62° Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo
Teniamo alta la bandiera della Resistenza
Combattendo il regime neofascista per l'italia unita, rossa e socialista
Nel celebrare questo 25 Aprile il 62° anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo rendiamo onore ai gloriosi partigiani, che col loro contributo di sacrifici e di sangue sono stati i principali artefici della liquidazione della ventennale dittatura fascista di Mussolini e della sconfitta delle armate hitleriane e dei loro servi repubblichini. Un contributo immenso, di cui fanno parte integrante e incancellabile i 46.000 partigiani caduti e i 21.000 feriti e mutilati sul solo territorio nazionale, su un totale di circa 220.000 combattenti; gli altri 30.000 partigiani caduti combattendo inquadrati nei movimenti di liberazione degli altri paesi; gli oltre 14.000 caduti e i quasi 5.000 feriti e mutilati per aver contribuito alla lotta di Resistenza.
Non dobbiamo mai scordarcelo e non dobbiamo cessare mai di insegnarlo alle nuove generazioni e di tenere alta la bandiera della Resistenza, specie in questi tempi inflazionati da rinnegati, voltagabbana e pennivendoli di regime di ogni sorta, che tentano di capovolgere i verdetti della storia facendo passare i carnefici repubblichini da vittime e i partigiani da banditi sanguinari, con l'obiettivo di riabilitare il fascismo e cancellare la gloriosa Resistenza dalla memoria storica del nostro popolo.
Questo tentativo non è certo casuale, ma è parte integrante di un disegno di rafforzamento e di completamento della seconda Repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e imperialista che è stata instaurata di fatto nel nostro Paese come una seconda dittatura mussoliniana mascherata. Un disegno cui ha dato un impulso decisivo il secondo governo del neoduce Berlusconi nella scorsa legislatura, che ha rimesso la camicia nera alle istituzioni e al Paese e dato ali alla politica interventista del rinato imperialismo italiano.
È passato un anno da quando al governo neofascista di Berlusconi è subentrato il governo dell'Unione della "sinistra" borghese guidato dall'economista democristiano Prodi, ma la musica non è affatto cambiata. Questo governo non ha dato il minimo segno di discontinuità rispetto a quello del neoduce di Arcore, né in politica estera né in politica interna. Se ne sono accorti amaramente anche gli elettori di sinistra che pure avevano sperato in una svolta, tant'è vero che i consensi a questo governo sono andati a picco già dopo i primi mesi.
Stessa è la musica liberista in politica economica e sociale, tanto sensibile alle esigenze della Confindustria quanto sorda alle richieste dei lavoratori, dei precari, dei pensionati, tanto ossequiosa verso l'arroganza delle gerarchie vaticane quanto indifferente ai diritti delle coppie di fatto e degli omosessuali. Stessa è la musica militarista, interventista e guerrafondaia, con il rifinanziamento di tutte le missioni di guerra, a cominciare da quella in Afghanistan, che è stata anzi potenziata con l'invio di nuove armi e soldati, a cui si è aggiunta una nuova avventura imperialista in Libano; senza contare la concessione di una nuova base agli Usa a Vicenza, l'aumento delle spese militari, l'acquisto e la partecipazione alla produzione dei nuovi bombardieri F-35 capaci di armamento atomico, la firma di un accordo segreto per la partecipazione allo scudo antimissile di Bush, il mantenimento in Italia di 90 bombe atomiche Usa in violazione del Trattato di non proliferazione nucleare, e chi più ne ha più ne metta.
E stessa è la musica per quanto riguarda la controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione, che il governo del dittatore democristiano Prodi ha ripreso in mano, cominciando dalla modifica della legge elettorale che vuol fare insieme alla Casa del fascio guidata da Berlusconi. Con la benedizione e il pungolo di Napolitano, che non perde occasione per invitare i due poli del regime neofascista a mettersi attorno a un tavolo per fare quelle "riforme istituzionali" indispensabili a rafforzare e stabilizzare il regime neofascista. Ciò è particolarmente grave e intollerabile, tenuto conto del referendum popolare che ha detto No alla controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione approvata dal "centro-destra"; controriforma che come in un gioco delle parti ora si tenta di far rientrare dalla finestra ad opera del "centro-sinistra", sotto la copertura del rinnegato del comunismo Napolitano.
Tenere alta oggi la bandiera della Resistenza vuol dire perciò combattere il regime neofascista imperante in Italia con lo stesso spirito degli eroici partigiani, contro la controriforma neofascista, presidenzialista e federalista della Costituzione, contro la politica economica liberista e di privatizzazioni, i tagli alle pensioni, alla sanità e ai servizi sociali, contro l'ingerenza clericale nella società e nello Stato, la politica interventista e guerrafondaia dell'Italia e le basi Usa e Nato sul nostro territorio. Vuol dire lottare per l'Italia unita, rossa e socialista, l'ideale che animava anche i partigiani comunisti e che non morirà mai.
Viva il 25 Aprile!
Onore agli eroici partigiani!
Teniamo alta la bandiera della Resistenza combattendo il regime neofascista, per l'Italia unita, rossa e socialista!

18 aprile 2007