Uniti in piazza, le forze politiche, sindacali, sociali, studentesche a sinistra del PD e di SEL danno vita a Roma alla prima manifestazione nazionale ufficiale contro il governo Monti
150 mila gridano all'unisono: Monti vattene
Una enorme piovra che manovra i suoi burattini: Obama, Merkel, Monti e Draghi. Tante bandiere rosse. Cantata "Bella ciao". Invocato lo sciopero generale. Contestato Bertinotti
La delegazione nazionale del PMLI, diretta da Claudia Del Decennale, coadiuvata da Denis Branzanti, diffonde l'appello "Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo"

Dalla nostra inviata speciale
In oltre 150mila si sono riversati a Roma, il 27 ottobre nella prima manifestazione nazionale ufficiale per le dimissioni del governo Monti, come recitava lo striscione di apertura del combattivo corteo: "Con l'Europa che si ribella. Cacciamo il governo Monti", sfidando le previsioni atmosferiche negative, la criminalizzazione governativa, la blindatura della città, il silenzio della stampa, l'assenza di PD, SEL, IDV, M5S, di Cgil e Fiom e dimostrando che esiste un'opposizione di massa antigovernativa che vuole andare fino in fondo.
Tra i promotori della manifestazione i "sindacati di base" Unione Sindacale di Base, Cobas, CUB Roma, e l'area sindacale Rete 28 aprile - opposizione Cgil, che hanno convogliato in piazza la protesta di migliaia di lavoratori di ogni settore, con le dure vertenze che caratterizzano la crisi del capitalismo in Italia. Spiccavano per combattività gli operai provenienti dall'Ilva di Taranto, quelli delle Acciaierie di Terni, quelli della Fiat, presenti con lo striscione della Confederazione dei Cobas di Mirafiori, ma anche gli operai di Pomigliano, di Melfi, i delegati del Carbosulcis e Fincantieri. La presenza operaia è stata ampiamente qualificata e rappresentativa della lotta operaia, nonostante la mancata adesione alla manifestazione della Fiom di Landini che ha costretto la stragrande maggioranza degli operai in lotta contro il governo a rimanere a casa. Da segnalare, nonostante la mancata adesione dell'area a livello nazionale e l'assenza del suo dirigente, Gianni Rinaldini, la presenza de "La Cgil che Vogliamo" della Filcams di Roma e Lazio, forte segnale di una discussione in atto dentro l'area programmatica della Cgil sulle posizioni da assumere rispetto alle mobilitazioni antigovernative. In corteo anche i vigili del Fuoco, gli insegnanti, tra cui i Docenti contro la legge Aprea. Ben rappresentati con diversi striscioni i precari, tra cui il Coordinamento Precari Scuola, i Precari Uniti contro i tagli.
La manifestazione ha saldato, in un'unica richiesta "Monti vattene", le lotte dei lavoratori e degli studenti a quelle dei territori, rappresentati da vari comitati, tra cui NO TAV e il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. I disabili del Comitato 16 Novembre hanno sfilato combattivi contro Monti che ha vigliaccamente tagliato i fondi per l'assistenza domiciliare.
Ben rappresentati la componente pacifista del movimento, con diverse sigle, e il mondo giuridico, grazie all'adesione dei Giuristi Democratici di Roma alla protesta.
La manifestazione che per la sua combattività e l'elevata partecipazione si pone in continuità e crescendo con le mobilitazioni che giornalmente si svolgono su temi riguardanti il lavoro, i territori, i servizi, la scuola in ogni parte d'Italia, è stata preceduta nella mattina, dal combattivo corteo del sindacato dei Medici Italiani, che ha portato in piazza migliaia di camici bianchi a Roma e si è svolta in concomitanza con altre piazze di protesta per le dimissioni di Monti, tra cui Cagliari e Viareggio.
Alla manifestazione pomeridiana erano presenti delegazioni di quasi tutti i partiti a sinistra di PD e SEL.
La cifra di 150mila va peraltro ben oltre la capacità organizzativa, messa in campo dai promotori che hanno portato nella Capitale circa 300 pullman, quasi da ogni parte d'Italia e ben oltre le più rosee previsioni di partecipazione, come dicono gli stessi comunicati stampa degli organizzatori emessi immediatamente dopo la manifestazione. Alla manifestazione infatti si sono aggregati spontaneamente migliaia di lavoratori, giovani e pensionati che volevano protestare contro Monti, che si sono appoggiati organizzativamente ai promotori, ma che sono anche in gran parte arrivati a Roma con i propri mezzi.
Per tutto il corteo, il governo Monti è stato preso di mira dalle parole d'ordine, lanciate dai manifestanti, che ne chiedevano le dimissioni e dai cartelli. Tra tutti spiccavano: "Via il governo Monti. Non paghiamo la crisi", "Nel 2013 ci sarà la Ripresa per i fondelli", "sMONTIamo la crisi" e "sMONTIamo le tende e il governo". Tra gli striscioni "servizi e lavoratori non sono sprechi, gli sprechi siete voi", rivolto al governo.
