La Milano antifascista ricorda la strage di Piazza Fontana
Opponendoci al governo Letta-Alfano che porta a compimento i piani golpisti e piduisti di allora
Ruolo attivo e propositivo dei marxisti-leninisti

 
Redazione di Milano
Rimane forte nella memoria della Milano antifascista il ricordo della strage di Piazza Fontana. Alla cerimonia ufficiale del 12 dicembre gli studenti, dopo essere già scesi in piazza in mattinata, hanno subissato di fischi e cori antifascisti il governatore fascio-leghista Maroni, il berlusconiano presidente della Provincia Podestà e il neopodestà “arancione” Pisapia accusati di essere fautori, i primi due, e complice, il terzo, della proliferazione assistita dei gruppi squadristici nazifascisti che invece dovrebbero essere fuorilegge.
Due giorni dopo l'anniversario della strage, nel pomeriggio di sabato 14 dicembre, i coordinamenti antifascisti di Milano hanno indetto un corteo che ha voluto ricordare il carattere fascista e di Stato di quell’efferato attentato terroristico: "Noi sappiamo - ha detto la figlia di Giuseppe Pinelli - che quella era una bomba fascista e conosciamo le responsabilità di uno Stato complice".
ll corteo è partito da Piazza della Scala ed ha percorso le vie del centro passando per Piazza Duomo e concludendosi davanti al luogo della strage. Oltre un migliaio i manifestanti presenti, tra i quali una combattiva delegazione del PMLI composta da militanti e simpatizzanti della Cellula “Mao” di Milano e dell’Organizzazione di Binasco, che hanno portato ben alte le rosse bandiere del Partito e un cartello con un manifesto (realizzato dal Comitato lombardo del Partito) sul quale era scritto: “Non dimenticare la strage di Stato di Piazza Fontana – Opponiamoci al governo Letta che ufficializzerà la Repubblica presidenziale – Lottiamo per cambiare l’Italia col socialismo e col potere del proletariato”, riportato anche in formato ridotto nei corpetti.
I nostri compagni hanno diffuso centinaia di volantini riportanti un documento del Comitato lombardo del PMLI, dal titolo: “Ricordiamo la strage di Stato di Piazza Fontana opponendoci al governo Letta-Alfano che tramite la controriforma costituzionale ufficializzerà il regime neofascista, presidenzialista e federalista”.
Una volta sottolineata la continuità della strategia politica golpista e piduista che unisce i mandanti di Stato della strage del 12 dicembre 1969 con gli odierni fautori della seconda repubblica neofascista, il documento afferma che: “ricordare la strage di Stato di Piazza Fontana oggi significa battersi contro la controriforma costituzionale in atto volta a spianare la strada a un nero progetto neofascista, che è il completamento della repubblica presidenziale già operante di fatto, come fu disegnata nel ‘piano di rinascita democratica’ e nello ‘schema R’ della P2 di Gelli, impostata da Craxi e rilanciata dopo di lui dal neoduce Berlusconi, che oggi il governo Letta-Alfano sta per completare grazie anche a Napolitano e al PD”. Infine il volantino rilancia “la lotta di massa nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze per buttare giù il governo neofascista e presidenzialista Letta-Alfano” prima che riesca a completare il golpe costituzionale in atto.
Rompendo il silenzio, fin dal concentramento e durante tutto il percorso, i nostri compagni hanno ripetutamente lanciato slogan: “Piazza Fontana / si sa chi è stato / strage fascista / strage di Stato”, “Zorzi in Italia / deve tornare / per Piazza Fontana / deve pagare”, “Letta e Alfano / fuori le prove / che Piazza Fontana / fu strage di Stato”, “La repubblica / presidenziale / è nuovo fascismo / non deve passare”, “La Costituzione / è già violata / Napolitano e soci / l'hanno stracciata”, “Il presidenzialismo / è da affossare / tutti uniti / dobbiamo lottare”. Cantate “Bella ciao” e “Fischia il vento”.
Riconoscendo la combattività e la preparazione dei marxisti-leninisti, vari manifestanti hanno sfilato dietro e sotto le insegne del PMLI alcuni prendendo contatti col Partito come hanno fatto un'anziana coppia di sinceri comunisti ex iscritti al PdCI che, rivolgendosi ai nostri compagni ed elogiandoli, hanno affermato: “voi siete i veri comunisti, vi conosco da tanto tempo ma solo ora me ne rendo veramente conto”.
Nello spiazzo davanti alla Banca Nazionale dell'Agricoltura dove 44 anni fa persero la vita 17 persone, sulla lapide di Giuseppe Pinelli sono stati deposti fiori e corone d'alloro. Sulla facciata del palazzo della banca è stato appoggiato uno striscione con scritto “12 dicembre: noi sappiamo”. Da un camion parcheggiato nello spiazzo, Paolo Silva, vice presidente dell'asssociazione “Vittime piazza Fontana”, ha ricordato che l'associazione considera Pinelli la diciottesima vittima della strage e ha invitato la piazza, in ricordo di tutte le vittime rimaste uccise e ferite, a un minuto di silenzio al quale hanno partecipato anche i marxisti-leninisti schierando alte le rosse insegne proprio davanti al luogo di quell’efferata strage fascista, atlantica e di Stato.

18 dicembre 2013