Col voto favorevole anche di Forza Italia
La Camera rifinanzia il riarmo e le missioni imperialiste dell'Italia
700 milioni di euro per gli interventi militari nel 2014, 2 miliardi e 100 milioni per le navi da guerra e 600 milioni per i cacciabombardieri F35

Non riguardano le spese militari per le missioni all'estero i tagli selvaggi decisi dal governo Letta-Alfano e dal parlamento nel quadro della cosiddetta Legge di Stabilità. Nel frattempo la Camera e il Senato hanno approvato il rifinanziamento delle spese militari dal 1 ottobre al 31 dicembre.
In soldoni si tratta di 700 milioni di euro da spendere per le missioni militari nel 2014. Altri 2 miliardi e 100 milioni sono previsti dal 2014 al 2016 per la produzione delle micidiali navi da guerra Fremm (Fregate europee multimissione). Si tratta di 21 fregate costruite in base a una cooperazione tra Francia e Italia per i rispettivi eserciti imperialisti. Il costo di ciascuna è di 350milioni di euro. Con l'ultimo stanziamento, dunque, il governo pensa di coprire metà del costo dell'acquisto, probabilmente previsto in dodici navi, secondo una dichiarazione dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi, comandante in capo della flotta.
Parte degli stanziamenti sarà impiegato per finanziare l'acquisto, con ulteriori 600 milioni, rispetto ai 2,7 miliardi di euro già stanziati negli anni passati, a copertura degli almeno 10, forse 15, miliardi di euro di spesa che potrebbero impegnare l'IItalia fino al 2026 per l'acquisto dei cacciabombardieri F35.
Un altro ceffone alle masse popolari italiane sono le centinaia di milioni di euro stanziate per le missioni di guerra nel mondo. Alle truppe d'occupazione in Afghanistan sono destinati 129 milioni. Peraltro in tale occasione il ministro della guerra Mauro ha rivelato che la missione militare non terminerà a fine 2014, come previsto, perché anche nel 2015 saranno presenti in Afganistan 800 soldati italiani per partecipare alla missione Nato. Per gli interventi in Libano vengono impegnati 40 milioni; per la missione militare in Libia il governo ha stanziato quasi 6 milioni, mentre per il pattugliamento anti-terrorismo, leggasi anti-migranti, 5 milioni.

Intanto il governo affama le masse popolari
Il Partito democratico, votando favorevolmente alla camera e al senato, si è assunto la maggiore responsabilità a livello parlamentare dell'approvazione di un decreto di guerra che, peraltro, scarica un peso notevole di ulteriori sacrifici sulle masse popolari italiane, agevolando il governo Letta-Alfano che stanzia per la guerra ingenti cifre che dovrebbero invece essere dirottate sulla creazione di nuovi posti di lavoro, per affrontare la crisi, per la ricostruzione di L'Aquila.
Che cresca allora la mobilitazione delle masse popolari contro le spese militari e per dire l'ultima parola sullo stanziamento dei fondi pubblici, e si estenda e si radicalizzi l'opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali contro il governo guerrafondaio Letta-Alfano. Che soprattutto la classe operaia, i disoccupati, i precari, i giovani mettano all'ordine del giorno nelle loro lotte e rivendicazioni l'opposizione allle spese militari imperialiste, la chiusura delle basi Usa e Nato in Italia, a partire da Sigonella, l'abrogazione della autorizzazioni alla costruzione del MUOS.
 

11 dicembre 2013