28° Anniversario della fondazione del Partito marxista-leninista italiano
Avanti con determinazione e fiducia nella costruzione di un grande, forte e radicato PMLI
di Giovanni Scuderi
Ventotto anni fa, quando il 9 Aprile 1977 fondammo il PMLI, ci siamo presi di fronte al proletariato italiano e internazionale un impegno solenne, quello di costruire un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista.
Quest'impegno era già nella testa dei primi quattro pionieri del PMLI, che dieci anni prima, nel settembre 1967, erano scesi nell'arena politica come marxisti-leninisti ispirati e sospinti dal pensiero e dall'opera di Mao, dalla Grande Rivoluzione Culturale proletaria in Cina e dalle guerre di liberazione nazionale, prima fra tutte quella del Vietnam, che scuotevano dalle fondamenta l'imperialismo mondiale. Solo che non pensavano di essere loro i principali artefici di questa titanica impresa senza precedenti nella storia del movimento operaio italiano. Essi aspiravano semplicemente a contribuirvi militando nel partito che si definiva comunista marxista-leninista. In realtà era un partito falsamente marxista-leninista, che, non appena ne prendono coscienza, abbandoneranno, il 14 dicembre 1969, denunciandolo come copertura a sinistra del PCI revisionista e mettendosi subito a lavorare, assieme a un pugno di altre compagne e compagni, per la fondazione del PMLI.
La nascita del nostro amato Partito costituisce un evento politico e organizzativo storico, poiché fino ad allora il proletariato italiano non aveva mai avuto alla sua testa un autentico Partito rivoluzionario e marxista-leninista, che intendesse veramente guidarlo verso la conquista del potere politico e del socialismo. Né quello di Turati, né quello di Bordiga, Gramsci e Togliatti.
Questo evento straordinario traccia una netta linea di demarcazione tra il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e il revisionismo di destra e di "sinistra", tra il proletariato e la borghesia, tra il socialismo e il capitalismo, e mette in condizioni il proletariato, sui piani ideologico, teorico, politico, programmatico e organizzativo, di tenere testa alla classe dominante borghese e di assolvere interamente e compiutamente il suo ruolo di classe dirigente ed egemone nella lotta di classe, nella rivoluzione socialista e nella costruzione del socialismo.
E' ormai provato dai fatti, dall'esperienza dei falsi partiti comunisti come il PCI, il PRC e il PdCI, che senza la guida del PMLI il proletariato non può uscire dalla legalità istituzionale e costituzionale borghesi e dai confini del capitalismo e realizzare i suoi obiettivi immediati e a lungo termine.
La pratica dimostra che il PMLI non solo è necessario e indispensabile per lo sviluppo della lotta di classe e per la conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato, non solo per combattere colpo su colpo la politica interna ed estera imperialista della classe dominante borghese, dei suoi governi e delle sue istituzioni, ma anche per aiutare e dirigere le masse proletarie, lavoratrici, popolari, dei pensionati, dei disoccupati, dei giovani e delle donne a risolvere i loro interessi e bisogni materiali immediati.
Ma finché il Partito sarà piccolo e confinato in poche città è impossibile assolvere bene e compiutamente tutti questi compiti, soprattutto a livello nazionale. Dobbiamo quindi decuplicare gli sforzi per costruire un grande, forte e radicato PMLI, mantenendo però il passo da montanaro e la concentrazione sulle priorità, e tenendo presente le proprie condizioni di salute, professionali e familiari.
Tutte le compagne e i compagni, ai quali rivolgo a nome del Comitato centrale e dell'Ufficio politico un caloroso augurio e un profondo ringraziamento per gli immensi sacrifici che compiono per il trionfo della causa, sanno già quello che devono fare, perché il Partito e "Il Bolscevico" ne parlano in continuazione, con particolare intensità e concretezza dal 4° Congresso nazionale del Partito in poi. Ma in questo momento dobbiamo porre una particolare attenzione su tre elementi chiave per far avanzare la costruzione, lo sviluppo e il radicamento del Partito.
Questi tre elementi chiave sono costituiti dalla concezione proletaria del mondo, dalla corretta concezione del Partito del proletariato, dalla conoscenza approfondita della linea generale e della linea di massa del Partito. Se non si posseggono questi tre elementi, e al più alto grado, inevitabilmente la nostra mente, la nostra pratica sociale e il nostro stile di lavoro sono sotto l'influenza della borghesia, dell'idealismo, dell'individualismo, del revisionismo di destra o di "sinistra", del riformismo e del parlamentarismo.
Dobbiamo quindi studiare e ristudiare le cinque opere fondamentali marxiste-leniniste per trasformare il mondo e se stessi, la linea organizzativa del Partito, con particolare riguardo al centralismo democratico, alla disciplina proletaria e alla critica e alla autocritica, la linea generale per non perdere di vista la strategia, e la linea di massa in riferimento soprattutto alla politica di fronte unito per non cascare in errori di destra o di settarismo.
Quanto più noi siamo in grado di padroneggiare il materialismo storico e il materialismo dialettico, la strategia e la tattica del Partito, la linea organizzativa del Partito, tanto più saremo in linea col Partito e scongiuriamo il pericolo di cadere nel revisionismo di destra e di "sinistra", miglioreremo il lavoro collettivo e i metodi di direzione e otterremo dei successi.
