Dieci persone hanno quanto 500 mila famiglie operaie
La crisi del capitalismo ha arricchito i ricchi mentre la povertà è aumentata
Oltre 4 milioni di poveri assoluti e 9 milioni di poveri relativi. I consumi familiari degli operai si sono ridotti del 10,5%
Nel mondo 85 individui possiedono una ricchezza pari a quella di oltre 3 miliardi e mezzo di persone

 
Nel recente rapporto annuale il Censis ha certificato un fatto ormai noto da parecchi anni, cioè che la crisi del sistema capitalista sta vertiginosamente aumentando le distanze tra l’alta borghesia e il resto della popolazione, in modo particolare il proletariato. In Italia infatti - osserva l’istituto di ricerche sociali - i 10 uomini più ricchi dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500 mila famiglie operaie messe insieme e poco meno di 2.000 italiani (ossia 0,003% della popolazione totale) dispongono di un patrimonio finanziario complessivo superiore a 169 miliardi di euro (senza contare il valore degli immobili), lo stesso di cui complessivamente dispongono ben 2.800.000 persone.
La sperequazione di ricchezza - osserva il Censis - sono addirittura aumentate negli ultimi decenni con una drastica impennata nel periodo di crisi, portando in pochi anni il patrimonio di un dirigente a 5,6 volte rispetto a quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte un ventennio fa, quello di un libero professionista a 4,5 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 4 volte vent’anni fa, quello di un imprenditore a oltre 3 volte quello di un operaio, mentre era pari a 2,9 volte vent’anni fa.
Anche i redditi familiari hanno avuto negli ultimi anni una dinamica molto differenziata tra le diverse classi sociali, in quanto, rispetto a dodici anni fa, i redditi familiari annui delle famiglie operaie sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%, quelli degli impiegati del 12%, quelli degli imprenditori del 3,7% (e qui sono comunque conteggiati sia i piccoli negozianti e le imprese unipersonali che si sono complessivamente impoveriti, sia le società per azioni, le banche e le multinazionali che si sono fortemente arricchite), mentre i redditi dei dirigenti sono aumentati dell'1,5%.
Questo aumento di diseguaglianza nei redditi si riflette di conseguenza sul tenore di vita e quindi sui consumi: tra il 2006 e il 2012 i consumi familiari annui degli operai si sono ridotti, in termini reali, del 10,5%, quelli degli impiegati del 4,5%, quello degli imprenditori (e qui sono comunque conteggiati sia i piccoli imprenditori sia i grandi imprenditori nonché gli azionisti di grandi imprese) del 5,9% mentre quelli dei dirigenti hanno registrato solo una lieve flessione del 2,4%.
Le iniquità sociali non riguardano solo patrimoni, redditi e consumi, perché si verificano eventi della vita che sempre più generano diversità che aumentano le distanze sociali, come la nascita di uno o più figli: avere figli raddoppia per una coppia il rischio di finire indebitati per mutuo, affitti, bollette o altro rispetto ad una coppia senza figli, in quanto il rischio riguarda il 15,7% nel primo caso, il 6,2% nel secondo caso, come anche ritrovarsi genitore unico aumenta di un terzo, rispetto alle coppie con figli, il rischio di finire in povertà o indebitati, il 26,2% nel primo caso e il 19,3% nel secondo.
Inoltre, secondo quanto rileva il Censis il rischio di scivolare verso la condizione di povertà è per i residenti nel Sud del 33,3%, il triplo rispetto al 10,7% di quelli del Nord e oltre il doppio rispetto al 15,5% di quelli del Centro.
Del resto altri studi oltre a quelli del Censis confermano l’aumento delle diseguaglianze sociali: nel 2013 l’Istat ha certificato che tale graduale aumento negli ultimi 5 anni ha di fatto raddoppiato il tasso di povertà in Italia portando il numero dei poveri assoluti a oltre 4 milioni e quello dei poveri relativi a oltre 9 milioni.
Ciò che accade in Italia del resto è una tendenza in atto in tutto il resto del mondo: recentemente l’Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief, una confederazione di 17 organizzazioni non governative a scopo sociale attive in tutto il mondo) ha stimato che 85 persone in tutto il mondo posseggano una ricchezza pari a quella di 3 miliardi e mezzo di persone.
Il fenomeno della concentrazione della ricchezza in poche mani, conferma l’Oxfam, si sta sempre più accentuando e confuta la tesi neoliberista del capitalismo contemporaneo secondo cui l’aumento della ricchezza prodotta in un sistema economico diminuirebbe la povertà.
E’ una menzogna, come del resto il sistema capitalista è da sempre stato menzognero nei confronti del proletariato di tutto il mondo.

4 giugno 2014