Migliaia in piazza a Milano contro il raduno di Forza nuova
Forti prese di posizione dell'Anpi e della Cgil per vietare lo sfregio alla città Medaglia d'Oro della Resistenza. Il PMLI aderisce all'appello. Apprezzate la posizione e la presenza dei marxisti-leninisti
Redazione di Milano
A Milano, in evidente sfregio alla Medaglia d'Oro alla Resistenza, i nazifascisti di Forza nuova hanno organizzato per il 5 aprile un raduno quale "evento politico internazionale" invitando i loro camerati da tutta Europa - quali il British National Party, il Front National francese e l'Npd tedesco - imbastendo così una grossa provocazione in una città con forti tradizioni antifasciste qual è il capoluogo lombardo.
Nei giorni precedenti l'Anpi provinciale aveva emesso un appello dal titolo "Milano rifiuta la manifestazione delle destre xenofobe d'Europa" (cfr. Il Bolscevico n. 14)..
Dopo l'appello dell'Anpi è seguito quello della Cgil: "È una vera e propria provocazione per una città Medaglia d'Oro della Resistenza".
A seguito del clamore suscitato dalla montante protesta della Milano antifascista, Camillo Fornasieri, il presidente della Fondazione Stelline dove l'adunata nazifascista era inizialmente programmata, ha fatto annullare la disponibilità concessa ai nazifascisti motivando la decisione solamente e limitatamente al fatto che "tra i relatori del convegno abbiamo scoperto che ci sono anche due esponenti del British National Party che sostengono tesi apertamente negazioniste".
Di fronte alle richieste dell'Anpi di vietare il raduno nazifascista sia il prefetto che la neopodestà Moratti hanno fatto orecchie da mercanti, quest'ultima affermando che è "impossibile non permettere questa manifestazione, manifestare le proprie idee è garantito dalla Costituzione" fingendo di dimenticare che la stessa sancisce che "è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista". Col nulla osta delle istituzioni neofasciste, i nazifascisti hanno quindi trovato un nuovo luogo per il loro raduno nell'Hotel dei Cavalieri nella centralissima piazza Missori.
A questo punto la Cellula "Mao" di Milano del PMLI ha emesso un comunicato che esortava tutta la Milano antifascista, a cominciare da Anpi e Cgil che avevano coraggiosamente preso ferme posizioni in merito, affinché si organizzasse una manifestazione di massa per reclamare con forza il divieto assoluto ai nazifascisti di manifestare. Nello stesso comunicato i marxisti-leninisti milanesi chiedevano: "tutte le associazioni, i movimenti e i gruppi nazifascisti, a partire da Forza nuova, siano immediatamente sciolti e messi fuori legge e i loro membri puniti in base alle norme di attuazione (Legge n. 645 del 1952) della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della vigente Costituzione... la non attuazione di tali norme si rivela un'ennesima violazione del testo costituzionale da parte del governo del neoduce Berlusconi - che al recente congresso del suo nuovo partito nazionale fascista ha dichiarato di volerne fare tabula rasa - e dimostra la sua complicità politica col già operativo terrorismo squadrista nazifascista". La stessa posizione era stata espressa nell'adesione del Centro del Partito all'appello dell'Anpi.
L'impunità e la libertà di organizzazione garantitagli dal regime ha dato tanta spavalderia agli squadristi nazifascisti per compiere un ennesimo raid proprio la notte precedente il loro raduno assaltando il circolo Arci "Toilet" sui Navigli al grido "froci, comunisti di merda", ferendo alla testa un ragazzo con il cric, prendendo a pugni un gestore del locale, a ceffoni un terzo giovane e poi cercando di sfondare la vetrina, per proseguire all'interno le violenze.
Il 5 aprile, scortati (con appositi autobus ATM) e protetti da ingenti forze di polizia, i nazifascisti hanno svolto con saluti romani e canti fascisti il loro raduno completamente isolati dal resto della città. La Milano antifascista è scesa in piazza con due manifestazioni, una la mattina, con un corteo organizzato dall'Anpi da piazza Scala al Sacrario dei Caduti della Resistenza in via Mercanti, l'altra il pomeriggio, con un presidio-happening promosso dai centri sociali.
Il PMLI ha partecipato a entrambe le iniziative con una delegazione regionale composta da compagni provenienti dalle province di Milano, Bergamo e Varese presenti con bandiere dei Maestri e del Partito e con un cartello - ripreso e strafotografato sia da fotografi e cameraman che dai manifestanti - con su scritto: "Mettere fuorilegge Forza nuova e tutti i gruppi fascisti" e con affisso sull'altra facciata il manifesto raffigurante il neoduce Berlusconi con la scritta "Abbattiamo il nuovo Mussolini e la terza repubblica" la cui riproduzione era portata nei corpetti.
Oltre alla diffusione dei nn. 13 e 14 de Il Bolscevico sono stati distribuiti centinaia di volantini, letti con attenzione e anche con esplicita approvazione dai manifestanti, riportanti un comunicato a firma PMLI.Lombardia che: condanna la neopodestà Moratti, il prefetto Lombardi e il governo Berlusconi che rappresenta, per aver dato via libera al raduno nazifascista; saluta e appoggia le manifestazioni antifasciste in corso; rivendica la messa fuorilegge di tutte le organizzazioni nazifasciste applicando le leggi attuative della XII disposizione della vigente Costituzione; invita tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antifasciste a unirsi per abbattere il governo Berlusconi.
Unico partito politico nella manifestazione mattutina dell'Anpi, il PMLI con una qualificata e rossa presenza ha riscosso molta approvazione tra i presenti che dopo il discorso di Tino Casali, presidente dell'Anpi, hanno intonato insieme ai nostri compagni le canzoni antifasciste, comprese "Bandiera Rossa" e "L'Internazionale". Nella manifestazione pomeridiana il PMLI polarizzava l'attenzione della maggioranza dei manifestanti con la sua fulminante posizione politica che non si limitava a condannare l'iniziativa dei nazifascisti ma denunciava la complementarità dello squadrismo con il piano generale di completamento del regime neofascista in atto tramite l'instaurazione della terza repubblica da parte del neoduce Berlusconi.

8 aprile 2009