Taranto
Operai dell'Ilva contestano Renzi
A Bari i precari lo accolgono col carretto dei gelati
A Palermo Edili, docenti precari e studenti gli gridano “Buffone! Buffone!”

Un tour di contestazioni quello toccato al nuovo Berlusconi in Puglia il 12 settembre. In prima fila gli operai dell'ILVA della martoriata Taranto che, insieme agli ambientalisti, lo hanno “accolto” con fischi, urla ”Buffone! Buffone!” e “Taranto libera!” Renzi. L'occasione era l'incontro sul caso ILVA, in occasione del quale l’Unione Sindacale di Base aveva indetto uno sciopero di 12 ore nello stabilimento. Presenti all'incontro il neopodestà di Taranto Ippazio Stefàno, PD, l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari della giunta Vendola, Fabrizio Nardoni, di “Puglia per Vendola”, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincentis, il presidente di Confindustria Taranto Enzo Cesareo, il presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli, i sindacati e le Rsu dello stabilimento.
Il nuovo Berlusconi, atteso da oltre un centinaio di manifestanti, al suo arrivo scortato con auto blindata, è stato protetto da un cordone di agenti in assetto antisommossa che hanno tenuto lontana la folla. I manifestanti, che chiedevano tra l'altro di partecipare all'incontro e parlare con Renzi, hanno tentato di forzare lo schieramento di “forze dell'ordine” e denunciano: “volevamo una risposta e lui si è incontrato con i suoi affaristi. La risposta per Taranto è che dobbiamo continuare a morire, mentre loro devono continuare a fare i loro profitti”!
Anche l’uscita di Matteo Renzi, che si è dileguato velocemente, è stata accompagnata da urla di protesta. In piazza sono rimasti numerosi i manifestanti con striscioni per il lavoro, contro l’inquinamento e l’emergenza sanitaria a Taranto.
Anche nel capoluogo pugliese, il premier è stato contestato. Oltre 40 i sindaci del Salento partiti da Lecce per andare a manifestare in occasione della presenza del capo del governo contro il riconfermato progetto del gasdotto trans Adriatico, il Tap, Trans Adriatic Pipeline, che unirà San Foca, frazione del comune di Melendugno (Lecce) all'Albania.
Nello stesso giorno a Bari, precari del pubblico impiego, della scuola e dell'Università e studenti hanno protestano con indosso maschere bianche con la scritta "disoccupato". Gli studenti dalla Rete della conoscenza hanno scelto un banchetto con coni gelato, in cui sono stati inseriti dei volantini, per manifestare contro la precarietà ed il Jobs Act.
In Sicilia, un'altra regione del Sud che, come la Puglia, affonda nel dramma della disoccupazione, il nuovo Berlusconi è stato duramente contestato.
Con l'arroganza che lo contraddistingue e senza alcun pudore sull'impegno nullo contro la mafia del suo governo è arrivato nella scuola intitolata a Pino Puglisi, il prete antimafioso assassinato il 15 settembre 1993. Accolto in perfetto stile fascista dal governatore della Sicilia Rosario Crocetta, PD, dal neopodestà palermitano Leoluca Orlando, IDV, che per l'occasione aveva fatto approvare una delibera ad hoc per acquistare alla scuola un centinaio di sedie che da anni mancavano dalle classi, dal fedelissimo palermitano nella segreteria del PD Davide Faraone, Renzi si è piazzato tra i bambini inquadrati come piccoli balilla ad applaudire, suonare e cantare l'Inno di Mameli.
Il teatrino di regime, durante il quale il premier ha difeso il suo piano scuola, era già stato smascherato dalla contestazione di operai edili disoccupati, di precari del bacino ex Pip estromessi recentemente dalla Regione, di precari della scuola e dei call center Accenture che rischiano il licenziamento. Tutti hanno chiesto “Lavoro! Lavoro”!
Presenti anche tantissimi studenti medi ed universitari che hanno scandito "No alla riforma della scuola! Stop alle scuole private!" e “Buffone! Buffone!”, “Vattene via!”, “Matteo Renzi pezzo di merda!” e “Non macchiare il nome di Puglisi!”.
Sono le prime forti avvisaglie di una crescente protesta contro i provvedimenti antipopolari del governo Renzi, che spesso vengono taciute o trattate con superficialità dai quotidiani italiani, come ha fatto Il Manifesto trotzkista che ha sottaciuto nel titolo dell'articolo ad hoc la contestazione al premier. Auspichiamo che tali contestazioni aumentino e si diffondano in tutta Italia, da Sud a Nord, dando il via ad un autunno rovente di battaglie per il lavoro, la scuola, la difesa del territorio e che sfocino in un grande sciopero generale di otto ore di tutte le categorie con manifestazione nazionale a Roma sotto palazzo Chigi.
Prima viene abbattuto il governo del Berlusconi democristiano, meglio è per tutti!
 

17 settembre 2014