Diversi i cartelli tenuti alti dai giovani contro l'arrogante milionaria ministra del Lavoro Elsa Fornero. Chiesto a più riprese lo sciopero generale.
Nel corteo anche una gigantesca piovra di cartapesta portata del Comitato "No debito" di Torino che rappresentava la finanza internazionale che con i tentacoli manovra i suoi burattini: Obama, Merkel, Monti, Draghi.
La combattiva, vivace e colorata manifestazione, nella quale primeggiava il rosso di tante bandiere, è partita verso le 15 da Piazza della Repubblica, per dirigersi verso Piazza San Giovanni. A più riprese in molti punti del corteo i manifestanti hanno cantato Bella ciao.
L'ex presidente della Camera, l'imbroglione trotzkista e liberale Fausto Bertinotti, è stato duramente contestato all'arrivo in piazza con queste parole: "Bertinotti hai sbagliato manifestazione, vai a fare gli inciuci con Cicchitto. Vergognati, hai anche il vitalizio". I manifestanti hanno dimostrano una forte carica antistituzionale. Dai microfoni del sound system, alcuni di essi hanno denunciato che "i partiti in Parlamento hanno letteralmente calato le mutande davanti a Monti. È un esecutivo di banchieri e ricchissimi. E noi siamo in piazza per dire no a questo scandalo".
Tra le componenti più combattive e avanzate quella studentesca, confluita nel corteo ufficiale partendo dalla Sapienza dietro lo striscione "Piazze invase contro la troika (Fondo monetario internazionale, Unione europea, Banca centrale europea). È l'Europa che ce lo chiede". Lo spezzone del corteo studentesco invece di entrare in Piazza San Giovanni, dove si concludeva la manifestazione, si è diretto alla Tangenziale Est, bloccandola fino all'accesso all'A32, per poi rientrare alla Sapienza di Roma.
Intanto, in una gremita Piazza S. Giovanni la "grande assemblea popolare" preannunciata dagli organizzatori si è risolta nel solito comizio-passerella preelettorale.

Il PMLI
Alla storica manifestazione, alla quale avevano aderito ufficialmente il PMLI e "Il Bolscevico", era presente il Partito con una Delegazione nazionale composta da compagne e compagni provenienti dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Toscana, dall'Emilia-Romagna, dalla Lombardia e dal Piemonte e diretta dalla compagna Claudia del Decennale, coadiuvata dal compagno Denis Branzanti. La rossa, combattiva e compatta Delegazione del Partito ha costituito la punta anticapitalista e antigovernativa più avanzata della manifestazione.
I militanti e i simpatizzanti del PMLI, che indossavano i corpetti con il manifesto "Liberiamoci dal governo della grande finanza, della UE e della macelleria sociale. Solo il socialismo può salvare l'Italia", hanno tenute ben alte le bandiere dei Maestri e del Partito, e i cartelli con lo stesso manifesto e con quello contro la Fornero, lanciando a più riprese la parola d'ordine "Monti vattene" e altre, rilanciate dai manifestanti vicini allo spezzone del Partito. Il Tg3, trasmettendo delle immagini del PMLI, ha fatto sentire quelle gridate dal compagno Denis Branzanti: "Vogliamo un solo disoccupato. Monti sei licenziato" e "No Monti / No Tav". Grande successo per Bella ciao rilanciata anche dalle persone che erano ai lati del corteo.
Punto di forza della Delegazione sono state le compagne che hanno svolto con grande impegno i loro compiti, e diffuso instancabilmente il volantino con l'importante editoriale del compagno Giovanni Scuderi "Uniamoci contro il capitalismo, per il socialismo" e i n. 39 e 33 de "Il Bolscevico".
Al megafono nel lanciare le parole d'ordine si sono alternati i compagni Branzanti e Urgo e la compagna Alba.
È da sottolineare il generoso ed esemplare comportamento dei compagni più anziani che, nonostante l'età e il lungo viaggio affrontato, si sono battuti con lo stesso spirito e lo stesso entusiasmo dei giovani compagni. Degno di elogio un compagno con problemi di salute che ha tenuta ben alta la bandiera del Partito per tutto il percorso.
La Delegazione, grazie alla sua combattività, all'incessante lavoro di tutti i membri e alle parole d'ordine anticapitaliste e per il socialismo, forti e chiare, si è distinta dal resto del corteo per l'intensità con cui ha esposto il dissenso verso il governo Monti ed è riuscita a far arrivare alle masse in piazza un messaggio inequivocabile, superando la barriera della rigida organizzazione e il controllo del servizio d'ordine che non ha dato occasione di mescolarsi e inglobare più manifestanti non organizzati.
In molte occasioni i manifestanti sono venuti a chiederci "Il Bolscevico" e i volantini.
Un lavoro capillare che non è sfuggito questa volta neanche alla stampa borghese. Alcuni compagni sono stati intervistati da TV e quotidiani, anche se poi non sono state rese note. Sono comparse solo le interviste alla compagna Alba su "Il Messaggero" e su "Pubblico", che però non hanno detto che è una marxista-leninista.
