Secondo l'Eurostat sono 25,2 milioni nell'Europa a 28
Salgono a 3 milioni e 222 mila i disoccupati in Italia. 700 mila tra i 15 e 25 anni
Il Def del governo Renzi prevede l'ulteriore crescita nell'anno a 12,8%. Facciamo fuoco e fiamme per ottenere il lavoro
Distruggere l'Ue imperialista e sfruttatrice, inferno di miseria e disoccupazione e abbattere il governo Renzi che le regge il sacco

Alla faccia della vagheggiata “ripresa”, la disoccupazione continua a mietere vittime. Secondo quanto segnalato dall'Istat, a maggio il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 12,6%, per un totale di 3 milioni e 222 mila senza lavoro, 26mila in più rispetto ad aprile.
La situazione si aggrava sensibilmente fra i giovani: le ragazze e i ragazzi fra i 15 e i 24 anni senza un lavoro sono 700mila, ossia 11mila in più rispetto al mese precedente. Si tratta del 43% dei giovani attivi, ma al conto andrebbe aggiunto l'esercito dei cosiddetti “Neet”, ossia gli “inattivi”, una palude che comprende chi ha smesso di cercare un lavoro perché sfiduciato, chi lavora in nero, ma anche e soprattutto chi passa da un lavoro precario all'altro, senza risultare ufficialmente disoccupato pur essendolo a tutti gli effetti nell'intervallo fra i due contratti.
Le donne, oltre ai giovani, sono le più colpite: le disoccupate sono il 13,8% (il dato più alto dall'inizio delle storiche mensili), affiancate dal 46,2% di “inattive”.
Una situazione inaccettabile, questa, che richiederebbe interventi d'emergenza a partire da un piano straordinario per l'occupazione giovanile stabile ed a salario pieno. Ma Poletti, come Sacconi, Fornero e Giovannini prima di lui, minimizza. Anzi, tutto quello che il governo Renzi ha da dire è che la disoccupazione aumenterà al 12,8% entro fine anno, secondo quanto previsto dal Documento di economia e finanza (Def). Per non parlare degli effetti disastrosi della liberalizzazione dell'apprendistato e dei contratti a termine tramite il decreto Poletti, che aumenterà il precariato senza arginare la disoccupazione.
La situazione nel resto dell'Unione europea è tutt'altro che rosea. L'Eurostat rileva che nella “Europa a 28” (comprendente tutti gli Stati membri dell'UE anche se non usano l'euro) i disoccupati sono 25,2 milioni. I disoccupati della sola eurozona sono aumentati di ben 7 milioni dal 2007 ad oggi, assestandosi a 18,5 milioni.
I Paesi dove il problema è più acuto sono naturalmente quelli più colpiti dall'austerità antipopolare: in Grecia (26,8%) e Spagna (25,1%) la disoccupazione è triplicata dal 2008. Vistosi aumenti anche in Croazia, Slovacchia e Bulgaria. La Germania, dove dilagano precariato e “flessibilità”, registra 9mila disoccupati in più.
 

Distruggere l'UE imperialista e abbattere il governo Renzi che le regge il sacco
Sono dati agghiaccianti e intollerabili, che però chiamano in causa le politiche di massacro sociale imposte dall'UE e applicate zelantemente in Italia dal governo del Berlusconi democristiano Renzi. Napolitano non si può lavare le mani affermando ipocritamente: “Se i giovani non troveranno lavoro l’Italia è finita”.
I governanti europei di destra e di “sinistra”, con in testa lo stesso Renzi (che il 1° luglio ha inaugurato il semestre di presidenza italiano), Juncker e persino Merkel, vanno cianciando di “diritto alla flessibilità”, di “investimenti di lungo periodo”, di “rilanciare la crescita e creare lavoro”. Da perfetti ipocriti al servizio del capitalismo tentano di sventolare false promesse e speranze per spegnere le fiamme della protesta che temono come la peste, vedi la loro vergognosa fuga da Torino con l'annullamento del vertice dell'11 luglio proprio sulla disoccupazione giovanile.
La verità è che il mantra di austerità, Fiscal compact, pareggio di bilancio e liberalizzazione del precariato alla base dell'UE imperialista sono il gorgo che inghiotte lavoro e genera precariato, povertà e disoccupazione, tutto per salvare il capitalismo in crisi e tutelare gli interessi dei monopoli, del grande capitale e della grande finanza a spese delle larghe masse lavoratrici, popolari, giovanili e femminili.
La pratica dimostra che per cambiare veramente a favore dei popoli europei questa alleanza imperialista che è l'UE va distrutta. Intanto le sue istituzioni, le sue politiche e il governo che le regge il sacco in Italia vanno combattuti e delegittimati, dando forza al Controsemestre popolare inaugurato il 28 giugno e battendosi al fianco del PMLI per imprimergli un forte carattere anticapitalista e rivendicare la cacciata del governo Renzi e l'uscita dell'Italia dalla UE.
Intanto, applicando l'indicazione dell'ultima riunione plenaria del CC del PMLI, le istanze locali del Partito devono fare fuoco e fiamme per il lavoro ai disoccupati, il problema principale che tormenta le masse, specie del Sud. Devono farlo attraverso denunce circostanziate, volantinaggi, banchini, comunicati stampa, articoli su “Il Bolscevico”, cercando di coinvolgere i disoccupati.

9 luglio 2014