Storica sentenza della Corte di giustizia europea
“I precari della scuola vanno stabilizzati”
Il contratto a termine non può essere rinnovato infinite volte. Tra insegnanti e personale Ata sono 250-300 mila lavoratori che vanno assunti

La Corte di giustizia europea ha intimato al governo Renzi di assumere i precari della scuola con alle spalle almeno tre anni di servizio nelle scuole, in quanto il rinnovo continuo dei contratti è pratica “contraria al diritto del lavoro nell’Ue”.
Secondo la storica sentenza del 25 novembre, l’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato va interpretato come vincolante e le normative nazionali devono adeguarvisi. E non è rergolare in attesa dell’espletamento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti (organico di diritto) e disponibili (organico di fatto) di docenti e personale Ata.
In sostanza il governo italiano viola la direttiva europea n. 70 del 1999, secondo cui dopo 36 mesi di servizio i precari hanno diritto ad essere assunti a tempo indeterminato, a meno che non sussistano “ragioni oggettive”, le quali di fatto non sussistono. Nel 2011 il governo Berlusconi IV aveva emanato una legge in base alla quale la normativa europea non doveva essere applicata ai lavoratori precari della scuola. E contro questa normativa dei precari, sostenuti dall'ANIEF (Associazione Professionale e Sindacale che rappresenta alcuni docenti della scuola) ha fatto ricorso. La sentenza riguarda i precari che hanno coperto cattedre che avrebbero dovuto essere di ruolo che non risultano avere un titolare e i precari con contratto al 30 giugno, che abbiano svolto 36 mesi. La sentenza apre anche alla possibilità di richiedere il pagamento degli scatti di anzianità per il periodo di precariato o preruolo. Si tratta di risarcimenti per due miliardi di euro.
Una sentenza attesa da qualche mese dal governo Renzi, che, con il piano di 148mila assunzioni a partire da settembre 2015 ha tentato e tenta ancora, stando alle dichiarazioni della ministra Stefania Giannini, che conferma la cifra stabilita dal governo, di giocare al ribasso rispetto ai 250/300 mila lavoratori della scuola beneficiari della sentenza.
Ma le questioni aperte non si esauriscono al mondo della scuola, infatti la sentenza a rigor di logica riguarda tutti i lavoratori precari, a partire da quelli del pubblico impiego, e in ogni caso è una sentenza che sconfessa lo stesso impianto del Jobs act. In sostanza Renzi è sul fronte dei diritti dei lavoratori ben più a destra delle normative dell'Ue imperialista, ultraliberista e antipopolare, il che è tutto dire.
Certamente la sentenza mostra che il piano sulla “Buona Scuola” è inadeguato di fronte alle lacune del sistema scolastico italiano e va respinto, non soltanto per il gioco al ribasso sull'assunzione di precari, ma anche per la prevista l'abolizione del CCNL, degli scatti di anzianità e il raddoppio dell'orario di lavoro a parità di salario.
Bisogna battersi per l'assunzione di tutti i precari della scuola e della pubblica amministrazione, ma anche per l'abolizione del Jobs act, per la piena occupazione, per l'aumento dell'indennità di disoccupazione, per l'abolizione del precariato, per l'aumento dei salari e delle pensioni sociali, minime e più basse, per la pensione, la sanità e l'istruzione pubbliche.
In ogni caso il governo del Berlusconi democristiano non merita alcuna fiducia. Va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.

3 dicembre 2014