L'inganno di Landini, "La vera rivoluzione è applicare la Costituzione", riecheggia quello di Togliatti e del PCI revisionista
Cinquantamila in difesa della costituzione, ma la via maestra è il socialismo e il potere del proletariato
La frazione più avanzata della "sinistra" borghese, tra cui i partiti falsi comunisti, capeggiata da Rodotà, Landini e Zagrebelsky, spinge le masse combattive nel pantano della Costituzione borghese, capitalista e anticomunista. In piazza anche molti operai FIOM, esodati, precari, settori dell'ANPI e della CGIL. Assente il PD. Chiesta l'abolizione della Bossi-Fini. Fischi a Napolitano. Interviste de "Il Bolscevico" a operai. "Il manifesto" trotzkista, che considera la Costituzione "sana e robusta", cita una parte della parola d'ordine del PMLI, ma non dice di chi è
La delegazione nazionale del PMLI, diretta da Urgo, indica qual è la giusta via per cambiare l'Italia

Dalla nostra inviata speciale

In cinquantamila, da ogni parte d'Italia, dopo un vivace corteo, hanno riempito piazza del Popolo, a Roma, rispondendo all'appello della frazione più avanzata della "sinistra" borghese con la parola d'ordine "La via maestra è la costituzione". Una manifestazione riuscita, malgrado avessero negato l'adesione e l'appoggio il PD e la CGIL. Epifani e Camusso hanno scelto di stare col governo Letta, tenuto in piedi dal pateracchio tra democristiani, che prepara l'eversione finale da destra della Costituzione, seguendo le orme dei piduisti. Importante, tuttavia, la presenza di settori della CGIL e dell'ANPI, nonostante la direzione nazionale di questi ultimi avesse negato l'adesione.
Una piazza oggettivamente antigovernativa e antifascista, in cui risaltavano il rosso delle bandiere della FIOM, e la presenza in maggioranza dei combattivi operai. Forse per la prima volta in una manifestazione nazionale è stato fischiato Napolitano per il suo appoggio al governo Letta e alla controriforma costituzionale. I manifestanti hanno chiesto con forza l'abrogazione della legge Bossi-Fini. Ma dal palco a più riprese è partito il soporifero invito alla "moderazione", per dirla con una frase usata da Zagrebelsky, a "non pronunciare parole sopra le righe e a non urlare al crucifige di nessuno". E chissà, ci chiediamo noi, se il costituzionalista liberale non si riferisse anche al cartello "Né Berlusconi, Né Letta. La via maestra è il socialismo e il potere del proletariato", tenuto dal PMLI ben in alto sotto il palco mentre egli parlava. Un manifesto apprezzato a tal punto che, oltre alle nostre compagne e ai nostri compagni, sono stati anche i manifestanti a difenderlo dai tentativi del "servizio d'ordine" e della claque di farlo abbassare con la scusa che copriva gli oratori.
Tra i dati politici più importanti da rilevare è che operai, lavoratori della scuola, precari, esodati, pensionati, migranti, No TAV, comitati per l'acqua pubblica, hanno colto al volo l'occasione della manifestazione per far conoscere le loro rispettive rivendicazioni, oltre a esprimersi apertamente contro la repubblica presidenziale.

