Ai seggi solo il 47,6% dell'elettorato. Il 15,2% in meno rispetto alle elezioni del 2010
Diserzione di massa alle urne in Basilicata
Calano il PDL e il PD. Crolla il M5S. Il nuovo presidente Pittella, indagato per lo scandalo di rimborsopoli, eletto solo da un quarto degli elettori. Schede annullate con insulti ai politicanti borghesi, in prevalenza: “Ladri”.
Che gli astensionisti si uniscano al PMLI conquistare l'Italia unita, rossa e socialista

E' stato l'astensionismo, con ben il 56,6% degli aventi diritto che hanno disertato i seggi o hanno votato scheda nulla o bianca, il vero e unico vincitore delle elezioni regionali del 17-18 novembre in Basilicata. Stavolta nemmeno la stampa di regime più allineata ha potuto fare a meno di riconoscerlo, e perfino il “vincitore”, il candidato della coalizione di “centro-sinistra” per la carica di presidente di Regione Marcello Pittella (Pd), è stato costretto ad ammetterlo con un fugace quanto ipocrita riferimento, quando ha dichiarato di provare “gioia per il risultato e amarezza per il marcato astensionismo”.
Del resto la verità dei numeri era troppo schiacciante per poter essere messa in dubbio da chicchessia, neanche dai pennivendoli di regime di più antico pelo sullo stomaco: alla chiusura dei seggi soltanto il 47,6% degli elettori lucani risultavano infatti essersi recati a votare; ossia oltre la metà, il 52,4% dei 575.160 aventi diritto, avevano scelto di disertare le urne. Erano stati il 37,2% alle precedenti regionali del 2010, e dunque c'è stata un'impennata di ben il 15,2% di elettori che hanno scelto deliberatamente di disertare i seggi. E questo nonostante la presenza, a differenza di tre anni fa, di una nuova sirena particolarmente ammaliante per attirare il voto di protesta come quella rappresentata dal Movimento 5 Stelle.
Ma poiché ci sono state anche oltre 24 mila tra schede nulle e bianche, un non trascurabile 4,2% di tutte quelle deposte nell'urna, alla fine gli astenuti sono arrivati ad un totale di 325.677, pari a ben il 56,6% dell'intero corpo elettorale. Ciò significa che rispetto alle precedenti regionali altri 90 mila elettori (o poco meno se si considera il lieve aumento del corpo elettorale) hanno deciso stavolta di negare il loro voto a tutti i partiti e i politicanti in lizza, sia della destra che della “sinistra” borghesi. Un chiaro segnale che il disgusto verso le marce istituzioni borghesi e i loro corrotti rappresentanti è ormai arrivato ad un livello intollerabile e le masse popolari lo proclamano coscientemente e a voce alta anche attraverso la diserzione del voto.

