22 milioni di disoccupati in Europa
In Italia crolla l'occupazione. Quintuplicata la cassa integrazione

La crisi economica non è per nulla finita, non abbiamo affatto imboccato la fine del tunnel e gli indicatori sulla disoccupazione in Europa lo ribadiscono. Secondo i dati diffusi a inizio settembre dall'istituto europeo Eurostat nel luglio scorso i disoccupati sono oltre 21 milioni, di cui 15 nell'area euro; sono cresciuti di 5 milioni rispetto al luglio del 2008 e di 225 mila rispetto al giugno scorso.
Una situazione confermata anche dai dati dell'osservatorio "Ebitemp", l'ente bilaterale per il lavoro temporaneo, che registrano per il mese di giugno una perdita di posti di lavoro interinali del 30% rispetto all'anno prima, pari a 100 mila posti di lavoro in meno.
In termini percentuali la disoccupazione nei paesi dell'area euro è arrivata a luglio al 9,5%, rispetto al 9,4% di giugno e al 7,5% del luglio 2008; nell'Europa a 27 ha raggiunto il 9%, rispetto all'8,9% di giugno e al 7% di un anno fa. In particolare per i paesi dell'area euro è cresciuto il tasso di disoccupazione per gli uomini dal 6,9% al 9,3% e per le donne dall'8,3 al 9,8%. Ancora peggiore il dato dei giovani sotto i 25 anni che registrano un tasso di disoccupazione al 19,7%; spicca in negativo il dato della Spagna di Zapatero dove il tasso di disoccupazione giovanile arriva al 38,4%.
Per quanto riguarda l'Italia valgono anche i dati diffusi dall'Istat che registrano una perdita di occupazione soprattutto nelle grandi imprese. I dati riferiti al giugno scorso segnalano che nell'industria, e in particolare nelle imprese farmaceutiche e in quelle specializzate in prodotti di elettronica di precisione e della gomma, i posti di lavoro persi sono il 9,7% su base annuale e senza considerare la cassa integrazione; in calo dell'1,1% anche l'occupazione nei servizi. Un crollo evidente dell'occupazione, mitigato in parte finora dalla cassa integrazione che è quintuplicata e che nel giugno scorso ha registrato il numero di interessati più alto dal 2000. Nelle imprese la cassa integrazione è stata usata per una quota pari al 4,1% delle ore lavorate (41 ore su 1000 ore lavorate) mentre nelle grandi imprese il dato è all'11% (111 ore per mille ore lavorate).  
A giugno hanno perso il lavoro anche circa 100 mila lavoratori interinali, il 31,9% di posti di lavoro in meno su base annuale, il 2,4% in meno rispetto a maggio. E il dato si riferisce solo a lavoratori interinali impegnati a tempo pieno, quindi i posti di lavoro effettivamente persi sono molti di più.
Ha un bel dire il ministro del Welfare Sacconi che "l'Italia ha contenuto gli effetti della crisi sull'occupazione grazie agli ammortizzatori sociali". Non è proprio così e comunque, ha denunciato la Cgil, se il governo "non provvede urgentemente alla proroga della disoccupazione, altre decine di migliaia di lavoratori verranno lasciati indietro nonostante le reiterate promesse".

16 settembre 2009