Celebrando il 35° Anniversario della fondazione de "Il Bolscevico"
La strada percorsa e quella da percorrere
di Mino Pasca

35 anni, che splendida età quando li abbiamo interamente spesi al servizio del proletariato, del PMLI e della causa del socialismo senza perdere per strada neppure un briciolo dell'entusiasmo e dello spirito pioneristico che ci animavano quando demmo inizio a quest'impresa e per di più guadagnando un patrimonio unico e originale di maturità ed esperienza.
Da quel lontano e indimenticabile 15 dicembre 1969 in cui il nostro giornale vide la luce a Firenze gli assalti del tempo hanno sbriciolato e ridotto in polvere imperi aggressivi come quello dominato dal socialimperialismo sovietico, un mostro partorito dal colpo di Stato revisionista kruscioviano nella gloriosa Urss di Lenin e Stalin, che era allora all'offensiva per strappare il dominio del mondo alla superpotenza americana; hanno cancellato partiti ricchi di storia come il PCI revisionista che vantava di essere il partito revisionista non al potere più forte e potente in Occidente. Eppure quegli stessi assalti del tempo nulla hanno potuto contro quel piccolo ma ostinato germoglio rosso, anzi l'hanno fortificato e reso oggi una pianta robusta che ha saputo mettere radici sempre più profonde ed estese nella penisola e nella classe operaia e tra le masse, una pianta adulta che ogni settimana alimenta con suoi frutti proletari le menti e i cuori dei militanti e delle organizzazioni del PMLI e, insieme, dei simpatizzanti, degli amici e dei tanti lettori che sanno di trovare in loro un antitodo ai veleni quotidiani che la borghesia e i suoi mezzi d'informazione spargono per governare i conflitti di classe corrompendo l'opinione pubblica e convincendola della bontà e superiorità del sistema economico e politico capitalistico.
Quante volte ci è stato ripetuto che la concorrenza tra molte testate giornalistiche e la presenza di più gruppi editoriali garantiscono il cosiddetto pluralismo dell'informazione! In realtà chi ha il potere nel capitalismo ha in pugno l'informazione (il mortale monopolio esercitato dal neoduce Berlusconi ne è un esempio clamoroso) e con essa può permettersi di manipolare a suo piacimento l'opinione pubblica. Quella concorrenza garantisce sì la libera circolazione delle idee ma solo alle idee della classe dominante, e precisamente alle idee e quindi agli interessi dei raggruppamenti, frazioni e consorterie in cui essa si scompone. Mentre le idee e le aspirazioni degli oppressi e persino le notizie che li riguardano non circolano in alcun modo e sembra che non esistano neppure, così da isolarli l'un l'altro, scoraggiarli, indurli al pessimismo e convincerli di non essere capaci di esprimere una concezione del mondo e un modello di società indipendenti e alternativi a quelli dominanti. Ecco perché "Il Bolscevico" si conferma un giornale unico e prezioso nel panorama politico-giornalistico italiano: è l'unico giornale a dare voce al proletariato e a tutti gli oppressi che non accettano supinamente il loro stato di schiavitù né si accontentano di elemosinare l'attenuazione delle manifestazioni più aspre e insopportabili dello sfruttamento capitalistico ma rivendicano e si battono per una nuova società, il socialismo.
Quando, in pieno "autunno caldo" e sotto la spinta della Grande Rivolta del Sessantotto e l'influenza della Grande rivoluzione culturale proletaria cinese e del pensiero di Mao, fu fondato dal compagno Giovanni Scuderi insieme agli altri tre primi pionieri, "Il Bolscevico" poteva apparire superfluo e insignificante, un azzardo rispetto alla caterva di giornali e persino quotidiani che coprivano l'area sedicente rivoluzionaria e marxista-leninista, ben foraggiati e sostenuti da numerose correnti borghesi, con tirature di centinaia di migliaia di copie e redazioni zeppe di giornalisti che sarebbero successivamente emigrati nelle maggiori testate nazionali per scrivervi o dirigerle e avrebbero finito per occupare posti chiave nel sistema politico, economico, televisivo e dell'informazione borghesi. Ora, in pieno regime neofascista, quella caterva di quotidiani e giornali si è volatizzata o, com'è il caso di "Liberazione" e de "il manifesto", si è definitivamente smascherata ripudiando apertamente l'idea stessa di rivoluzione e socialismo e qualsiasi riferimento alla esperienza storica della costruzione del socialismo nell'Urss di Lenin e Stalin e nella Cina di Mao, mentre "Il Bolscevico" è più vitale che mai perché la sua storia è la storia del PMLI, è la storia della lotta dei marxisti-leninisti italiani per costruire un grande, forte e radicato Partito marxista-leninista, è la storia della lotta per il socialismo apertasi finalmene in Italia con la nascita di questo partito.
