Ennesimo golpe piduista e fascista
Obbligo di approvare le leggi di Renzi entro due mesi
Per presentare una legge di iniziativa popolare occorre raccogliere più di 250mila firme, non più 50 mila
Sempre più poteri al governo e sempre meno al parlamento

Il Bolscevico aveva già denunciato sul n. del 9 aprile 2014, il giorno dopo la trasmissione alla presidenza e a pochi giorni dalla pubblicazione della controriforma di abolizione del Senato elettivo che con essa rischiava di passare “anche la corsia preferenziale alla Camera per i provvedimenti del governo, che può chiederne l'iscrizione con priorità all'ordine del giorno e l'approvazione entro 60 giorni dalla richiesta, o anche meno in certi casi, decorso il quale termine il provvedimento è posto in votazione così com'è col meccanismo della “tagliola” parlamentare, vale a dire articolo per articolo e senza accettare emendamenti né rinvii. E anche i termini a disposizione del Senato per riesaminalo sono dimezzati”.
E puntualmente questo provvedimento è passato in Senato con i voti dell'asse PD-Lega-Forza Italia. L'emendamento presentato da Finocchiaro, PD, e Calderoli, Lega, è il n. 10, finalizzato a costruire l'impianto del disegno di legge costituzionale n. 1429 “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione”. In realtà quello prodotto dalla mostruosa accoppiata Finocchiaro-Calderoli, ben lungi dall'essere un unico emendamento, è un corposo insieme di picconate a ciò che rimane della costituzione borghese del '48, riguardo la produzione e l'approvazione delle leggi.
L'emendamento n.10 va a colpire l'articolo 72 della Costituzione, che è, o meglio era, a garanzia dell'adeguato dibattito parlamentare alla camera sulle leggi in approvazione. Tale articolo è contenuto in Parte II, Ordinamento della Repubblica, Titolo I, Il Parlamento, Sezione II, La formazione delle leggi.
Di fatto con tale emendamento si scardina il principio della piena espressione del dibattito parlamentare e si obbliga il parlamento, su indicazione del governo, ad approvare senza discussione i decreti-legge governativi.
Di fatto l'articolo 72, non modificato, prevedeva già la facoltà per la Camera di stabilire la procedura d'urgenza: “Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza” e questa possibilità è mantenuta. Il meccanismo però viene esteso a prevedere che sia il governo a chiedere e di fatto imporre la procedura d'urgenza: “Il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare che un disegno di legge, indicato come essenziale per l'attuazione del programma di governo, sia iscritto con priorità all'ordine del giorno e sottoposto alla votazione finale entro sessanta giorni dalla richiesta”. Decorso tale termine, “il testo proposto o accolto dal Governo, su sua richiesta, è posto in votazione, senza modifiche, articolo per articolo e con votazione finale”.
In sostanza, se dopo due mesi, sul testo non vi è un accordo di valutazione e la discussione continua e se, semplicemente, non è ancora stata avviata la procedura esso dovrà essere votato d'imperio in aula, articolo per articolo, e nella versione inviata dal governo.
L'ennesimo regalo ai metodi neofascisti di Matteo Renzi, in linea con la “riforma” golpista e piduista che abolisce il senato, blinda ogni possibilità di discussione sulla linea di conferire poteri straordinari al governo e che, sommati con gli effetti della legge elettorale Italicum, al potere del premier di revocare i ministri porteranno all'instaurazione di fatto di un presidenzialismo molto simile a quello di mussoliniana memoria.
Questa ennesima misura antidemocratica e piduista di rafforzamento del premierato, è stata nel recente passato sostenuta dal PDL. Nel 2008 era il piduista Fabrizio Cicchitto (PDL) nel 2008 ad avanzarla senza successo. Poi la staffetta nera è stata raccolta anche dal PD. E' la volta, infatti, nella precedente legislatura, dell'emendamento PD-PDL “Zanda-Quagliariello”, il primo con un lungo passato in Margherita, Partito Democratico, per approdare alla coalizione Italia Bene Comune, adesso presidente dei senatori del PD, il secondo con un lungo passato nel PDL e adesso coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra. Infine, con uno “Zanda-Fnocchiaro-Minniti” presentato il 10 aprile 2013, proprio in questa legislatura il testimone è raccolto per intero dal PD che, adesso, con l'aiuto della Lega, riesce addirittura a farlo inserire nella “riforma” costituzionale.
Non è irrilevante sottolineare come nella pratica, ben prima che venisse inserito nella controriforma costituzionale, lo strumento della “ghigliottina” abbia avuto i suoi sostenitori. E' stata la Boldrini, SEL, presidente della camera che, con un diktat senza precedenti, per prima a Montecitorio ha imposto il sistema del passaggio diretto al voto, bloccando nel gennaio 2014 la discussione sul decreto Imu-Bankitalia del governo Letta-Alfano. Il messaggio passato: “si può fare”.
Nello stesso pacchetto di emendamenti di stampo pduista, il n. 9 Finocchiaro-Calderoli che modifica in senso fascista l'articolo 71 comma 2 della costituzione: "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli", diventa "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno duecentocinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli".
Nel solco di Berlusconi e della P2, Renzi, con il sostegno di PD, FI. LEGA procede come un bulldozer nel lavoro che Berlusconi aveva dovuto interrompere forzatamente per fronteggiare le sue vicende giudiziarie: cancellare la democrazia e l'elettoralismo borghesi, annientare qualsiasi cenno seppur debole di opposizione parlamentare, per completare la seconda repubblica neofascista e assicurare la sospirata “governabilità” al sistema capitalistico italiano, secondo il piano della P2.
Il governo del Berlusconi democristiano va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione prima che completi tutti i pezzi della controriforma in senso piduista e fascista delle istituzioni borghesi. E ciò è possibile solo conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.
 

16 luglio 2014