Lo denuncia Save the Children
Un milione di bambini poveri
La metà sono al Sud. Un minore su dieci sopravvive in alloggi degradati e pericolosi

L'inchiesta di Save the Children “Italia Sottosopra” mostra un quadro desolante dalla condizione minorile nel nostro Paese. Oltre 1 milione di minori, pari al 10% degli under 18, vivono in condizione di povertà assoluta. Ancora più preoccupante il dato che dal 2007 al 2012 i minori in tale condizione sono aumentati più del 50%, passando da meno di 500 mila a più di un milione. Nel solo 2012 l'aumento dei minori in tale condizione è stato del +30%.
I dati fanno risaltare come la crisi economica e gli scellerati interventi governativi degli ultimi anni abbiano incancrenito le disparità territoriali in Italia. E' il Nord del Paese la macroarea dove si registra il maggiore incremento (+43% rispetto al 2012) pari, in valore assoluto, a +166 mila minori impoveriti. Al Centro si registra un +41%. E' il Sud, già fortemente impoverito negli ultimi anni, la macroarea che ha conosciuto l'incremento minore (+20%), ma è tuttavia la zona del Paese con più minori poveri: ben 500mila, a fronte di una popolazione più contenuta rispetto al Centro-Nord.
Ma si sono incancrenite anche le disparità sociali. I bambini impoveriti sono i figli di genitori disoccupati che avevano già un basso reddito, oppure vivono in famiglie monoreddito. La disoccupazione è il dramma che mette in moto una catena di pesanti disagi a cui sono sottoposti i minori. Uno dei dati più importanti è il cosiddetto disagio abitativo. Un milione e 344 mila minori, pari al 12% della popolazione di riferimento, vive in situazioni di particolare disagio che si concretizza in sovraffollamento di alloggi fatiscenti da un punto di vista strutturale e privi di alcuni servizi. L'incremento rispetto al 2007 è stato del 25%.
Gli enti locali spesso e volentieri non fanno fronte alle necessità dei minori e si allarga progressivamente il numero di bambini che vivono in comuni economicamente falliti o sull'orlo del fallimento: sono in 650.000, già poveri, soprattutto concentrati al Sud, che devono subire anche il taglio sui servizi per l'infanzia, l'innalzamento al massimo dei balzelli per prestazioni fondamentali o la riduzione di alcuni servizi cruciali, come asili, trasporti e mense. E' significativo che nell'anno scolastico 2011-2012, per la prima volta dal 2004 vi è un calo dello 0,5% sul territorio nazionale di bambini iscritti agli asili comunali.
Sono dati da macelleria sociale che confermano come il peso della devastante crisi del capitalismo ci sia fatto pagare dai governi italiani ai più deboli della società e come il nostro Paese non sia per nulla in ripresa, anzi. Ma come non sottolineare anche che, a fronte di questo dilagante disagio minorile, non vi sia alcun intervento concreto del governo Letta-Alfano, ma solo un'ulteriore, micidiale stangata: la “legge di stabilità” che arriverà come una catastrofe sulla testa dei bambini socialmente più deboli della classe operaia e delle masse popolari italiane.
 

18 dicembre 2013