Rinviati a giudizio 17 affiliati alla loggia tra cui il faccendiere piduista Carboni e il governatore della Sardegna Cappellacci (PDL)
A processo la P3 per corruzione e finanziamenti illeciti
Assenti Verdini, Cosentino e Dell'Utri perché la Camera da aprile non si è ancora pronunciata

Il faccendiere piduista Flavio Carboni, il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci (PDL) e altre 15 persone fra imprenditori, politici, magistrati e amministratori locali, tutti coinvolti a vario titolo nell'inchiesta sulla cosiddetta P3, sono stati rinviati a giudizio il 18 novembre dal Giudice per l'udienza preliminare (Gup), Elvira Tamburelli, del tribunale di Roma per reati gravi e infamanti che vanno dalla violazione della legge Anselmi sulle società segrete, all'associazione per delinquere, abuso d'ufficio e illecito finanziamento dei partiti.
La loggia P3, secondo i Pubblici ministeri (Pm) romani, cercava di mettere le mani sul settore delle bonifiche delle aree inquinate della Sardegna e del business dell'eolico sull'isola.
Si tratta di una vera e prorpia associazione segreta per delinquere che ha messo a segno “una serie indeterminata di delitti finalizzata a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali”. Tant'è che agli imputati la procura contesta anche gli interventi “sui magistrati della corte di Cassazione alla scopo di favorire una conclusione favorevole alla parte privata di cause pendenti sia di natura civile (Lodo Mondatori) che penale come, ad esempio, il ricorso contro la misura cautelare disposta dalla magistratura napoletana nei confronti dell'ex deputato Nicola Cosentino”.
Lo scandalo è scoppiato nella primavera del 2010 e il processo è stato fissato per il prossimo 9 aprile. Davanti alla quarta sezione collegiale dovranno comparire fra gli altri anche il giudice tributario Pasquale Lombardi, l'imprenditore Arcangelo Martino e l'ex primo presidente della Corte di Cassazione Vincenzo Carbone.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti e inserito nell'atto di chiusura indagine, i componenti dell'associazione si sarebbero adoperati, inoltre, per "influenzare la decisione della Consulta nel giudizio sul cosiddetto lodo Alfano". Inoltre "intervenivano ripetutamente sul vice presidente del Csm (all'epoca dei fatti Nicola Mancino), sui componenti del Csm per indirizzare la scelta dei candidati e incarichi direttivi (presidente della Corte di appello di Milano e Salerno, procuratore della repubblica di Isernia e Nocera Inferiore)".
Dall'elenco degli imputati sono state recentemente stralciate le posizioni di tre nomi eccellenti: l'ex coordinatore del PDL, Denis Verdini e gli ex parlamentari Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino. La decisione è stata presa il 14 ottobre scorso dal Gup in attesa della risposta della Camera e del Senato sulla richiesta avanzata dal giudice in merito all'utilizzazione di alcune intercettazioni telefoniche che riguardavano i tre esponenti del PDL.
Nei giorni scorsi la giunta per le autorizzazioni ha dato il via libera per le utilizzazioni delle intercettazioni per quanto riguarda Cosentino, accusato nel procedimento di diffamazione ai danni del governatore della Campania, Stefano Caldoro. Ora spetterà al Parlamento calendarizzare la discussione in aula. Per Verdini, Dell'Utri e Cosentino, il gup ha comunque fissato l'udienza per il 3 dicembre.

4 dicembre 2013