Grillo: "Io canalizzo la rabbia e i partiti dovrebbero ringraziarmi". "Non voglio sostituire una classe politica con un'altra"
Il leader del M5S svela indirettamente che il ruolo del Movimento è quello di puntellare il sistema capitalista

Ubriacato dal successo elettorale, il padre padrone del Movimento 5 Stelle ha voluto rassicurare i mercati internazionali e la borghesia interna ed estera sulla missione e sul ruolo del M5S quale puntello delle istituzioni e del capitalismo italiano. E l'ha fatto attraverso una serie di interviste ai più noti e diffusi media, dall'inglese Bbc, al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, alla nota rivista americana Time. In quest'ultima, rilasciata nella sontuosa villa che possiede in riva al mare in Toscana e pubblicata su Time.com il 7 marzo, ha candidamente confessato che in verità dietro quella maschera di parolaio incendiario spaccatutto si nasconde un provvidenziale pompiere della lotta di classe.
Alla domanda se ha collegamenti col movimento degli indignados spagnoli, se n'è uscito con queste eloquenti parole: "Siamo stati in piazza anche noi... Loro si sono fermati alle piazze per poi lottare con la polizia, con altri cittadini come loro. Noi abbiamo sorpassato questo. Ho incanalato tutta questa rabbia dentro questo movimento di persone, che andranno e governeranno. Dovrebbero essere ringraziate una a una. Se noi falliamo, (l'Italia) è destinata alla violenza nelle strade. Se la violenza non parte da qui è grazie al movimento. Se falliamo, siamo destinati alla violenza nelle strade. Metà della popolazione non ce la fa più".
Ecco svelato l'arcano: Grillo non poteva essere più chiaro per smascherare il suo programma politico e la sua precipua funzione. M5S è stato fondato ed esiste al solo scopo di impedire che l'insofferenza, la rabbia, e la protesta della popolazione possano maturare e crescere per poi materializzarsi in rivolta contro l'economia e il sistema politico dominanti, in lotta di classe nelle piazze, nelle fabbriche e nelle scuole contro il capitalismo, per il socialismo. Sì, vanno bene gli indignados nelle piazze ma lui li ha sorpassati puntando direttamente al governo e rifuggendo dagli scontri di piazza con la polizia, che non sta lì a difendere l'ordine costituito borghese ma sarebbe a suo dire nient'altro che un corpo di cittadini come loro. Non vi sembra che scimmiotti Pasolini quando nel '68, davanti agli scontri tra studenti e polizia, si schierò con quest'ultima perché a suo dire era formata da figli del popolo?
Se, dunque, in Italia non esplode un forte movimento di lotta di classe, in grado di minacciare non solo la stabilità del sistema capitalistico italiano ma di contagiare l'intero occidente capitalistico, la borghesia deve ringraziare proprio lui. Lui che sta incanalando questo malessere sociale nel vicolo cieco dell'elettoralismo e del parlamentarismo borghesi. Lui che non è affatto preoccupato delle simpatie rivoltegli dalla famigerata banca d'affari americana Goldman Sachs al punto da schermirsi semplicemente così: "Hanno capito che il vento sta cambiando". Ben consapevole di far parte anche lui di quell'1% di ricchi sfondati e speculatori capitalisti e non del movimento del 99% formatosi intorno allo slogan Occupy Wall Street.
Lui, che ha un autista "proprietario" di ben 13 società in paradisi fiscali ed è un ricco sfondato, tanto da dichiarare nel 2006 oltre 4 milioni di euro, invece di prendersela colla grande finanza e i capitalisti pescecani attacca tutti i pensionati, indistintamente, e i lavoratori del pubblico impiego come se fossero loro i responsabili dello spaventoso deficit statale: "Ci sono 18 milioni di pensionati, quattro milioni di dipendenti dello Stato, 22 milioni di persone. Lo Stato è il loro datore di lavoro. Ma le cose cambieranno, perché presto non ci saranno più soldi per i salari dei dipendenti pubblici e le pensioni." Ha una bella faccia tosta a definire i pensionati dipendenti dello Stato, solo perché è l'Inps a pagare loro la pensione e sottacendo che sono gli stessi lavoratori a essersela pagata dopo una vita di fatica e di sfruttamento salariato. Peraltro, con quest'invettiva ultraliberista degna del peggior Brunetta, Grillo sembra invocare il licenziamento dei pubblici dipendenti con la conseguente cancellazione di tutti quei servizi, dalla scuola alla sanità, che essi garantiscono.
Non ci stupisce, infine, che il boss di M5S tranquillizzi gli interlocutori americani, rassicurandoli che la sua "è una visione del mondo, non la sostituzione di una classe politica con un'altra". Che diamine: non li sfiori neppure l'idea che lui voglia mai rovesciare la borghesia e il capitalismo!

20 marzo 2013