Diversi giornalisti stranieri hanno ripreso il Partito e scattato delle foto.
Al concentramento la Delegazione è stata filmata da un gruppo che sta preparando un documentario indipendente sulla crisi. L'Unione Sindacale di Base ha postato su Youtube anche le belle immagini del Partito trasmesse dal Tg3. In internet ci sono tante foto e video del Partito.
Il Partito è entrato in Piazza San Giovanni cantando Bella Ciao, posizionandosi poco distante dal palco dei comizi e in piazza ha ripreso la diffusione dell'editoriale del compagno Scuderi e de "Il Bolscevico".
La Delegazione è stata costantemente seguita via telefono dal Segretario generale del PMLI, che ha ringraziato le compagne e i compagni per l'importante lavoro svolto, e dalla Commissione per il lavoro di organizzazione del CC, che ha inviato alle compagne e ai compagni che hanno partecipato alla manifestazione una lettera di ringraziamento in cui è scritto, tra l'altro: "I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e questa Commissione vi ringraziano dal profondo del cuore per l'importante missione che avete compiuto al servizio del Partito. Sotto la direzione della compagna Claudia Del Decennale, coadiuvata dal compagno Denis Branzanti, voi avete offerto ai manifestanti una forte, rossa, chiara e attraente immagine anticapitalista, antiriformista, rivoluzionaria e antigovernativa del nostro amato Partito". La Commissione continua definendo le compagne e i compagni presenti "coprotagonisti di una manifestazione storica" perché è "la prima manifestazione ufficiale svoltasi nella capitale d'Italia contro il governo Monti".

DUE LINEE
Il 27 ottobre sono emerse due linee contrapposte, divise da un profondo solco ideologico e strategico. Da un lato quella borghese, riformista, parlamentarista, e governista, contenuta negli interventi che i leader delle organizzazioni promotrici hanno svolto dal palco conclusivo della manifestazione e che mira a mantenere la protesta nell'alveo del capitalismo, convogliandola verso l'elettoralismo e il parlamentarismo borghesi.
Dall'altro quella anticapitalista, antistituzionale e rivoluzionaria, rappresentata dalla rossa e combattiva Delegazione del PMLI che ha chiaramente ripetuto per tutta la manifestazione che il capitalismo non può essere riformato e va abbattuto.
Infatti anche liberandosi di Monti, ma rimanendo nell'alveo del capitalismo non ci si libererà mai dai diktat antipopolari del grande capitale, della finanza, della UE. È necessario per liberarsi dal massacro sociale generato dalla crisi capitalistica imprimere una svolta rivoluzionaria al Paese e liberarsi dal capitalismo stesso.
L'editoriale del compagno Giovanni Scuderi che, diffuso lungo tutta la manifestazione e nella piazza conclusiva durante i comizi finali, ha riscosso grande interesse tra i manifestanti più avanzati, indica chiaramente questa strategia, chiarendo che l'unica soluzione alla crisi è "la lotta contro il capitalismo, per il socialismo. Non certo perché siamo fissati, ma perché la storia e i fatti, anche quelli odierni, dimostrano ampiamente e inconfutabilmente che essa è l'unica via per liberarsi dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dalla miseria, dalla disoccupazione, dalle ingiustizie sociali, dalle disuguaglianze sociali, territoriali e di sesso, dalle classi, dalle guerre imperialiste, e per realizzare un nuovo sistema sociale in cui al potere sia il proletariato, la sola classe che può assicurare democrazia, libertà e benessere a tutto il popolo".
Abbiamo fiducia che i manifestanti che hanno osservato con interesse il PMLI in azione, gli operai, gli studenti, i giovani e giovanissimi che cercano un'alternativa e sono giornalmente vittime di questo governo di parassiti milionari, le donne disoccupate, i precari che affollavano il corteo e Piazza San Giovanni, le avanguardie che si pongono la questione dell'autentica alternativa sapranno valutare con attenzione quanto le due linee emerse il 27 ottobre siano inconciliabili e come la strada per l'autentica e definitiva emancipazione dalla crisi sia quella di accogliere l'appello del Segretario generale del PMLI "Uniamoci contro il capitalismo per il socialismo", il che implica sul piano elettorale di valutare con attenzione e fare proprio l'astensionismo tattico marxista-leninista.
Nell'immediato il PMLI lavorerà con tutti i partiti, sindacati, movimenti, per combattere e arrivare alla caduta del governo Monti della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale. Poi ognuno andrà per la propria strada e il PMLI proseguirà la sua per unire il proletariato e le masse popolari e dirigerle fino alla conquista dell'Italia unita, rossa e socialista.
Nell'obbiettivo di perseguire la caduta di Monti, chiediamo che la CGIL estenda ad 8 ore, con manifestazione nazionale a Roma, e non con manifestazioni terrritoriali, lo sciopero generale del 14 novembre, già indetto dai Cobas per tutta la giornata.
Avanti nella lotta senza tregua contro il governo Monti!
Uniamoci con tutti coloro che vogliono abbattere il governo Monti!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!

31 ottobre 2012