Più di 7mila No Muos a Palermo per chiedere le dimissioni del traditore Crocetta
Alcuni attivisti occupano il parlamento siciliano. Il governatore fugge dalla città per non incontrare i manifestanti
Ottimamente accolta la Delegazione del PMLI diretta da Gabriele

Dal corrispondente della Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo

I No MUOS arrivano in massa a Palermo e il coniglio Crocetta scappa col pretesto di un'allarme lanciato dal comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza. Centinaia di agenti intanto presidiano una Palermo blindatissima. In 200 arrivano per l'occasione. Non s'è fatto intimidire da questo teatrino della diffamazione governativa il vivacissimo corteo del 28 che ha portato nel capoluogo siciliano oltre 7mila combattivi manifestanti baciati dal sole palermitano. La protesta si era aperta con un inatteso prologo. Una decina di giovani nel tardo pomeriggio del 27, beffando l'imponente apparato di sicurezza, sono entrati a Palazzo dei Normanni pagando il biglietto, hanno occupato Sala d'Ercole, dove si tengono le sessioni parlamentari, e hanno esposto alle finestre dell'Ars striscioni contro il MUOS fra cui "La Sicilia ripudia la guerra - No MUOS".
Il giorno dopo, i No MUOS hanno invaso la città fin dalle prime ore del pomeriggio, provenienti da ogni angolo della Sicilia. Presenti anche manifestanti dalla Calabria e una delegazione di No TAV piemontesi. Man mano che ci avvicinavamo al punto del concentramento, in Piazza Politeama, si vedevano i palermitani uscire di casa per unirsi alla protesta. Bella l'immagine di una giovane mamma che con i suoi 2 piccoli bambini sventolavano le bandiere No MUOS.

Il corteo
Verso le 16 è partito il corteo. Dietro lo striscione di apertura "No MUOS. No alla guerra. Assediamo i palazzi del potere" centinaia di bandiere del movimento, le "mamme No Muos", le bandiere dei No TAV. Tra gli striscioni "No MUOS, No Mafia" e quello degli studenti No MUOS "Giù le mani dalla nostra terra", ma anche "I bambini di Niscemi non sono le vostre cavie", "Crocetta servo degli americani", "Lavoro e diritti. No guerra" e "Niscemi lager".
Tra le adesioni quella di CGIL, Cobas, Usb, Cub, ma anche diversi partiti politici, oltre al PMLI, SEL, Verdi, Rifondazione comunista, Azione civile, IDV, CSP, presenti con le loro bandiere. Erano rappresentati anche tutti i centri sociali siciliani e il calabrese Csoa Cartella. Hanno aderito le Agende Rosse di Salvatore Borsellino, Legambiente, Teatro Pinelli occupato (Messina), varie associazioni antimafia, e Avvocati Liberi. Tutto il corteo all'unisono ha chiesto le dimissioni del governatore Crocetta. Tra i cori lanciati durante la manifestazione "I popoli in rivolta scrivono la storia, No MUOS fino alla vittoria!" e; "Yankee go home!".
Tra gli aderenti il comune di Palermo presente con il gonfalone e il sindaco Leoluca Orlando (IDV) che ha rifiutato il volantino del PMLI e si è dileguato quando il corteo è arrivato in piazza Indipendenza, sede del governo e del parlamento siciliani. Qui ci sono stati brevi momenti di tensione quando il corteo, scandendo slogan contro il governatore, al grido "assedio", si è fronteggiato con il cordone di agenti in assetto antisommossa, schierato per impedire l'ingresso nel parlamento e agli occupanti, che intanto avevano esposto lo striscione "assediamo la regione", di uscire. Dopo una lunga trattativa le "forze dell'ordine" hanno concesso ad un gruppo di manifestanti di entrare nel palazzo, ma il presidente del parlamento, l'UDC Ardizzone, negava loro il permesso di salire fino a sala d'Ercole per prelevare i giovani occupanti. Come se fossero dei criminali! All'insistenza compatta del corteo, i politicanti borghesi hanno concesso agli occupanti di uscire senza essere arrestati. Liberati, i giovani sono stati accolti tra gli applausi e cori di giubilo di tutti i presenti in piazza Indipendenza.

