Dall'inizio della crisi nel 2007
27 milioni di disoccupati in più nel mondo

Nel corso dei prossimi 10 anni, il mondo si troverà ad affrontare una "sfida urgente" ovvero creare 600 milioni di posti di lavoro produttivi per "poter garantire una crescita sostenibile e preservare la coesione sociale" sostiene il rapporto annuale sull'occupazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) recentemente diffuso. Una sfida difficile in presenza di una pesante crisi economica che va nel senso opposto come riconosce lo stesso rapporto: "dopo tre anni di crisi continuata dei mercati del lavoro e di fronte alla prospettiva di un ulteriore peggioramento della situazione economica mondiale, la disoccupazione ha raggiunto la cifra di 200 milioni di persone a livello globale".
Ed è proprio il rapporto che mette in evidenza che siccome la "ripresa" del 2009 è stata breve, sono ben 27 milioni i disoccupati in più nel mondo rispetto a quando la crisi è iniziata. Detto con altri numeri il rapporto tra la popolazione in età da lavoro e gli occupati ha fatto registrare un dato record negativo tra il 61,2% del 2007 e il 60,2% nel 2010.
Se al numero dei senza lavoro si aggiungesse anche quello di chi ha perso le speranze di trovarlo e quindi diventa "inattivo" e esce dalle statistiche ufficiali ci sarebbero altri 30 milioni di disoccupati per una cifra totale di disoccupazione mondiale di 225 milioni.
Ci sono inoltre altri 900 milioni di lavoratori che vivono attualmente al di sotto della soglia di povertà fissata in una paga di 2 dollari al giorno, specialmente nei paesi in via di sviluppo, 55 milioni in più dall'inizio della crisi. Un numero enorme che corrisponde a circa il 30% del totale dei lavoratori nel mondo.
"I responsabili politici devono agire in maniera determinata e coordinata per incentivare gli investimenti privati affinché il settore privato possa ricominciare a svolgere il suo ruolo di motore principale della creazione di posti di lavoro", conclude il rapporto, mettendo la speranza di una soluzione nelle mani dei responsabili di disoccupazione e impoverimento dei lavoratori, cioè i capitalisti e i loro governi.

7 marzo 2012