I parenti di Salvatore La Fata hanno presentato un esposto per “mancato soccorso ed istigazione al suicidio” da parte dei vigili urbani
Manifestazione a Catania in solidarietà di un operaio edile disoccupato datosi fuoco
Il PMLI: Basta con le torce umane! Renzi dai lavoro a tutti! Bianco dimettiti!
Letto il volantino “Il potere politico spetta di diritto al proletariato”

 
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
Il 26 settembre in piazza Risorgimento a Catania si è svolto un sit-in di solidarietà all'operaio edile disoccupato Salvatore La Fata che il 19 settembre si era dato fuoco per un intervento repressivo da parte dei vigili urbani.
Salvatore, ricoverato in rianimazione con gravi ustioni è morto il 30 settembre dopo 11 giorni di straziante agonia. Era un operaio edile specializzato nella movimentazione terra, ma disoccupato perché licenziato. Per garantire un minimo e decoroso sostentamento alla propria famiglia si arrangiava a vendere frutta e verdura con una bancarella. Nella mattinata della tragedia due vigili urbani addetti gli avevano chiesto la licenza di vendita di cui era sprovvisto, gli avevano comminato una multa e sequestrato la merce, obbligandolo a sgomberare. Salvatore si era cosparso di benzina dandosi fuoco, mentre i vigili, anziché soccorrerlo, scappavano, come dimostrano delle registrazioni.
I parenti di La Fata hanno presentato un esposto per "mancato soccorso ed istigazione al suicidio" alla Procura della Repubblica, la quale a tutt'oggi non ha ritenuto di aprire un'inchiesta. Il comando della polizia urbana di Catania ha attivato una inchiesta interna.
Salvatore veniva quindi ricoverato all'ospedale Cannizzaro con ustioni di 2° e 3° sul 60% del corpo, trasferito per mancanza di posti letto in rianimazione al più piccolo ospedale di Acireale e quindi ritrasferito al Cannizzaro, dopo le dure proteste dei familiari, dove è appena deceduto.
Il PMLI esprime la massima solidarietà alla famiglia di Salvatore e chiede giustizia e lavoro per tutti i disoccupati.
Alla manifestazione ha partecipato in maniera attiva e militante la Cellula "Stalin" della provincia di Catania del PMLI con i suoi simpatizzanti e amici, tra le centinaia di operai e disoccupati della Fillea-CGIL, Filca-CISL, Feneal-UIL. Grave l'assenza dei rappresentanti della giunta Bianco. I rappresentanti dei sindacati nei loro interventi hanno denunciato i ritardi delle Istituzioni, prefetto compreso, nel favorire l'occupazione, ma non hanno tuttavia proclamato alcuno sciopero come sarebbe necessario e urgente.
I marxisti-leninisti hanno tenuto ben in alto la bandiera del PMLI e i cartelli con le parole d'ordine: "Basta con le torce umane!", "Renzi dai lavoro a tutti!”, "Bianco dimettiti", "Sciopero generale", "Giù le mani dall'articolo 18 e dallo Statuto del lavoratori”, "Abolizione del precariato e assunzione di tutti i precari”, “Rinnovo dei contratti del pubblico impiego”.
Nel corso del sit-in, i compagni hanno distribuito delle copie de “Il Bolscevico” e letto al megafono il volantino con l'intervento del compagno Scuderi "Il potere politico spetta di diritto dl proletariato", registrando consensi e commenti positivi tra i presenti.
L'intervento appassionato, solidale, con una chiara impronta di classe e marxista-leninista del compagno operaio edile Francesco Campisi, che indossava una maglietta rossa con le effige dei 5 Maestri e teneva in mano la bandiera del PMLI, è stato applaudito da diversi manifestanti e dai compagni. Un giovane studente di Caltagirone ha trovato interessante il ruolo e la linea politica del PMLI. Prima della conclusione del sit-in, il Segretario della Cellula “Stalin”, compagno Sesto Schembri, ha espresso al megafono solidarietà e auguri di guarigione e di avere presto un lavoro all'operaio La Fata. Purtroppo gli auspici del Partito non si sono avverati.
L'intervento militante della Cellula “Stalin” si è concluso con un appello per uno sciopero generale di 8 ore per costringere il neopodestà Bianco, i governi regionali e nazionale del Berlusconi democristiano a dare lavoro a tutti i disoccupati.
La disoccupazione ha messo in ginocchio Catania. Dal 2008 si sono persi 13.000 posti nel solo settore edile. Ne è responsabile anche la giunta Bianco, PD, e il consiglio comunale. La commissione consiliare dei lavori pubblici e quella urbanistica in 18 mesi non sono riuscite neanche a contabilizzare i lavori incompiuti o non ancora iniziati.
Il governo regionale guidato da Crocetta, PD, dal canto suo non ha fatto praticamente nulla per il lavoro a Catania. Le masse popolari catanesi e gli operai edili hanno già perso un finanziamento di 6 milioni di euro destinato alla costruzione nel disastrato quartiere periferico popolare di San Cristoforo di un centro Polifunzionale di Aggregazione Socio-Culturale e di un asilo nido.
Gravissime anche le responsabilità del governo del Berlusconi democristiano Renzi, che nega il lavoro alle donne, ai giovani e ai meno giovani, anche grazie alla controriforma dei rapporti di lavoro che allargherà la precarietà.

1 ottobre 2014