Non è stato facile arrivare fin qui per noi che non abbiamo avuto né voluto santi in paradiso che non fossero le masse popolari e dovevamo fronteggiare una povertà impressionante, privi com'eravamo di tutto, dei mezzi economici e di qualsiasi esperienza in campo giornalistico. Ci siamo inventati giornalisti sul campo: dai collaboratori locali alla Redazione centrale tutti imparano a scrivere scrivendo e prestano lavoro volontario al termine della loro lunga e faticosa attività professionale. Siamo stati immediatamente e ripetutamente perseguitati, nelle persone dell'allora direttore Giovanni Scuderi e dei successivi direttori politici e responsabili nonché di semplici diffusori, con processi liberticidi che hanno cercato invano di zittirci e liquidarci. Ciononostante "Il Bolscevico" è cresciuto in qualità e quantità, le due pagine iniziali sono ora diventate 16, da mensile la periodicità è diventata settimanale. Abbraccia nuove tematiche e realtà locali di grande rilievo grazie ai contributi maturi delle Redazioni e dei corrispondenti locali, affronta con competenza e fedeltà al marxismo-leninismo-pensiero di Mao le tante questioni legate alla lotta di classe e al movimento operaio e antimperialista che altrimenti sarebbero ignorate o deformate a uso e consumo della borghesia e fornisce sovente documentazioni difficili da reperire o inedite. Alla diffusione militante che lo fa conoscere e apprezzare tra le masse si è aggiunta la tempestiva diffusione in internet dei suoi principali articoli e servizi. è impressionante vedere quanto esso è cresciuto grazie al contributo delle Redazioni e corrispondenti locali e persino grazie al lavoro dei tanti lettori, anche non militanti, che hanno risposto ai nostri ripetuti appelli a scriverlo insieme a noi. "Invece che - dicevamo nella festa che celebrò i nostri trent'anni - semplici destinatari dell'informazione, noi li vorremmo collettori e fonti originali di quelle notizie e informazioni che le agenzie di stampa borghesi si guardano bene dal raccogliere e rilanciare. Noi ci auguriamo che decine e centinaia di nuove penne rosse vengano a scrivere insieme a noi Il Bolscevico così da renderlo un grande giornale marxista-leninista amato e apprezzato da strati sempre più consistenti di oppressi".
E così è stato. Certo molto ci rimane da fare per renderlo ancora più rispondente alle necessità del Partito, del proletariato e della lotta di classe, più completo e radicato nelle diverse realtà locali, più corretto e tempestivo nei contenuti ed efficace nella veste grafica, più determinante nelle battaglie politiche, sindacali e sociali per buttar giù il governo del neoduce Berlusconi e per l'Italia unita, rossa e socialista. La nostra entusiasmante Lunga Marcia è appena all'inizio ma il futuro appartiene a noi che ci battiamo per il proletariato e il socialismo.
Se "Il Bolscevico" ha compiuto 35 magnifici anni lo dobbiamo a chi l'ha fondato e a tutti coloro che l'hanno aiutato a crescere. Grazie di cuore anzitutto al compagno Giovanni Scuderi, che ne è stato a lungo il primo direttore politico e lo continua a ispirare e a modellare con una costante e preziosa opera educativa. Grazie alla direttrice responsabile Monica Martenghi e al redattore capo Loris Sottoscritti, che con talento e passione sono impegnati a dirigerlo e sono di esempio per l'alta qualità politica del loro contributo giornalistico. Grazie ai redattori centrali che sono gli infaticabili artefici di questo prodigio che si ripete ogni settimana. Grazie ai redattori e corrispondenti locali e ai collaboratori che lo alimentano della linfa vitale del loro quotidiano lavoro tra le masse secondo il ciclo virtuoso dalle masse alle masse. Grazie infine ai nostri lettori che noi consideriamo non semplici interlocutori ma attori responsabili del suo successo.
Evviva il 35° Anniversario del Bolscevico!
Coi maestri e col PMLI vinceremo!

22 dicembre 2004