Lettera di Scuderi alla Direzione e alla Redazione Centrale del Bolscevico Una splendida ed entusiasmante festa per i 30 anni del Bolscevico

Discorso di Mino Pasca alla Festa per i 30 anni de "Il Bolscevico'''
Un faro che educa e chiama a raccolta gli anticapitalisti e indica al proletariato la via della riscossa e del socialismo

Il Bolscevico ha trent'anni e noi festeggiamo questo storico anniversario con orgoglio e ammirazione. L'orgoglio di partecipare alla sua entusiasmante e straordinaria avventura politico-giornalistica, e ammirazione verso tutti coloro che hanno contribuito a questo prodigio del proletariato. Anzitutto ammirazione nei confronti del compagno Giovanni Scuderi che insieme agli altri tre primi pionieri lo fondò il 15 dicembre 1969 e ne è stato a lungo il primo direttore politico, l'ha modellato, plasmato e diretto e continua a ispirarlo tutt'oggi con una preziosa opera educativa di cui gli siamo e saremo profondamente grati. Ammirazione verso la direttrice responsabile Monica Martenghi, il redattore capo Loris Sottoscritti, i redattori centrali, i collaboratori e corrispondenti locali che sono gli infaticabili e intelligenti artefici di questo prodigio che si ripete a cadenza settimanale a cui dedicano ogni loro energia fisica e mentale, anche fino a notte fonda, con passione e dedizione, senza ricevere compensi e sempre dopo una dura e snervante giornata lavorativa di tipo professionale. E ammirazione verso i coraggiosi e insostituibili diffusori militanti che materializzano e danno carne e ossa al nostro giornale, lo fanno conoscere in modo vivo tra gli operai, studenti e le masse popolari e favoriscono la discussione e la dialettica e, con esse, quel ciclo virtuoso dalle masse alle masse che contraddistingue l'azione dei marxisti-leninisti.
Senza rinunciare ai vantaggi derivanti dall'uso delle nuove tecnologie, riaffermiamo la centralità della diffusione militante preferendo di gran lunga la realtà reale alla realtà virtuale. Coloro che si illudono e illudono che l'affermazione di Internet abbia taumaturgicamente democratizzato il mondo dimenticano che già oggi esso è ipotecato da un pugno di multinazionali e non hanno in alcun modo fatto tesoro dell'esperienza degli anni '70, quando quelle che enfaticamente erano state battezzate "Tv libere'' partorirono ben presto un inedito e ancor più mostruoso monopolio televisivo che ha sancito l'ascesa del magnate neofascista e piduista Berlusconi.
Il Bolscevico si presenta come un giornale originale e unico nello storia della stampa italiana, perché mai prima il proletariato e la causa del socialismo in Italia avevano potuto contare su un giornale che non fosse egemonizzato, come è stato per l'Avanti! prima, per l'Unità dopo e per il manifesto e Liberazione oggi, da borghesi camuffati da rivoluzionari, da riformisti, revisionisti e trotzkisti preoccupati unicamente di ammantare il loro liberalismo con una fraseologia socialista e comunista. Oggi che i marxisti-leninisti vengono assimilati dalla propaganda di regime a una sorta di appestati e untori da temere, isolare e demonizzare, può apparire quasi scontato che esso sia l'unica voce marxista-leninista del proletariato e delle masse popolari, eppure ieri, quando apparve il primo numero, in pieno "autunno caldo'', dovette competere ad armi impari con un'infinità di giornali sedicenti marxisti-leninisti e rivoluzionari lautamente foraggiati e sostenuti dalla borghesia, i cui dirigenti di allora si sarebbero nel tempo definitivamente smascherati arrivando a occupare i posti chiave della seconda repubblica, dal governo alla Tv, dalle istituzioni ai vertici di tutti i partiti parlamentari, dai sindacati collaborazionisti al sistema delle imprese. Ora quelle pecorelle smarrite son tornate all'ovile ma sarebbe più corretto dire sono arrivate alla greppia borghese grazie ai servigi prestati nel corrompere e turlupinare il proletariato e i giovani rivoluzionari, mentre Il Bolscevico è rimasto coerente con la scelta di campo compiuta allora, la scelta tra proletariato e borghesia, tra socialismo e capitalismo, la scelta di dare voce a quella moltitudine di oppressi che in questa società non ha voce, abbrutita dallo sfruttamento e dalla miseria, la scelta di andare controcorrente in un regime che ammette qualsiasi diversità e trasgressione anche le più estreme e scioccanti purché non mettano in discussione l'assetto sociale, il sistema economico e politico della borghesia. Pur in una mutata congiuntura politica, il coraggio di andare controcorrente oggi è lo stesso coraggio che ci animò quando fondammo Il Bolscevico benché fossimo poveri e privi di tutto, dei soldi occorrenti per la stampa e dei più elementari supporti materiali come scrivanie e macchine per scrivere, di qualsiasi esperienza in campo giornalistico e persino della firma di un giornalista professionista che ne garantisse l'uscita secondo le vigenti leggi fasciste sulla stampa periodica. A quella sconfinata povertà rispondemmo con altrettanto sconfinato coraggio. Le tre misere stanzette di un precario appartamento, situato nel popolare quartiere fiorentino di San Frediano, che ospitarono il nostro lavoro redazionale hanno rappresentato per noi quel che furono le grotte per l'Esercito rosso di Mao durante la leggendaria Lunga Marcia.
