Salto di qualità della partecipazione dell'Italia all'occupazione dell'Afghanistan
4 Tornado di Berlusconi volano su Kabul
La nuova "missione" militare costa 161 milioni, dei quali 13 per l'operatività dei 4 cacciabombardieri
Ritirare le truppe dall'Afghanistan

Berlusconi lo aveva promesso all'amico Bush, quale "omaggio" per la sua visita a Roma lo scorso giugno, e così è stato: il governo invia 4 cacciabombardieri Tornado in Afghanistan, per rimarcare il salto di qualità che vuole imprimere alla partecipazione dell'Italia all'occupazione di quel paese venendo incontro alle insistenti richieste della Nato e degli americani.
La decisione è stata ufficializzata con un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 23 settembre, che contiene anche la proroga fino a dicembre della missione Unifil in Libano, l'invio di altri 16 carabinieri a Baghdad, ufficialmente con compiti di "addestramento" delle forze di polizia del governo fantoccio iracheno e l'invio di 40 "osservatori" militari in Georgia. L'intero "pacchetto" che rifinanzia tutte le missioni militari all'estero fino alla fine dell'anno costerà 161 milioni di euro, di cui 13 solo per schierare i 4 Tornado in Afghanistan, che secondo lo Stato maggiore potrebbero operare nelle regioni di Kabul, Herat e Kandahar, cioè dove più intensi sono i combattimenti con la Resistenza afghana.
Il ministro della Difesa La Russa ha cercato subito di tranquillizzare il parlamento e l'opinione pubblica, assicurando che i Tornado "saranno impegnati in azioni di ricognizione e non di bombardamento". Ma nessuno, eccetto la "opposizione ombra" del PD, presta credito alla panzana sostenuta dal bellicoso ministro fascista. Se infatti l'ex generale Mauro del Vecchio, che è stato al comando delle forze Isaf in Afghanistan ed è oggi senatore del PD, si è affrettato a dichiarare che "dobbiamo credere al ministro, fino a prova contraria", è uno stesso esponente della maggioranza come il suo collega De Gregorio, presidente della delegazione del parlamento presso la Nato, a smentire il suo incauto "ottimismo", ammettendo che quella a cui l'Italia sta partecipando è una vera e propria missione di guerra: "Negli ultimi mesi gli attentati contro i convogli militari alleati sono cresciuti del 65%. La situazione rischia di 'irachizzarsi' ulteriormente", ha detto infatti l'ex esponente dell'IDV di Di Pietro passato al soldo di Berlusconi, sottolineando che anche se non c'è una "battaglia campale" si tratta pur tuttavia di una "guerra intensa che dall'Est del paese, al confine col Pakistan, tracima ormai nell'Ovest sotto controllo italiano e a Nord". E a questo proposito ha ricordato l'intensificarsi degli attacchi a convogli militari italiani e la battaglia di Bala Morghab, nella quale i soldati italiani sono stati impegnati duramente per tre giorni insieme ai soldati spagnoli.
D'altra parte, come ha fatto notare su "La Repubblica" del 24 settembre il generale Fabio Mini, ex comandante delle forze Nato in Kosovo, "i Tornado non saranno sotto il nostro controllo operativo ma di quello della Nato che, in Afghanistan come altrove, significa esclusivamente Stati uniti. Gli aerei sotto controllo americano non hanno limiti operativi e i nostri cacciabombardieri saranno chiamati a 'cacciabombardare'. I piloti lo sanno anche se i loro capi negano. Le missioni da ricognizione non hanno finalità ricreative o umanitarie. Sono missioni da combattimento vero e proprio e preludono all'attacco con bombe a grappolo, incendiarie, esplosivi ad alto potenziale e qualsiasi cosa disponibile. Le regole sono già cambiate nel momento in cui si assegnano strumenti adatti ad un nuovo scopo". Se davvero si trattasse di operazioni di ricognizione il governo avrebbe potuto inviare gli aerei teleguidati Predator A e B già acquistati rispettivamente da Berlusconi e Prodi e schierati e utilizzati nella regione.