La falsa vittoria di Pittella
Non è certo un caso se, pur essendo ormai un fenomeno diffuso e consolidato in ogni parte d'Italia, ciò avviene in misura così massiccia nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole, le più povere e abbandonate del Paese. La Basilicata non poteva fare certo eccezione, ma anzi ne rappresenta oggi un caso emblematico, dopo la disillusione dell'effimero sviluppo economico basato solo su petrolio e Fiat, che ha lasciato la regione con il 50% di disoccupazione giovanile e una corruzione politica dilagante. Del resto queste elezioni regionali anticipate erano state provocate proprio dallo scioglimento della precedente giunta di “centro-sinistra” (quasi tutta indagata) del governatore Pd Vito De Filippo, in seguito allo scandalo, soprannominato rimborsopoli, dei rimborsi elettorali falsificati in cui si cimentavano allegramente assessori e consiglieri regionali di ogni parte politica.
Lo stesso neo governatore Marcello Pittella, fratello dell'ex candidato alle primarie del Pd e parlamentare europeo Gianni Pittella, risulta indagato in questa inchiesta con l'accusa di aver falsificato uno scontrino per rimborso spese di 23 euro aggiungendo un “2” davanti e facendolo diventare di 223 euro. Eppure si è candidato lo stesso a capo di una compagine di “centro-sinistra” che era stata presentata all'insegna della “trasparenza”. Vero è che egli respinge sdegnosamente l'accusa dichiarando che “non mi sporco le mani per 200 euro”, ma questa appare un'autodifesa a dir poco infelice e ambigua, specialmente pensando ai mutandoni verdi del suo compare piemontese Cota.
Pittella si vanta, forte dei suoi 148.696 voti, di aver stravinto col 60% delle preferenze degli elettori lucani sul suo diretto avversario Salvatore Di Maggio (Scelta civica), a capo di una coalizione di “centro-destra” comprendente Pdl, Scelta civica-Grande Sud-Fratelli d'Italia, Unione di centro e Mir, che di voti ne ha ottenuti solo 48.370, pari al 19,4%. “Vittoria” che sarebbe tanto più netta, la sua, per il flop del M5S, che alle politiche dello scorso febbraio aveva avuto un vero exploit di 75 mila voti, ma il cui candidato Piernicola Pedicini è riuscito a riprenderne neanche la metà. Ma quella del neo governatore piddino è solo la classica vittoria di Pirro, dal momento che il 59,6% che gli viene accreditato è quello sui soli voti validi, ma se si fa il raffronto – come si dovrebbe fare sempre per tenere conto anche dell'astensionismo – sull'intero corpo elettorale, allora il “trionfo” si riduce ad un ben più misero 25,85%: ossia solo un elettore lucano su quattro gli ha dato il consenso, questa è la realtà! E per di più va considerato che nel 2010 il suo predecessore De Filippo aveva vinto con 202.980 preferenze, pari al 35,6% sul corpo elettorale, il che fa capire quanto sia in picchiata il tasso residuo di credibilità delle istituzioni politiche borghesi in Basilicata.
Del resto le oltre 19 mila schede annullate, con insulti di ogni tipo ai vari politicanti borghesi in corsa e moltissime con la scritta “ladri”, nonché gli scontrini depositati nelle urne a ricordare lo scandalo dei rimborsi elettorali truccati, parlano molto più eloquentemente di qualsiasi discorso in proposito. E non sono mancate nemmeno le contestazioni sulle firme false raccolte dai partiti per la presentazione delle liste, nonchè su diverse altre irregolarità, come ha denunciato con un ricorso la candidata radicale della lista Rosa nel pugno, Elisabetta Zamparutti.

Punite sia la destra che la “sinistra” borghesi
In un tale contesto di diserzione in massa del voto era scontato che tutti i partiti borghesi ne uscissero con le ossa rotte, al di là delle percentuali gonfiate dal riferimento ai soli voti validi che i mass media di regime si ostinano a riportare nell'intento truffaldino di ingannare l'opinione pubblica. Il principale partito della “sinistra” borghese, il PD, che pure ha “vinto” tecnicamente questa consultazione col 24,8% dei voti validi, ha perso un terzo dei voti che aveva tre anni fa, scendendo dagli 87.134 del 2010 a 58.730, il che lo ridimensiona a un partitello che rappresenta solo il 10,2% dell'elettorato. Ancor peggio è andata al partito del neoduce Berlusconi, che surrealmente sulla scheda compariva ancora col nome Pdl che non esisteva già più: ha più che dimezzato i voti che aveva nel 2010, scendendo da 62.420 a 29.022, il che lo colloca al 12,3% dei voti validi, e solo al 5% degli aventi diritto!
Né sorte tanto migliore è toccata alla due coalizioni della destra e della “sinistra” borghese nel loro complesso: il “centro-sinistra”, formato da Pd, Psi, Realtà Italia, Centro democratico e Idv, più una lista Pittella presidente, pur non contando nel raffronto i voti di Sel e di Udc (che nel 2010 erano in quella coalizione mentre nel 2013 Sel si è presentata da sola e l'Udc è passata col “centro-destra”), perde quasi 32 mila voti, pari a un calo secco di consensi del 17,7%. E il “centro-destra” ne perde quasi 40 mila, con uno smottamento percentuale addirittura doppio, pari al 35,6%.
Un vero e proprio tracollo è toccato poi al M5S, che era la grande incognita di questa consultazione e sul cui successo il qualunquista liberista Grillo aveva puntato molto alla vigilia, sperando di fare man bassa di voti sfruttando sia il malcontento popolare contro il governo delle “larghe intese” sia il disgusto e la rabbia per la rimborsopoli lucana. Non per nulla lo stesso Grillo era sceso personalmente a Matera per tenervi un comizio di chiusura, contendendo aggressivamente la piazza al segretario del PD Epifani, sceso a sua volta a dar man forte ai capibastone locali del partito, allarmato anch'egli da una possibile valanga grillina capace di scalzare il potere incontrastato del Pd in questa regione, in particolare a Matera.

