Il nuovo Valletta Marchionne si spella le mani e tifa per il nuovo “uomo della provvidenza” Renzi

Già in occasione del Salone dell’Auto di Ginevra si era spellato le mani all'indirizzo del Berlusconi democristiano Renzi, poi il 13 marzo, all'indomani della presentazione della manovra economica, il nuovo Valletta Marchionne aveva voluto da Ginevra esprimere davanti a una platea internazionale tutto il suo più entusiastico appoggio a quel programma economico, politico e istituzionale con queste parole: “Pieno sostegno a Renzi le misure vanno nella giusta direzione ”. Dunque gli schieramenti sono più chiari che mai. Dopo il presidente di Confindustria Squinzi ora è la volta di questo pezzo da novanta del padronato italiano a salutare con entusiasmo e un pizzico di invidia il nuovo “uomo della provvidenza” ché dopo decenni di pause e tentennamenti sta finalmente attuando integralmente il piano della P2 in ogni campo, dalle istituzioni all'economia. La classe operaia, lavoratori e le masse popolari sanno quale inferno di precariato, supersfruttamento e di macelleria sociale li attende.
E da acerrimo nemico del sindacato e della lotta classe ha ribadito: “Di sicuro è stato veramente qualcosa di nuovo, di dirompente, di cui il Paese ha bisogno. Ha il mio totale appoggio. Ieri sono stato estremamente orgoglioso ”. “Se non ci comportiamo così, se non diamo uno scossone la baracca non si muove. Lasciamo che la gente lo critichi per l’età, per lo stile. A me non importa niente, importa la sostanza di quello che sta facendo. L’importante è farlo finire. Ha dato target piuttosto aggressivi. Io sono veloce, ma il ragazzo... ” “Io ci avrei messo un paio di settimane in più. Con tutti questi obiettivi Renzi ha molto da fare ”. Come a dire che finalmente Renzi saprà imporre al Paese tutto quello che io non sono riuscito a realizzare in Fiat per i freni rappresentati dalle lotte operaie, dalla Fiom e da ordinamenti ancora non integralmente confezionati su misura del padronato.
Infine ha concluso guardando ottimisticamente al futuro del capitalismo italiano: “Renzi non è da sottovalutare. Quello che ha fatto ieri, a parte l’impatto sul Paese, sta dando segnali anche verso l’Europa, che è disposta a cambiare. Se comincia a colorare con un po’ di ottimismo anche i consumi la baracca riparte. Questo non significa che bisogna fermarsi con le riforme, che continuano a essere l’obiettivo principale, lo riconosce lui e lo riconoscono tutti quanti, ma per lo meno ci troviamo in un ambiente, in un’atmosfera diversa, che è cambiata”. Un cambiamento che ci porterà in piena repubblica presidenziale, fuori da ogni ordinamento democratico-borghese, dove le fabbriche diventeranno caserme modello Fiat e il padronato sarà alfine liberato da lacci e laccioli nello sfruttamento selvaggio e impoverimento della forza-lavoro e nella guerra sistematica ai diritti dei lavoratori. Più chiaro di così non poteva essere il nuovo Valletta nei riguardi del nuovo “uomo della provvidenza”.
Ora non esistono più ambiguità o alibi. Invece di bollarla per quello che era, falsi comunisti e trotzkisti hanno balbettato davanti alla nascita del governo del Berlusconi democristiano Renzi, se non addirittura seminato illusioni (come non ricordare quell'agghiacciante titolo di scatola in prima pagina del Manifesto , ”Avanti popolo”, che accompagnava la foto di Renzi seduto sulla poltrona del premier a Montecitorio a conclusione del suo discorso programmatico?). Un atteggiamento remissivo e di copertura tipico degli opportunisti. Non nuovo nella loro condotta politica: ricordate il 2011 quando costoro si spinsero persino a “baciare il rospo” di Monti all'indomani del suo giuramento?
Sarebbe l'ora che si diano una mossa e partecipino senza se e senza ma allo sviluppo di un grande movimento di massa nel Paese per spazzare via questo governo prima che realizzi per intero il suo nero programma.

19 marzo 2014