Anche la Cina vota a favore
Il Consiglio di sicurezza Onu dispone nuove sanzioni contro la RPDC
Pyongyang: "Violata la sovranità nazionale"

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu su iniziativa degli Usa ha approvato all'unanimità, quindi col via libera anche della Cina, una risoluzione che definisce nuove sanzioni contro la Corea del Nord condannando il lancio di un missile nel dicembre scorso. Un lancio compiuto nel pieno diritto da parte del governo di Pyongyang per verificare la possibilità di poter mandare in orbita un satellite, un test missilistico a lungo raggio mascherato secondo Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti.
La risoluzione del Consiglio di sicurezza vieta i viaggi e congela i beni di tutti i funzionari responsabili nordcoreani coinvolti nella costruzione di missili, nelle basi di lancio e di tutte le banche, aziende e organismi vari comunque collegati a queste attività.
L'intervento dell'Onu era stato chiesto da Tokyo ma in prima battuta la riunione del Consiglio di sicurezza si era chiusa con l'accusa a Pyongyang di aver violato le risoluzioni delle Nazioni unite e di aver messo a repentaglio la sicurezza di tutta l'area violando la risoluzione Onu numero 1874 che vieta alla Corea del Nord di effettuare test balistici. Financo per lanciare satelliti.
Il testo di una nuova risoluzione preparato dagli Usa ha girato sui tavoli dei rappresentanti all'Onu per più di un mese. Pechino accettava la condanna del lancio ma non le ulteriori sanzioni, non tanto per difendere Pyongyang quanto per non inasprire ancora di più lo scontro nella penisola coreana che consente al concorrente imperialismo americano di giocare presso i suoi confini. Alla fine Pechino ha ceduto e dato il via libera alle sanzioni lasciando al proprio ambasciatore all'Onu il compito di precisare che "le azioni intraprese dal Consiglio dovrebbe essere prudenti, misurate, proporzionate e favorevoli alla stabilità".
Il governo di Pyongyang respingeva la risoluzione Onu, definita "estremamente ingiusta", una "violazione della sovranità nazionale" e annunciava che avrebbe preso "misure finalizzate ad ampliare e rafforzare le nostre forze militari di autodifesa".

6 febbraio 2013