Il flop delle ambizioni M5S
Quantomeno i M5S speravano quindi di poter confermare il boom di consensi delle scorse politiche, dove avevano preso 75 mila voti e il 24,3%, e invece stavolta il gioco non ha funzionato, tanto che hanno visto svanire oltre i due terzi dei consensi che avevano realizzato con tanta rapidità, scendendo altrettanto repentinamente a poco più di 21 mila voti, e dal 15,8% al 3,7% dell'elettorato. Solo il loro candidato Pedicini ha raggranellato qualcosa in più, poco meno di 33 mila voti pari al 5,7% dell'elettorato, il 13,19% sui voti validi. A distanza di pochi mesi dalle scorse elezioni, anche volendo scontare il calo fisiologico che questo movimento subisce alle amministrative rispetto alle politiche, sembra essere già svanito l'effetto seduttivo che ha avuto inizialmente sugli elettori disgustati dalle istituzioni e dai partiti borghesi, e ora già delusi evidentemente dal loro qualunquismo e e dalla loro inconcludenza parolaia.
Che gli astensionisti lucani non si siano fatti abbindolare dal movimento trasversalista e interclassista di Grillo e Casaleggio dimostrando lucidità e coerenza con la loro scelta è già un'ottima cosa, specie se si spingeranno a diventare protagonisti, sotto la guida del proletariato, della lotta di classe contro il governo Letta-Alfano. E occorre fare un passo ulteriore, dare una coscienza politica e una prospettiva di lotta agli astensionisti, per un vero cambiamento della società: occorre cioè che gli astensionisti si uniscano al PMLI per combattere il capitalismo e conquistare l'Italia unita, rossa e socialista.