L'inganno della via maestra costituzionale
Il PMLI ha aderito alla manifestazione nello spirito del fronte unito contro il presidenzialismo e la controriforma costituzionale, ma non condivide i contenuti ideologici e politici dell'appello, né i discorsi sul valore e il ruolo attuale e storico della Costituzione borghese esaltati a profusione dagli oratori dal palco. Ma di quale costituzione parlano Rodotà, Landini, Zagrebelsky, Ciotti, ci chiediamo anzitutto, se a colpi di controriforme neofasciste e del presidenzialismo di Napolitano la carta entrata in vigore nel '48 non esiste più? Anche se "il manifesto" trotzkista afferma, contribuendo ad incrementare il falso ideologico, che essa è una Costituzione "sana e robusta". È assurdo! Ed è pericoloso tentare di farlo credere agli antifascisti. Sarebbe piuttosto necessario ed urgente appellarsi all'innalzamento della combattività della piazza contro il presidenzialismo e il pateracchio democristiano del governo Letta.
"Via maestra" di che e verso dove vi chiediamo, inoltre. Stando alla storia e all'attualità politica italiana, la Costituzione è la "via maestra" che hanno percorso Craxi e Berlusconi, per scalare i vertici delle istituzioni, quella che percorrono i padroni per tagliare i diritti agli operai e imporre lo sfruttamento selvaggio nelle fabbriche con i turni massacranti di lavoro, è la "via maestra" degli "omicidi bianchi", del pareggio del bilancio che impone il taglio dei servizi sociali; è la "via maestra" delle guerre di aggressione imperialiste, dell'acquisto degli F35, delle servitù militari, della Bossi-Fini e del massacro dei migranti nel Mediterraneo.
E se fosse anche tirata a sinistra, si rimarrebbe comunque nell'ambito del dominio di classe della borghesia, di cui la Costituzione è la principale espressione.
È dunque particolarmente fuorviante, velenoso e soporifero l'intervento che Landini, il leader della FIOM, ha indirizzato dal palco alla classe operaia. Un discorso abilmente calibrato sulla necessità che hanno oggi il governo e la borghesia di contenere la crescente protesta operaia e di spingere la parte più combattiva dei lavoratori a considerare la Carta borghese come il baluardo dei loro diritti. Purtroppo, abbiamo potuto toccare con mano, nelle interviste agli operai, svolte da una redattrice de "Il Bolscevico", compagna Giovanna Vitrano, come tale concezione abbia fatto presa sulla classe operaia, succube e impotente perché è stata privata dai falsi capi operai della sua cultura e trascinata sul piano dell'interclassismo, del costituzionalismo borghese, del parlamentarismo e del capitalismo, benché, come abbiamo potuto verificare, il socialismo in qualche maniera, è presente tra gli operai.
Landini ha detto dal palco: "La vera rivoluzione è applicare la Costituzione". Si tratta della riedizione della vecchia parola d'ordine revisionista e anticomunista, lanciata da Togliatti all'VIII congresso del PCI nel 1956, quando sostenne che la Costituzione è l'Alfa e l'Omega, ossia l'inizio e la fine, del programma del PCI, nel tentativo di contenere entro i limiti della democrazia e della Costituzione borghese la lotta di classe e cancellare l'aspirazione della classe operaia al socialismo e alla conquista del potere politico.
Noi contrapponiamo a quelle revisioniste di Togliatti e di Landini una citazione di Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, che riassume la posizione autenticamente comunista sulla questione: "Questa Costituzione da un punto di vista di classe che carattere ha? È una Costituzione proletaria o una Costituzione borghese? È la prima cosa che ci dobbiamo chiedere. Noi diamo per scontato che siamo di fronte a una Costituzione borghese, quindi è una Costituzione che non ci rappresenta, non ci può assolutamente rappresentare" (discorso di Napoli del 13 aprile 1996). Che gli operai, pur appoggiando la lotta contro il presidenzialismo, dicano chiaro e forte la stessa cosa: "questa costituzione non ci rappresenta! Essa non è la nostra via maestra!!", rispedendo al mittente il micidiale inganno di Landini. Che essi appoggino con forza e convinzione la parola d'ordine "La via maestra è il socialismo e il potere del proletariato". Solo il socialismo, infatti, come la storia dimostra, è l'unica vera rivoluzione e l'unica alternativa al capitalismo e alla dittatura della borghesia. La via maestra capace di creare una nuova società senza più sfruttamento, miseria e ingiustizia sociale per gli operai, i giovani, le donne, gli anziani, i migranti e tutte le masse lavoratrici e popolari.

