Per bollette, tasse sulla casa, libri e corredo scolastici
Una stangata di 1.912 euro a famiglia
Il potere di acquisto è diminuito di oltre il 13,4% dal 2008 a oggi

 
Mentre il Berlusconi democristiano Renzi si esibisce in pubbliche farse tentando di nascondere alle masse popolari italiane la crisi profonda in cui versa il sistema capitalista, la Federconsumatori e l’Adusbef, presentando con ben maggiore serietà i dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, lanciano l’allarme: al rientro dalle ferie, per quelle famiglie che hanno potuto permettersele, ad attendere al varco gli italiani ci sarà una pesante stangata autunnale in termini di prezzi, tariffe e costi da sostenere.
Secondo queste associazioni di consumatori infatti tra settembre e novembre la spesa per la scuola ammonterà in media per le famiglie a 779,25 euro, la Tasi costerà 231 euro, le varie bollette complessivamente 460 euro, la seconda rata della Tari 156 euro e il riscaldamento mediamente 285 euro, per un totale di 1.912 euro.
Ulteriori costi si aggiungeranno poi per le famiglie che hanno figli che frequentano a scuola il tempo pieno, perché si aggiungerà anche la mensa scolastica, per un totale di circa 205,50 euro per tale periodo, mentre chi ha un figlio che frequenta l’università dovrà sostenere anche la prima rata delle tasse, per un importo medio di 326 euro.
E’ questa una spesa - sottolineano le due associazioni di consumatori - che è divenuta ormai insostenibile per le famiglie, il cui potere di acquisto - diminuito di oltre il 13,4% dal 2008 ad oggi - è sceso ai suoi minimi storici, e tale sforzo non si limiterà a provocare ripercussioni estremamente negative sulle condizioni economiche delle famiglie, ma inciderà in maniera sempre più grave sull’intero andamento della domanda di mercato, trascinando ulteriormente al ribasso i consumi e l’intero apparato produttivo.
A tale spesa supplementare peraltro, soprattutto per ciò che riguarda le tasse scolastiche e quelle che dovrebbero alimentare servizi pubblici come Tasi e Tari, non si accompagnerà di certo una crescita dei relativi servizi, che di anno in anno sono sempre più scadenti, complice il famigerato patto di stabilità che impedisce la spesa pubblica per nuove assunzioni, investimenti per lo sviluppo tecnologico, ricerca e interventi di modernizzazione e messa in sicurezza, a partire dalle strutture scolastiche ed ospedaliere.

3 settembre 2014