Chiarissimo, salvo evidentemente per chi si ostina a non voler vedere. E quanto alle finalità politiche di questo salto di qualità militare, Mini osserva giustamente che agli Usa non mancano certo gli aerei: "In realtà - sottolinea il generale - gli Stati Uniti vogliono che nessun membro della Nato possa vantare una sorta di verginità. Lo scopo politico-strategico della continua pressione per avere più truppe, regole d'ingaggio più aggressive ed aerei da combattimento è quello di ottenere la corresponsabilità di tutti in qualcosa che evidentemente è troppo iniquo o fatalmente inutile perché possa essere addebitato soltanto agli Stati Uniti".
Ed è proprio così: gli americani vogliono che anche gli italiani partecipino ai bombardamenti dall'alto e ai massacri indiscriminati della popolazione civile in cui consiste ormai la "guerra al terrorismo" e la "strategia" di "pacificazione" e "stabilizzazione" dell'Afghanistan, in modo da condividerne le criminali responsabilità, e il governo Berlusconi sta assecondando in pieno questa svolta politica. Anche perché spera di aumentare in cambio il peso e il prestigio dell'imperialismo italiano nel mondo. A ben vedere però questo cambio di marcia non è stato deciso solo ora, ma era già stato annunciato a giugno alle Camere, alla vigilia dell'"ispezione" dell'Hitler della casa bianca a Roma, quando La Russa e il ministro degli Esteri Frattini avevano informato le commissioni Esteri e Difesa riunite in seduta congiunta che sarebbero cambiate le regole d'ingaggio e inviati i Tornado in Afghanistan: "L'ampiezza e la qualità del nostro contributo sono riconosciuti da tutti", aveva detto Frattini lodando implicitamente il "buon lavoro" svolto dai loro predecessori Prodi, D'Alema e Parisi. Ma ora, aveva subito aggiunto, "la politica può fare la differenza. La necessità di rivedere, rendendole più flessibili, le regole di impiego delle nostre truppe nella missione Isaf è un segnale di accresciuta disponibilità e piena solidarietà con i nostri alleati, nel momento in cui la Nato è impegnata con tutte le sue forze per assicurare il successo della sua missione in Afghanistan". In questa "disponibilità e piena solidarietà" era compresa evidentemente anche la partecipazione ai criminali bombardamenti aerei che ormai quotidianamente insanguinano quel paese, visto che solo a questo può corrispondere l'invio dei micidiali cacciabombardieri italiani che, ricordiamolo, sono già stati impiegati per bombardare la Serbia e lo stesso Iraq nella prima guerra del Golfo.
E se a giugno, in una situazione di "idillio" tra Berlusconi e Veltroni la "opposizione di sua maestà" del PD non fiatò nemmeno di fronte al giro di vite interventista e guerrafondaio del governo, oggi davanti al suo materiale concretizzarsi, in una situazione in cui il PD è stato messo all'angolo e Veltroni viene ridicolizzato dal neoduce, è stata costretta a "svegliarsi" e battere un colpo. Ma, come al solito, solo per lamentarsi di non essere stata coinvolta nella decisione presa dal governo senza prima sottoporla all'esame del parlamento: questo è tutto ciò che si sono infatti limitati a dire i "ministri ombra" della Difesa e degli Esteri del PD, Roberta Pinotti e Piero Fassino, chiedendo che la Russa "riferisca quanto prima" in parlamento sull'invio dei Tornado.
Invece ci vuole ben altro che i risibili mugugni e gli imbelli minuetti parlamentari a cui si sono ridotti i leader inetti e rimbambiti della "sinistra" borghese. Occorre chiedere con forza la fine immediata della missione di guerra in Afghanistan, nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione e della volontà di pace della stragrande maggioranza del popolo italiano. Il salto di qualità che si vuole imprimere alla politica interventista e guerrafondaia dell'Italia non deve passare! Bisogna ritirare subito le truppe italiane dall'Afghanistan e da tutte le missioni di guerra all'estero!

1 ottobre 2008