La presenza del PMLI
Il PMLI ha aderito e partecipato all'importante manifestazione con una delegazione di compagne e compagni militanti e simpatizzanti siciliani e calabresi, diretta molto bene dal compagno Gabriele. La delegazione ha fatto un ottimo lavoro per dare il suo contributo di lotta alla manifestazione che si preannunciava come l'apertura di un autunno rovente dal punto di vista delle proteste in Sicilia.
Le compagne, che hanno dato un fondamentale contributo alla delegazione, e i compagni hanno tenuto ben alte le bandiere rosse del Partito, che hanno avuto un grande successo tra i manifestanti, e del No MUOS, oltreché un cartello autoprodotto con la parola d'ordine "Via il MUOS, il traditore Crocetta e la base di Sigonella", la stessa del documento del PMLI.Sicilia, diffuso in centinaia di copie, e consegnato anche a giornalisti del TGR, che hanno intervistato un membro della delegazione, senza però trasmettere l'intervista. Immagini del Partito sono passate su TG3 regionale.
Le compagne e i compagni della delegazione hanno lanciato slogan come "la Val Susa ce l'ha insegnato, la lotta di massa non è reato"; "vogliamo un solo disoccupato, governo Crocetta sei licenziato", "Lotta di classe / è nostro dovere / classe operaia / al potere". Ottime e stimolanti le discussioni con i manifestanti.
Le parole d'ordine sono state accolte con calore e in alcuni casi anche rilanciate. Molti di coloro che ci hanno già conosciuti nella lotta contro il MUOS hanno chiesto di fare delle foto con i compagni e le bandiere rosse del Partito.
La delegazione è stata costantemente seguita dalla Responsabile del PMLI per la Sicilia, compagna Giovanna Vitrano, che al termine ha ringraziato il capodelegazione e tutte le compagne e i compagni presenti. In una lettera inviata dalla Responsabile, tra l'altro si legge: "invio i ringraziamenti di tutto il PMLI, con il Segretario generale compagno Giovanni Scuderi in testa, per il grande servizio che avete reso a tutto il Partito, non badando a sacrifici e spesso affrontando lunghi viaggi pur di essere presenti alla manifestazione nazionale a Palermo contro il MUOS. Sotto la direzione del compagno Gabriele, alla sua prima e riuscitissima esperienza di direzione della delegazione in una manifestazione di carattere nazionale, avete dato una bella immagine di unità, forza e combattività del Partito. Partecipando ad ogni momento della manifestazione vi siete mossi come pesci nell'acqua, tenendo ben alte le bandiere del PMLI e quella No MUOS".
Al termine della manifestazione le compagne e i compagni venuti da Catania e Reggio Calabria hanno salutato con affetto rivoluzionario marxista-leninista i compagni palermitani, ringraziandoli per l'accoglienza e per la bellissima e memorabile giornata di lotta contro il MUOS e le istituzioni nazionali e regionali che lo supportano.

Viva la partecipazione dei partiti coi loro simboli che appoggiano il movimento
La manifestazione non è stata un fallimento, come la stampa borghese mal interpretando un'intervista di un dirigente No MUOS ha sostenuto al solo scopo di attaccare il movimento e tentare di dividerlo.
La manifestazione è stata un pieno successo politico e organizzativo che ha raggiunto tutti gli obbiettivi che si era fissati, per primo quello di denunciare l'arroganza di Crocetta e chiederne con forza le dimissioni. Che il governo volesse oscurare la manifestazione lo dimostra anche la battaglia dei numeri. Per la stampa borghese non c'erano più di 2mila manifestanti. Chi c'è stato invece ha visto migliaia di manifestanti, tanto che il Comitato mamme no MUOS giustamente precisa sulla propria pagina facebook: "grande partecipazione. Più di 7mila per dire No al MUOS".
La vittoriosa manifestazione si fregia anche di un titolo più unico che raro. Quante sono state le manifestazioni in cui migliaia di siciliani hanno chiesto all'unisono le dimissioni di un governatore? questa dei No MUOS e quella per cacciare Cuffaro dopo l'indimenticabile attummuliata sui cannoli. Chi se la sente di dire che è poco?
Onore alla manifestazione nazionale No MUOS del 28, allora!
In quanto al presunto fallimento (inesistente) della manifestazione perché c'erano le bandiere dei partiti nulla è più falso. E più pericoloso anche. Chi infatti tenta di addossare alle bandiere di partito che sventolavano una qualche responsabilità di un qualche danno sbaglia bersaglio e fomenta, siamo convinti che lo faccia ingenuamente, la divisione, facendo il gioco del governo a spezzare il movimento.
Nelle lotte di piazza e di massa ognuno ci sta con la propria storia, con i propri simboli, con le proprie parole d'ordine. Chiedere ai partiti in cui si riconoscono parte degli attivisti No MUOS di non esporre i propri simboli, può solo impoverire la lotta.
Con ciò non vogliamo dire che non vadano inchiodati alle proprie responsabilità tutti quei dirigenti di partiti che hanno tradito o strumentalizzano la lotta, che non vadano estromessi dai cortei chi si infiltra per farli fallire.
Se vogliamo parlare di danni reali alla manifestazione, per la verità ce ne sono stati. Siamo convinti che se il ministero dell'interno non avesse lanciato il proditorio allarme sicurezza, se non avesse inviato le truppe di guerra a blindare la città, se non avesse agitato lo spauracchio black bloc, i manifestanti sarebbero stati molti di più e la manifestazione avrebbe avuto un risalto diverso sui media borghesi.
Siamo certi che il movimento No MUOS sarà in grado di perseguire fino in fondo e con intelligenza politica e tattica il suo obbiettivo rivendicativo, non sbagliando bersaglio, pur muovendosi in uno scacchiere politico nazionale e internazionale complicatissimo.
Facciamo tesoro dello straordinario successo della manifestazione nazionale del 28 settembre e alziamo la guardia contro i tentativi del governo di dividere il movimento e metterlo contro ai partiti che ne condividono gli obiettivi.

2 ottobre 2013