Per la Giornata internazionale del diritto allo studio
Studentesse e studenti di nuovo in piazza contro l'austerity e i tagli all'istruzione pubblica

Centinaia di migliaia di studentesse e studenti sono scesi di nuovo in piazza il 15 novembre, al fianco dei lavoratori in sciopero, in occasione della Giornata internazionale per il diritto allo studio, che cade il 17 novembre. Questa data ricorda l'eccidio degli studenti cecoslovacchi per mano dei nazisti nel 1939 e la sanguinosa repressione della rivolta degli studenti greci contro la dittatura fascista dei colonnelli nel 1973.

A promuovere la mobilitazione italiana sono state varie organizzazioni studentesche, dall'UdS e "Link" (che hanno promosso anche assemblee dal 7 all'8 novembre), all'Udu e Rete degli studenti, fino al network degli studenti autonomi "Studaut", che considera la giornata del 15 "un trampolino di lancio verso una sollevazione studentesca prettamente interna agli istituti".

Già l'unità di lotta fra lavoratori e studenti è un primo segnale di continuità con l'importante mobilitazione anti-austerity del 19 ottobre (il giorno prima c'era stato lo sciopero dei sindacati di base). Oltre alla volontà di continuare a lottare contro le politiche di austerità che stanno massacrando le masse popolari, lavoratrici e giovanili del nostro Paese, il loro futuro e i loro diritti.

Scendendo in piazza, infatti, gli studenti hanno gridato a gran voce NO alla legge di stabilità di lacrime e sangue varata dal governo Letta ed al truffaldino "decreto istruzione", che taglia di nuovo i fondi per la scuola pubblica anziché aumentarli, come mente il ministro Carrozza.

Molto sentita e partecipata con entusiasmo anche la contestazione al caro-libri ed al caro-trasporti, con contestazioni alle ditte locali di trasporti e occupazioni di mense e studentati.

Tutta Italia è stata attraversata dai cortei. A Roma, dietro cartelli come "I muri crollano. Noi no", "Chi non lotta ha già perso", "Contro la scuola di classe", gli studenti hanno cercato di raggiungere il Senato, bloccati dalle "forze dell'ordine". A Genova hanno portato la loro solidarietà al presidio dei lavoratori AMT contro la privatizzazione dell'azienda dei trasporti. Dal corteo di Palermo, che ha bloccato il traffico chiedendo libri a costo zero e edilizia di qualità, sono partiti slogan come: "Noi vogliamo la rivoluzione!", "Siamo tutti antifascisti!".

A Bologna gli studenti hanno tentato di entrare nella sede della Provincia, subendo le cariche della polizia e ingaggiando persino dei corpo-a-corpo per le strade. Un ragazzo è stato fermato e rilasciato grazie alla coraggiosa e ammirevole resistenza degli altri studenti. Una "Assemblea delle scuole ribelli" ha già fissato il prossimo appuntamento al 27 novembre.

I manganelli neofascisti di Letta e Alfano hanno colpito anche a Torino (pubblicate su Twitter foto di studenti sanguinanti) e Napoli, dove la polizia ha fermato due ragazzi, uno con trauma cranico. Il PMLI e "Il Bolscevico" si uniscono ai collettivi studenteschi di tutta Italia nel chiedere il loro rilascio immediato.

Insomma, l'autunno continua a ribollire di lotte studentesche. L'unità di lotta con i lavoratori e altri movimenti di massa come quello No TAV e la consapevolezza che bisogna lottare contro l'austerità fanno ben sperare per il loro successo. Sicuramente ce la faranno se andranno a fondo nell'analisi dei problemi che riguardano la scuola e l'università, elevando qualitativamente prima ancora che quantitativamente queste lotte. Intanto è importante infiammare ogni scuola e ogni ateneo, cogliendo anche l'occasione per riaprire il dibattito sull'organizzazione del movimento studentesco. Che, secondo noi, dovrebbe fondarsi su Assemblee generali delle studentesse e degli studenti fondate sulla democrazia diretta, dove discutere ed elaborare gli indirizzi politici, programmatici e organizzativi del movimento.

Soprattutto è necessario capire che l'austerity altro non è che la macelleria sociale del governo Letta per salvare i profitti della grande finanza e del grande capitale. Se si vuole cancellare l'austerity bisogna lottare contro il governo del capitalismo, sbarazzandosi di ogni illusione su di esso. Riteniamo inutile ai fini del movimento studentesco porre "dieci domande" a Carrozza, come ha fatto l'UdU, per sapere "cosa ne pensa" su certe questioni inerenti il mondo studentesco, addirittura chiedendo "una riforma di rappresentanza studentesca che dia maggiore spazio agli studenti, che ne garantisca la partecipazione e il potere decisionale", perché coi suoi atti ha già dimostrato di stare dalla parte dei padroni e non degli studenti.

Agli studenti e ai giovani che vogliono cambiare la società rivolgiamo nuovamente l'importante Appello del PMLI: "Tutte queste lotte devono convergere contro il nemico comune, che è il capitalismo. Se si vuole un futuro migliore, infatti, occorre affrontare la questione fondamentale del sistema economico vigente. Non si può cambiare senza abbattere il capitalismo e i governi che gli reggono il sacco, anche se sono espressione della 'sinistra' borghese, che ha prima ingannato e poi tradito le speranze di tanti giovani. Né Letta né tantomeno Berlusconi sono degni della vostra fiducia: l'unica vera alternativa passa dalla distruzione di questo sistema fondato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dalla sua sostituzione con il socialismo, la società dei lavoratori, con classe operaia al potere".

20 novembre 2013