22° Anniversario della fondazione del Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria
SENZA IL PMLI E' IMPOSSIBILE ABBATTERE L'IMPERIALISMO E CONQUISTARE IL SOCIALISMO

di Giovanni Scuderi

Nel momento in cui celebriamo con grande entusiasmo il 22° Anniversario della fondazione del PMLI, che cade il 9 Aprile, il nostro primo pensiero va ai gloriosi e meravigliosi militanti e simpatizzanti attivi del Partito. Queste compagne e questi compagni, alcuni dei quali sulla breccia da 32 anni, considerando anche i dieci anni della preparazione del Partito, hanno il merito storico di aver dato vita per la prima volta nella storia del movimento operaio italiano a un autentico Partito proletario, rivoluzionario e marxista-leninista. Un obiettivo che non era riuscito nemmeno ai gloriosi fondatori del PCI in quanto la borghesia ne prese subito la direzione e lo dirottò su un terreno democratico borghese.
Il nostro secondo pensiero va agli anticapitalisti che sprecano la loro vita militando inconsapevolmente nelle varie organizzazioni parlamentari e non, falsamente comuniste. Si tratta di una notevole e decisiva forza, in grado di dare una forte scossa alla situazione politica italiana se si liberasse dei partiti di provenienza e si orientasse verso il PMLI.
Moltissimi di questi anticapitalisti tuttora non ci conoscono, ma chi di loro sa già della nostra esistenza, a parte singoli casi, ancora indugia a prendere contatto col PMLI ed aprire un confronto, un dialogo e una collaborazione con esso.
Cos'è che li frena, che gli impedisce di compiere questo passo? Non possiamo pensare che ciò sia dovuto a una semplice pigrizia politica o al timore di affrontare una discussione che potrebbe mettere a nudo delle debolezze politiche e delle scelte errate. Forse le vere cause stanno nei pregiudizi anti marxisti-leninisti, nella perdita di fiducia nel socialismo, nelle illusioni parlamentari, elettorali, riformiste e pacifiste oppure in quelle movimentiste e terroristiche, nella paura di separarsi dal vecchio ambiente e dalle vecchie amicizie e di affrontare una nuova militanza piena di rischi e sacrifici sfidando il mondo intero.
Potrebbero esserci anche altre cause che tengono lontani dal PMLI gli anticapitalisti diversamente organizzati, comunque essi non possono sfuggire alla necessità e al dovere di fare un bilancio di classe e alla luce del marxismo-leninismo-pensiero di Mao della storia del movimento operaio italiano e internazionale e della loro militanza e di confrontarsi col nostro Partito. Se trarranno un bilancio corretto, capiranno che senza il PMLI è impossibile abbattere l'imperialismo e conquistare il socialismo.
E' inimmaginabile che alla lunga degli anticapitalisti autentici, sinceri e conseguenti possano seguire quell'imbroglione trotzkista di Bertinotti che vuole semplicemente "un'alternativa di società", non quindi del sistema capitalista, mentre Marx ed Engels dicono chiaramente che "non può trattarsi per noi di una trasformazione della proprietà privata, ma della sua distruzione; non del mitigamento dei contrasti di classe, ma della abolizione delle classi; non del miglioramento della società attuale, ma della fondazione di una nuova società". (da "Indirizzo del Comitato centrale della Lega del marzo 1850", opere complete, vol. 10, p. 281)
Noi marxisti-leninisti siamo fermamente intenzionati a mettere in pratica in Italia questa immortale e universale indicazione di Marx ed Engels, già attuata vittoriosamente da Lenin e Stalin e Mao nei rispettivi paesi, e quindi lanciamo un pressante appello a tutti gli anticapitalisti che vogliono partecipare a questa titanica impresa a prendere subito posto dentro il PMLI o al suo fianco. La costruzione del Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria è infatti attualmente il principale compito e il primo dovere di ogni rivoluzionaria e di ogni rivoluzionario.
Specialmente nella situazione odierna in cui occorre fare acquisire al proletariato una coscienza rivoluzionaria che ha perso da tempo a causa della deideologizzazione e decomunistizzazione operate dai revisionisti. Un lavoro enorme, che richiede molto tempo e preparazione, ma che è assolutamente necessario affinché il proletariato da classe in sé si trasformi in classe per sé, ossia che abbia la consapevolezza della sua natura, dei suoi compiti, del suo ruolo di classe generale destinata a succedere alla borghesia al potere e a por fine una volta per tutte a ogni forma di sfruttamento dell'uomo sull'uomo, e ad emancipare l'intera umanità.
Capiranno gli autentici anticapitalisti diversamente organizzati e ancora sotto il controllo dei falsi comunisti di destra o di "sinistra" il senso profondo del nostro appello e le grandi responsabilità storiche, politiche e organizzative che pesano sulle loro spalle? I fatti ci daranno la risposta reale.
In ogni caso noi andremo avanti sulla nostra strada conformemente a quanto è stato stabilito dal 4° Congresso nazionale del PMLI. Lavoreremo con ardore, dosando bene le forze, concentrandosi sulle priorità, non trascurando lo studio e radicandoci nel nostro ambiente di lavoro, di studio e di vita, per costruire un grande, forte e radicato Partito. Continueremo a lottare contro il governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema, di Gladio e della controriforma costituzionale, contro l'imperialismo italiano, europeo e americano che si è macchiato di un nuovo orrendo crimine aggredendo la Serbia, contro la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista, per l'Italia unita, rossa e socialista.
In questo quadro voteremo "No" al referendum del 18 aprile e ci asterremo alle elezioni europee e amministrative del 13 giugno.
Niente e nessuno riuscirà a distoglierci dai nostri compiti rivoluzionari e a farci desistere dal vivere e lottare per la causa del socialismo, del proletariato e del PMLI.
Alle sirene della borghesia, dei revisionisti e dei neorevisionisti di destra e di "sinistra", noi rispondiamo con le parole usate da Lenin, all'inizio del secolo, nei primi 18 anni della costruzione del Partito bolscevico. Eccole: "Piccolo gruppo compatto, noi camminiamo per una strada ripida e difficile tenendoci con forza per mano. Siamo da ogni parte circondati da nemici e dobbiamo quasi sempre marciare sotto il fuoco. Ci siamo uniti, in virtù di una decisione liberamente presa, allo scopo di combattere i nostri nemici e di non sdrucciolare nel vicino pantano, i cui abitanti, fin dal primo momento, ci hanno biasimato per aver costituito un gruppo a parte e preferito la via della lotta alla via della conciliazione". (da "Che fare?", febbraio 1902, opere complete, vol. 5, p. 327).
Coi maestri vinceremo!