Renzi privatizza a tutto spiano
Enel, Ferrovie, Poste, Enav, Sace e Ansaldo ai privati

Altro che “rottamare per ammodernare il Paese”: Renzi e il suo nero governo danno il via a un nuovo giro di privatizzazioni per finire di spolpare il Paese.
Il Berlusconi democristiano e il ministro dell'Economia Padoan hanno ripreso in mano il fascicolo sulle privatizzazioni già presentato a inizio legislatura per dare immediata esecuzione alla vendita di una ulteriore tranche del 5% del pacchetto azionario di Enel ancora in mano pubblica. Poi toccherà al 40% di Ferrovie e a primavera sarà la volta di Poste che vedrà ridotti gli stanziamenti pubblici per la consegna della corrispondenza, quindi toccherà all'Enav e a chiudere la Sace.
“Per Enel la procedura è ormai completata: basta un 'clic' e si può partire” hanno annunciato pomposamente Renzi e Padoan che da questa operazione contano di racimolare circa due miliardi.
In realtà si tratta anche in questo caso (come è avvenuto negli ultimi decenni a partire dal grande privatizzare Prodi che tra il 1972 e il 1994 ha “regalato” le migliori aziende pubbliche ai privati) di una vera e propria svendita a favore dei pescecani capitalisti e finanziari che non vedono l'ora di affondare ancora di più le mani sul colosso pubblico dell'energia proprio ora che il valore delle azioni Enel è in calo e da metà giugno è passato da 4,46 euro a 3,69 fino al picco negativo di 3,55 a metà ottobre.
Seguirà a ruota la privatizzazione di Poste di cui è prevista la cessione di circa il 40% tra la primavera e l'estate del prossimo anno. A settembre Renzi aveva bloccato l'operazione per attendere il rapporto dell'Agcom (l'Authority delle comunicazioni) sui fondi (350 milioni) indirizzati a Poste per il "Servizio postale universale" fornito in base all'accordo con il ministero dello Sviluppo economico. Per i prossimi anni quegli stanziamenti si ridurranno a 260 milioni e il presidente Caio sta predisponendo un piano che sarà presentato nelle prossime settimane per illustrare proprio come il servizio postale "classico", in poche parole le lettere, si trasformerà in conseguenza del taglio ai suoi trasferimenti. Una delle misure consisterà nella riduzione della frequenza nella consegna delle missive in alcune zone periferiche del Paese. In un 10-15% del territorio nazionale la distribuzione potrebbe avvenire a giorni alterni e non quotidianamente. Un passaggio obbligato questo per poi rendere operativa la cessione del 40% con un introito stimato di 4 miliardi.
L'ultima, almeno per il momento, e più consistente privatizzazione riguarda le Ferrovie dello Stato. Sul dossier che contiene la svendita di un altro 40% di Fs sta lavorando un gruppo di lavoro che è stato appena istituito con una finalità ben precisa: rendere possibile la vendita entro la fine del 2015 senza lo "spezzatino" tra beni e rete che pure era stato preso in considerazione fino a poche settimane fa. Ciò dovrebbe garantire al governo un incasso di quasi 5 miliardi, sempre che il mercato risponda positivamente.
Nel 2015 ci sarà una nuova ondata di privatizzazioni per oltre 15 miliardi di euro a partire dalle cessione di importanti quote di Enav, la società che gestisce il controllo del traffico aereo, la Sace che assicura il commercio con l'Estero, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts.
E che a guadagnarci saranno soprattutto i “compratori” lo conferma la recente vicenda della svendita di Rai Way: stimata per 150 milioni, venduta a 250 ma ora il titolo in borsa è in rialzo del 4,68%. Ma Renzi e Padoan continuano a ripetere che “questo deve essere il metodo".

3 dicembre 2014