Gli uomini di Renzi piazzati in posti di potere
Nel governo, a Bruxelles, nelle società pubbliche

 
Matteo Renzi sta piazzando spudoratamente i suoi amici e compari quasi tutti fiorentini o comunque toscani in tutti i posti chiave, nel governo, nel PD, a Bruxelles e nelle società pubbliche.
Al governo ha piazzato il ministro delle Riforme costituzionali Maria Elena Boschi e il sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti, personaggio che gestisce disinvoltamente il clientelismo romano che gravita attorno al PD.
Un altro renziano, Erasmo D’Angelis, già consigliere regionale in Toscana, già ai vertici di Publiacqua ed ex sottosegretario ai Trasporti del governo Letta, oggi è capo struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche a Palazzo Chigi nonché capo segreteria del presidente del Consiglio.
A capo dell’ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio Renzi ha fortemente voluto Antonella Manzione, ex capo dei vigili urbani a Firenze mentre egli era sindaco, mentre il fratello di quest’ultima, Domenico Manzione, è viceministro dell’Interno. A Palazzo Chigi invece lavorano tre amici personali di Renzi: il fotografo Tiberio Barchielli, originario di Rignano sull’Arno e amico personale di Renzi sin dalla sua infanzia, Giuliano Da Empoli, che è pure presidente del Gabinetto Viesseux, e infine l’israeliano trapiantato a Firenze Yoram Gutgeld, direttore del McKinsey & Company, che punta a un posto di rilievo nella direzione economica dell’Italia.
Renzi non si è lasciato sfuggire neanche l’Agenzia delle Entrate, dove ha piazzato l’empolese Rossella Orlandi, vecchia conoscenza dell’attuale presidente del Consiglio, che ha voluto come viceministri il pratese Antonello Giacomelli di Prato ed il socialista Riccardo Nencini di Barberino di Mugello, mentre sono stati nominati sottosegretari il magistrato pontremolese Cosimo Ferri, stretto amico di Denis Verdini, il fiorentino alfaniano Gabriele Toccafondi e la ex sindaco di Campiglia Marittima ed ex bersaniana Silvia Velo.
Il commercialista di Renzi, Marco Seracini, è salito al vertice di Montedomini, un’azienda pubblica fiorentina di servizi alla persona, mentre il suo avvocato, il pistoiese Alberto Bianchi - tra l’altro condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale ad un risarcimento di 4,7 milioni di euro – entrerà presto nel Consiglio di Amministrazione di Enel.
Bianchi - insieme a Maria Elena Boschi, Marco Carrai (vedi “Il Bolscevico” n°13/2014) e Luca Lotti - gestisce anche la Fondazione Open, la cassaforte renziana, mentre suo fratello Francesco Bianchi è stato nominato commissario straordinario del Maggio Musicale Fiorentino da febbraio 2013, sempre su pressioni dell’allora sindaco di Firenze.
L’imprenditore senese nonché finanziatore renziano Fabrizio Landi è stato nominato consigliere d’amministrazione di Finmeccanica, l’imprenditrice fiorentina Elisabetta Fabri ora siede anche lei nel Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, l’aretina Diva Moriani - già vicepresidente di In-tek, la società di Vincenzo Manes finanziatore di Renzi - grazie al nuovo presidente del Consiglio ha trovato spazio all’Eni.
Anche a Bruxelles il vento del nepotismo renziano soffia forte: il pisano Ferdinando Nelli Feroci, ambasciatore in pensione ed ex capo di gabinetto di Massimo D’Alema alla Farnesina, è il nuovo commissario italiano in Europa al posto di Antonio Tajani.

3 settembre 2014