Un interminabile corteo a Roma
300.000 in piazza per l'acqua pubblica, contro il nucleare e contro la guerra alla Libia
Tanti Comitati per l'acqua pubblica e quelli "Vota Sì per fermare il nucleare". Le bandiere rosse mescolate con quelle blu acqua, giallo-nere antinucleare e arcobaleno. Un falso de "il manifesto": "non si è ascoltato un solo slogan su Berlusconi e il governo"
La Delegazione nazionale del PMLI diretta da Branzanti denuncia il coinvolgimento dell'Italia nella guerra imperialista alla Libia

Dal nostro inviato speciale
Una grande, partecipata e colorata manifestazione quella che si è tenuta a Roma sabato 26 marzo indetta dal Comitato "2 Sì per l'acqua bene comune". Gli organizzatori hanno stimato 300mila presenze.
Una manifestazione nazionale che aveva al centro i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua che si terranno il prossimo 12-13 giugno, ma che è stata allargata al No al ritorno al nucleare, per il quale si voterà negli stessi giorni, ed emerso prepotentemente all'attenzione dopo la tragedia che ha sconvolto il Giappone, e all'opposizione alla guerra imperialista alla Libia.
Ma il tema dominante è stato quello dell'acqua, che ha attraversato il lungo corteo partito da Piazza della Repubblica e che ha sfilato sino a Piazza San Giovanni.
Un corteo aperto dagli striscioni "2 Sì per l'acqua bene comune" e "Sì per fermare il nucleare, la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia", seguiti dai sindaci che si sono schierati a favore dei referendum e dai tantissimi comitati territoriali che hanno raccolto oltre 1.400.000 firme; ancora più dietro i Comitati antinucleare, gli studenti, i Comitati e le associazioni come quelli di Chiaiano e di Marano contro le discariche, No Tav, Legambiente, Arci, Emergency, Wwf, poi i sindacati con una folta delegazione dei Cobas e in fondo i partiti, nel rispetto di una "militarizzazione" del corteo, oramai tanto diffusa quanto assurda, dove era presente anche una Delegazione nazionale del PMLI, diretta dal compagno Denis Branzanti e composta da militanti e simpatizzanti del Lazio, della Puglia, dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Lombardia.
Nel corteo era prevalente l'azzurro dell'acqua, molti avevano con sé rubinetti finti e la faccia dipinte di gocce, tanti i cartelli autoprodotti in difesa dei beni comuni e contro il nucleare, forte anche l'opposizione alla guerra alla Libia con cartelli come "'No alla nuova guerra del petrolio'', presenti le bandiere verdi di studenti libici, uno striscione recitava "Acqua Terra Beni comuni. Ribellarsi è giusto".
Tra i vari partiti come PD, SEL e FED, non poteva mancare la "passerella" di esponenti politici in "disgrazia" e in cerca di rilancio come Bertinotti e Giordano, o in "ascesa" come il "chierichetto" Vendola che ha dichiarato: "privatizzare l'acqua è una bestemmia contro Dio" e non, evidentemente, un provvedimento contro le masse lavoratrici e popolari. Oltretutto mentre da governatore della Puglia da 6 anni non ha ancora ripubblicizzato l'Acquedotto regionale.
Di ben altro tono la partecipazione della piccola ma qualificata e combattiva Delegazione del PMLI, presente con le bandiere dei Maestri e del Partito e il cartello con i manifesti "Via l'Italia dalla guerra alla Libia. Libia libera da Gheddafi e dagli imperialisti. Abbattiamo il governo guerrafondaio di Berlusconi" e per i 2 Sì al referendum acqua. I marxisti-leninisti hanno diffuso centinaia di copie del volantino contro la guerra alla Libia e numerose copie Il Bolscevico n° 12 e lanciato continuamente parole d'ordine come "L'acqua è un diritto / fondamentale / bene pubblico / da non privatizzare", "Il Giappone l'ha confermato / il ritorno al nucleare / dev'essere fermato", "In piazza per un nuovo 25 Aprile / questo regime / deve finire", "Libia libera / da Gheddafi / e dagli imperialisti".
La Delegazione del PMLI non è certo passata inosservata, come sempre tantissime le fotografie scattate ai nostri compagni, in un momento presi addirittura "d'assalto" dai fotografi. Alcuni giovani hanno sfilato dall'inizio alla fine assieme al Partito unendosi al lancio delle parole d'ordine così come altri facevano a più riprese. A proposito del lancio degli slogan, è da denunciare il falso de il manifesto, che ha scritto di non aver udito nemmeno una parola d'ordine contro Berlusconi e il suo governo. Evidentemente, o il quotidiano trotzkista è "sordo" o proprio non ha voluto sentire i cori del PMLI particolarmente decisi nell'attaccare il governo del nuovo Mussolini. Tornando allo spezzone di corteo del PMLI, diversi hanno chiesto i manifesti contenuti nei "corpetti" e qualcuno anche la bandiera del Partito, che però da regola non può essere ceduta a chi non è militante o simpatizzante attivo; rilasciate alcune interviste a freelance e giornali on-line.
In Piazza San Giovanni si sono susseguiti numerosi interventi di comitati di lotta, anche dall'estero, intervallati da momenti musicali.
In contemporanea alla manifestazione di Roma ve ne è stata una del Comitato "2 Sì per l'acqua bene comune" di Parigi sul Pont des Arts.
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI ha scritto ai membri della Delegazione del Partito. Nel messaggio tra l'altro si legge: "i dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi, vi ringraziano sentitamente e vi esprimono profonda riconoscenza per la missione che avete compiuto... avete rappresentato al meglio l'intero Partito.
Grazie alla vostra combattività, compattezza e determinazione, tutti i manifestanti hanno potuto constatare che il PMLI non è secondo a nessuno nella lotta contro la guerra imperialista alla Libia, contro il nucleare e per l'acqua pubblica.
Le nostre bandiere rosse, che voi orgogliosamente avete tenuto ben alte, hanno dato una pennellata antimperialista al quadro di tante bandiere blu acqua, giallo-nere antinucleari e arcobaleno. Voi vi siete impegnati al massimo per far sentire la voce antimperialista e antigovernativa del PMLI, smentendo 'il manifesto' che, tramite la penna di Angelo Mastrandrea, ha sostenuto che 'non si è ascoltato un solo slogan su Berlusconi e il governo"'.

30 marzo 2011