Solo uniformando la nostra mente, la nostra pratica sociale, il nostro stile di lavoro e il nostro spirito agli insegnamenti dei maestri e del Partito noi potremo dire di essere col e del Partito e il nostro lavoro individuale andrà a beneficio del lavoro collettivo della propria istanza e di tutto il Partito.
Noi tutti, dirigenti e semplici militanti, dobbiamo fare a gara per servire con tutto il cuore il proletariato, il popolo, il Partito e la causa, senza mai tirarci indietro nei compiti che ci affida il Partito e caricandoci dei fardelli più pesanti. In questo dobbiamo imparare dalle compagne e dai compagni veterani che da decenni, a volte nel più totale anonimato, tirano umilmente la "carretta" senza mai lamentarsi e chiedere il cambio. Come dice Mao "Un lavoro duro è come un fardello posto davanti a noi: è una sfida a caricarcelo sulle spalle. Certi fardelli sono leggeri, altri pesanti. Alcuni preferiscono i fardelli leggeri a quelli pesanti; prendono i primi e lasciano i secondi agli altri. Questo non è un atteggiamento corretto. Alcuni compagni si comportano diversamente: lasciano le comodità agli altri e si caricano i fardelli più pesanti; sono i primi ad affrontare le privazioni e gli ultimi a godere delle comodità. Essi sono buoni compagni. Dobbiamo tutti imparare dal loro spirito comunista" (da "Sui negoziati del Chungking, 17 ottobre 1945, Opere scelte, vol. 4, pag. 55.).
Nella Lunga Marcia politica e organizzativa iniziata nel 1967, gli attuali militanti del PMLI, dalla prima all'ultima leva, stanno facendo il massimo perché il Partito del proletariato, della riscossa e della vittoria sia in grado di infliggere colpi sempre più duri e devastanti alla classe dominante borghese, al suo regime neofascista, presidenzialista e federalista e al governo del neoduce Berlusconi, ma occorrono nuove energie intellettuali e fisiche, nuove forze fresche per rafforzare e rendere più potente, più influente e più incisivo il PMLI.
Sappiamo benissimo che non è facile oggi essere marxisti-leninisti e membri del PMLI, eppure è quello che devono fare i fautori del socialismo se credono veramente nel socialismo e vogliono lottare concretamente per il socialismo.
Quando la situazione non è rivoluzionaria, come quella attuale in Italia, e quando sono ancora forti le illusioni elettorali, parlamentari e governative sulla stragrande maggioranza dell'elettorato di sinistra, come si è visto in queste elezioni regionali, è difficile essere rivoluzionari, ma è proprio in queste circostanze che si misurano i rivoluzionari e occorrono i rivoluzionari.
"Non è difficile essere un rivoluzionario quando la rivoluzione è già scoppiata e divampa - rileva Lenin -, quando tutti aderiscono alla rivoluzione, per una semplice inclinazione, per seguire la moda, talvolta anche per ragioni di carattere personale. Anzi, dopo la vittoria, il proletariato va incontro a fatiche durissime e subisce sofferenze, per così dire, tormentose per 'liberarsi' di questi pseudorivoluzionari. E' cosa molto più difficile - e molto più preziosa - saper essere rivoluzionari quando non esistono ancora le condizioni per una lotta diretta, aperta, realmente di massa, realmente rivoluzionaria; saper propugnare gli interessi della rivoluzione (con la propaganda, l'agitazione e l'organizzazione) nelle istituzioni non rivoluzionarie e spesso addirittura reazionarie, in un ambiente non rivoluzionario, tra una massa incapace di comprendere subito la necessità del metodo rivoluzionario di azione. Saper trovare, sentire, delineare giustamente la via concreta o la particolare svolta degli avvenimenti che avvicini le masse all'ultima grande lotta rivoluzionaria, effettiva, risolutiva: ecco il compito principale del comunismo contemporaneo nell'Europa occidentale e in America (da "L''estremismo', malattia infantile del comunismo", 27 aprile 1920, opere complete, Editori Riuniti, vol. 31, p. 86)
Abbiamo appurato che nelle presenti condizioni è difficile essere rivoluzionari marxisti-leninisti ma non impossibile. Come lo siamo noi perché non dovrebbe essere concesso ad altri? Soprattutto nelle nuove generazioni ci sono dei potenziali rivoluzionari marxisti-leninisti, lavoriamo per far conoscere ad essi il nostro Partito e la nostra proposta politica.
Chi fra queste ragazze e ragazzi, operai, disoccupati, studenti, e fra i fautori del socialismo ha il nostro stesso spirito pionieristico di aprire concretamente la via dell'Ottobre in Italia, prima o poi si farà avanti e si unirà a noi, e assieme e alla testa della classe operaia e delle masse alleate faremo crollare il vecchio mondo e costruiremo il nuovo mondo socialista.
Avanti con determinazione e fiducia nella costruzione di un grande, forte e radicato PMLI!
Fautori del socialismo e rivoluzionari, unitevi al PMLI per l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi maestri e con il PMLI vinceremo!

6 aprile 2005