Il PMLI
Proprio per non lasciare in balia dei riformisti gli operai e i combattenti contro il presidenzialismo e la controriforma costituzionale e per aiutarli a chiarirsi qual è la giusta via per cambiare l'Italia che il PMLI è sceso in piazza il 12 ottobre a Roma. Una combattiva delegazione nazionale composta da compagne e compagni militanti e simpatizzanti, guidata con mano esperta dal compagno Angelo Urgo, ha a più riprese lanciato le parole d'ordine contro il presidenzialismo e la deriva neofascista del governo e delle istituzioni borghesi, ascoltate con attenzione dalle masse in corteo e rilanciate dai manifestanti più vicini. È stata cantata ripetutamente Bella Ciao, coinvolgendo i manifestanti, e Bandiera Rossa, coinvolgendo i manifestanti con bandiere del PRC. La diffusione di centinaia di copie del volantino "Letta ottiene la fiducia rilanciando il vecchio programma concordato con Berlusconi", è stata accolta con interesse dai manifestanti, che hanno apprezzato il manifesto del Comitato lombardo del Partito contro la Bossi-Fini, oltre che quello "Né Berlusconi, Né Letta. La via maestra è il socialismo e il potere del proletariato", riportato anche nei corpetti. Alle bandiere del Partito era legato un nastro nero in segno di lutto per i migranti annegati nel mare di Lampedusa.
Le insegne del Partito sono state superfotografate e riprese da più telecamere ma, come sempre, non rilanciate, salvo rarissime eccezioni dai media della destra e della "sinistra" borghesi. "Il manifesto" trotzkista cita una parte della parola d'ordine del PMLI ma non dice di chi è. Le parole d'ordine più apprezzate dai manifestanti più prossimi alla nostra delegazione sono state le seguenti: "La repubblica / presidenziale / è nuovo fascismo / non deve passare", "La Costituzione / è già violata / Napolitano e soci / l'hanno stracciata", "Il presidenzialismo / è da affossare / tutti uniti / dobbiamo lottare", "I migranti / non sono clandestini / abrogare / la legge Bossi-Fini", "Né flessibile / né precario / lavoro a tutti / pari salario", "Tassare i padroni / e gli speculatori / non toccare / i lavoratori".
Al concentramento si è avuto uno scambio d'opinione con un gruppo di studenti riguardo al volantino del PMLI. Un manifestante ci ha espresso la sua solidarietà per la sospensione cartacea de "Il Bolscevico".
La delegazione è stata costantemente seguita dal Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, ed ha ricevuto una lettera con entusiasmanti ringraziamenti da parte dei dirigenti nazionali del Partito per la missione, risoltasi in una "vittoria piena" in cui, tra l'altro, è scritto: "voi sabato scorso a Roma avete compiuto una importantissima missione politica, in un certo senso di carattere storico. Poiché per la prima volta in una manifestazione nazionale nella capitale d'Italia per la difesa della Costituzione avete propagandato, sostenuto e diffuso la parola d'ordine del PMLI 'Né Berlusconi né Letta. La via maestra è il socialismo e il potere del proletariato', con l'obiettivo di aprire gli occhi ai combattivi manifestanti antipresidenzialisti e contro la 'riforma' costituzionale".
Noi continueremo a unirci con tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose contrarie alla "riforma" da destra della Costituzione, ma al contempo non verremo mai meno al nostro dovere rivoluzionario e marxista-leninista di denunciare ogni tentativo di spingere le masse anticapitaliste, antifasciste, antipiduiste nel pantano della Costituzione borghese, capitalista e anticomunista, e di propagandare che per la classe operaia, per tutti gli sfruttati e gli oppressi, per i giovani, la via maestra è il socialismo e il potere politico del proletariato. In sintesi: Uniti contro il presidenzialismo, divisi sulla strategia.

16 ottobre 2013