizionalmente presentano una diffusione del fenomeno molto contenuta grazie al tipo di lavoro svolto e anche spesso grazie al secondo reddito del coniuge.
Ciò che è costantemente peggiorato negli ultimi anni, secondo Golini, è l’indicatore di grave deprivazione materiale che aveva mostrato un deterioramento già nel 2011 e che è raddoppiato nell’arco di due anni: quasi la metà dei poveri assoluti (2.347.000) risiede nel Mezzogiorno (erano 1.828.000 nel 2011), di questi oltre un milione (1.058.000) sono minori (erano 723.000 nel 2011) con un’incidenza salita in un anno dal 7 al 10,3 per cento.
L’Istat delinea un quadro drammatico anche per l’occupazione, in modo particolare nelle grandi imprese con almeno 500 dipendenti, che segna ancora una discesa su base annua, con l’aumento ad agosto dell’1,5% del tasso di disoccupazione sia al lordo sia al netto dei dipendenti in cassa integrazione. Rispetto a luglio l’indice destagionalizzato dell’occupazione nelle grandi imprese diminuisce rispettivamente dello 0,1% al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni e dello 0,4% al netto di quelli in cassa integrazione. Sempre ad agosto, fa sapere l’Istat per bocca del suo presidente, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto di quelli in cassa integrazione) diminuisce, rispetto ad agosto 2012, dell’1,3%. L’incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 44,6 ore ogni mille ore lavorate, in aumento di 0,7 ore ogni mille rispetto ad agosto 2012. Rispetto ad agosto 2012 il cosiddetto “costo del lavoro” per dipendente (al netto di quelli in cassa integrazione) registra un aumento dello 0,8%.
La crescita dell’incidenza della povertà assoluta - spiega il presidente dell’istituto di statistica - va dagli oltre 8 punti percentuali, quando il capofamiglia è in cerca di lavoro (dal 15,5 al 23,6 per cento), ai 5,8 punti tra le coppie con tre o più figli (dal 10,4 al 16,2 per cento, con un incremento di oltre 6 punti se i figli sono minori), ai quasi 5 punti percentuali (dal 12,3 al 17,2 per cento) per le famiglie con cinque o più componenti. L'incremento scende a 3 punti percentuali per le famiglie con quattro componenti (dal 5,2 all'8,3 per cento ed a quasi 2 punti (dal 4,7 al 6,6 per cento) per quelle con tre componenti.
Altro dato drammatico dato dall’Istat è quello relativo al calo dei consumi: nel primo semestre 2013 il 17% delle famiglie (1,6 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2012 e 4,9 punti percentuali in più dei primi sei mesi del 2011) ha diminuito la quantità di generi alimentari acquistati e, contemporaneamente, ha scelto prodotti di qualità inferiore.

27 novembre 2013