ZONA ELEZ.
RAFFRONTO


BASILICATA REGIONALI 2013

REGIONALI 2010

2013-2010

POLITICHE 2013

2013-2013

















CORPO ELETTORALE 575.160
569.365



476.020



VOTI VALIDI 236.470
321.098




310.136




VOTI SOLO PRESID 13.013

12.641




























PARTITI VOTI % su gli elettori
 
% su voti validi VOTI % su elettori %svv DIF.ASS Differen. % su gli elettori Differen. % sui voti validi VOTI % su gli elettori % su voti validi Differenza assoluta Differen. % su gli elettori Differen. % sui voti validi
ASTENUTI 325.677 56,6 137,7 235.626 41,4 73,4 90.051 15,2 64,3 165.884 34,8 53,5 159.793 21,8 84,2
PD 58.730 10,2 24,8 87.134 15,3 27,1 -28.404 -5,1 -2,3 79.631 16,7 25,7 -20.901 -6,5 -0,9
PITTELLA PRESIDENTE 37.861 6,6 16,0 - - - - - - - - - - - -
PDL 29.022 5,0 12,3 62.420 11,0 19,4 -33.398 -6,0 -7,1 59.171 12,4 19,1 -30.149 -7,4 -6,8
MOV. 5 STELLE 21.219 3,7 9,0 - - - - - - 75.260 15,8 24,3 -54.041 -12,1 -15,3
PSI 17.680 3,1 7,5 14.919 2,6 4,6 2.761 0,5 2,9 - - - - - -
REALTA' ITALIANA 14.012 2,4 5,9 - - - - - - - - - - - -
SEL 12.204 2,1 5,2 12.818 2,3 4,0 -614 -0,2 1,2 18.357 3,9 5,9 -6.153 -1,8 -0,7
SC.CIVICA-GRANDE SUD-FRATELLI D'IT 12.033 2,1 5,1 - - - - - - 31.966 6,7 10,3 -19.933 -4,6 -5,2
CENTRO DEMOCRATICO 11.938 2,1 5,0 - - - - - - 8.009 1,7 2,6 3.929 0,4 2,4
UDC 9.002 1,6 3,8 23.760 4,2 7,4 -14.758 -2,6 -3,6 7.960 1,7 2,6 1.042 -0,1 1,2
ITALIA DEI VALORI 8.160 1,4 3,5 31.902 5,6 9,9 -23.742 -4,2 -6,4 - - - - - -
MATERA SI MUOVE 1.370 0,2 0,6 - - - - - - - - - - - -
PCL 869 0,2 0,4 698 0,1 0,2 171 0,1 0,2 1.720 0,4 0,6 -851 -0,2 -0,2
MIR- MODERATI IN RIVOLUZIONE 847 0,1 0,4 - - - - - - 1.515 0,3 0,5 -668 -0,2 -0,1
LAVORO E PENSIONI 799 0,1 0,3 - - - - - - - - - - - -
LA ROSA NEL PUGNO 724 0,1 0,3 - - - - - - - - - - - -
POPOLARI UNITI - - - 19.045 3,3 5,9 -19.045 -3,3 -5,9 2.992 0,6 1,0 -2.992 -0,6 -1,0
ALLEANZA PER L'ITALIA - - - 13.624 2,4 4,2 -13.624 -2,4 -4,2 - - - - - -
PRC-PDCI-SIN. EUROPEA - - - 6.904 1,2 2,2 -6.904 -1,2 -2,2 7.394 1,6 2,4 -7.394 -1,6 -2,4
FED. VERDI-ALTRI - - - 6.839 1,2 2,1 -6.839 -1,2 -2,1 - - - - - -
LISTA PER PAGLIUCA - - - 13.913 2,4 4,3 -13.913 -2,4 -4,3 - - - - - -
MPA - - - 8.516 1,5 2,7 -8.516 -1,5 -2,7 - - - - - -
MOV. IMPREND. AUTONOMI-AUT.LUCANA - - - 2.644 0,5 0,8 -2.644 -0,5 -0,8 - - - - - -
IO AMO LA LUCANIA (ALLAM MAGDI) - - - 11.980 2,1 3,7 -11.980 -2,1 -3,7 1.087 0,2 0,4 -1.087 -0,2 -0,4
IO SUD - - - 1.720 0,3 0,5 -1.720 -0,3 -0,5 - - - - - -
MOV. POLITICO CONTRO L'INDIFFERNEZA - - - 2.262 0,4 0,7 -2.262 -0,4 -0,7 - - - - - -
GRANDE SUD-MPA - - - - - - - - - 3.137 0,7 1,0 -3.137 -0,7 -1,0
LA DESTRA - - - - - - - - - 3.329 0,7 1,1 -3.329 -0,7 -1,1
INTESA POPOLARE - - - - - - - - - 1.473 0,3 0,5 -1.473 -0,3 -0,5
LEGA NORD - - - - - - - - - 382 0,1 0,1 -382 -0,1 -0,1
FUTURO E LIBERTA' - - - - - - - - - 2.399 0,5 0,8 -2.399 -0,5 -0,8
ALTRI - - - - - - - - - 4.354 0,9 1,4 -4.354 -0,9 -1,4
Nota: La lista PRC-PDCI-Sinistra europea è stata raffrontata per le politiche 2013 con la lista Rivoluzione civile 

11 dicembre 2013