Eravamo privi di tutto ma le nostre penne rosse possiedono l'essenziale, hanno ciò che non si compra ad alcun prezzo se non con immensi sacrifici: un cuore e un cervello rossi. Il cuore rosso degli indomiti combattenti per il socialismo che non si lasciano sopraffare dalle avversità storiche e dalla schiacciante superiorità del nemico di classe, né indietreggiano davanti alla repressione poliziesca e alla persecuzione giudiziaria, né temono l'isolamento politico e sociale in cui vengono solitamente relegati i rivoluzionari, né perdono mai la loro fiducia nella causa del PMLI, nel socialismo e nel proletariato. E il cervello rosso di chi non si stanca mai di studiare e applicare nel proprio lavoro giornalistico la scienza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del PMLI in contrapposizione all'ideologia e alla politica della borghesia, il liberalismo, e in particolare alle sue varianti più insidiose e deleterie per le masse come il revisionismo e il trotzkismo. Ed è con immensa gioia che la Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI in occasione del 30° de Il Bolscevico completa la pubblicazione delle cinque opere fondamentali marxiste-leniniste con l'uscita di "Stato e rivoluzione'', l'opera in cui Lenin espone, come detta il sottotitolo, "la dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione'', ossia fa chiarezza su una delle questioni più complesse, controverse, difficili e imbrogliate dalle teste d'uovo della borghesia e indica al proletariato la necessità di distruggere con la rivoluzione lo Stato borghese prima di poter costruire il suo Stato socialista.
Chi ha il potere nel capitalismo ha in pugno l'informazione e con essa può permettersi di manipolare a suo piacimento l'opinione pubblica. Il cosiddetto pluralismo della stampa e la pretesa indipendenza dei mezzi di comunicazione, testimoniati dal gran numero di testate giornalistiche esistenti, garantiscono sì la libera circolazione delle idee ma solo alle idee della classe dominante, e precisamente alle idee e quindi agli interessi dei raggruppamenti, frazioni e consorterie in cui essa si scompone. Mentre le idee e le aspirazioni degli oppressi e persino le notizie che li riguardano non circolano in alcun modo e sembra che non esistano neppure, così da isolarli l'un l'altro, scoraggiarli, indurli al pessimismo e convincerli di non essere capaci di esprimere una concezione del mondo e un modello di società alternativi a quelli dominanti.
In quanto organo del PMLI, Il Bolscevico è la voce marxista-leninista del proletariato e delle masse popolari che li mantiene ideologicamente autonomi e indipendenti dalla borghesia, li aiuta a combattere con successo il nemico di classe e il suo governo e a difendere i loro interessi immediati e li spinge alla lotta più generale contro il capitalismo e per il socialismo. è un faro che rompe le tenebre calate sulla lotta di classe e tra gli sfruttati dopo che i rinnegati del comunismo hanno definitivamente ammainato la bandiera del socialismo, un faro che educa e chiama a raccolta gli anticapitalisti autentici e indica al proletariato la via della riscossa e del socialismo. Per renderlo ancor più forte nel contenuto e nella veste grafica, più completo e radicato nelle diverse realtà locali, più preciso e rispondente alla vita delle masse popolari, più adeguato alle necessità della lotta di classe, occorrono anche il contributo e la collaborazione dei nostri lettori, chiamati a scriverlo insieme a noi inviando corrispondenze, servizi, notizie, temi da dibattere, documenti. Invece che semplici destinatari dell'informazione, noi li vorremmo collettori e fonti originali di quelle notizie e informazioni che le agenzie di stampa borghesi si guardano bene dal raccogliere e rilanciare. Noi ci auguriamo che decine e centinaia di nuove penne rosse vengano a scrivere insieme a noi Il Bolscevico così da renderlo un grande giornale marxista-leninista amato e apprezzato da strati sempre più consistenti di oppressi e allora siamo certi che feste come questa si svolgeranno direttamente nelle piazze, laddove vivono, lottano e lavorano le masse popolari.

Viva il 30° Anniversario de Il Bolscevico!

Coi maestri vinceremo!

Firenze, 11 dicembre 1999