OPPOSITORE ANTICAPITALISTA ESCI DALLE ISTITUZIONI BORGHESI IN CAMICIA NERA E
LOTTA PER L'ITALIA UNITA, ROSSA E SOCIALISTA
ASTIENITI, NON VOTARE, VOTA
NULLO BIANCO
CHE LE CITTA' SIANO AL SERVIZIO DEL POPOLO E GOVERNATE DAL POPOLO
UNISCITI AL PMLI E COSTRUISCI I COMITATI POPOLARI
Il 13 giugno si voterà per le
elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali in circa 5.000 centri italiani, nonché
per il consiglio regionale della Sardegna. Ancora una volta la classe dominante borghese
chiede alle elettrici e agli elettori di esprimere il loro consenso per le varie fazioni
del regime capitalista e neofascista.
Ciò avviene mentre il governo guerrafondaio del rinnegato D'Alema e di Gladio si avvia a
completare gli ultimi passaggi della controriforma costituzionale - in primo luogo il
presidenzialismo e il federalismo - e mentre nelle nostre città dilagano la
disoccupazione, la povertà, il degrado ambientale, l'abbandono dei quartieri popolari e
delle periferie urbane, la mancanza di case, servizi pubblici, servizi sociali,
soprattutto nelle regioni meridionali.
I rappresentanti delle varie fazioni in lotta per l'egemonia della seconda repubblica,
voluta dalla P2 e da Gelli, in queste settimane inondano le masse con una marea di bugie,
false promesse e tante illusioni. Ma sono sempre di meno coloro che cascano in questi
tranelli.
In ogni parte d'Italia, dalle grandi metropoli ai piccoli centri, si sta aggirando uno
spettro temuto da tutte le cosche parlamentari, dai fascisti Berlusconi e Fini alle varie
correnti del ``centro sinistra'': l'astensionismo. Dopo ogni tornata elettorale è sempre
maggiore il numero delle elettrici e degli elettori che, non potendone più di ``turarsi
il naso'', di ``scegliere il meno peggio'' e di ``ingoiare rospi'', decidono di astenersi
dal voto.
L'astensionismo rappresenta oggi un chiaro voto di sfiducia verso le istituzioni e i
partiti di regime, perché chi lo pratica esprime un'aperta sfida verso chi vorrebbe
assoggettarlo al gioco elettorale del sistema capitalista e dei suoi partiti.
L'astensionismo è passato dal dissenso generico e dalla pratica di una minoranza
dell'elettorato al dissenso specifico e aperto della maggioranza relativa dell'elettorato.
Il ``partito'' dell'astensionismo è ormai il primo in Italia ed ingloba sempre più ampi
settori dell'elettorato tradizionale dei partiti nominalmente di ``sinistra''.
Per noi marxisti-leninisti questa scelta elettorale è una potente arma per costruire,
rafforzare e sviluppare l'opposizione di classe anticapitalista. Il PMLI, che da tempo ha
scelto e pratica l'astensionismo, invita a disertare le urne delle elezioni amministrative
del 13 giugno oppure a votare scheda nulla o bianca, delegittimando così tutti gli
schieramenti, partiti, liste civiche e candidati nemici del popolo e l'ordinamento
istituzionale, elettorale e parlamentare della classe dominante borghese.
In questa circostanza, astenersi significa anche punire i partiti che compongono il
governo guerrafondaio e quelli del Polo tutti quanti favorevoli all'aggressione
imperialista alla Repubblica federale jugoslava. Ma anche il PRC che non ha ancora avuto
il coraggio di chiedere la cacciata del governo D'Alema per aver coinvolto in prima fila
l'Italia nell'aggressione e che semina illusioni sull'Unione europea imperialista, nonché
sulle possibilità di creare una ``alternativa di società'' all'interno del sistema
capitalista.
Noi ci rivolgiamo soprattutto agli oppositori anticapitalisti, ai lavoratori, ai
disoccupati e ai giovani che hanno maturato la scelta di collocarsi contro l'attuale
sistema capitalista, affinché recidano completamente i legami con le istituzioni borghesi
in camicia nera e si battano al di fuori di esse per una radicale trasformazione della
società. Nello specifico, ci rivolgiamo ai militanti di base del PRC e del PdCI, alle
ragazze e i ragazzi che si definiscono ``antagonisti'' e alla componente più combattiva
dei Centri sociali, invitandoli ad abbandonare al loro destino i falsi partiti comunisti,
il parlamentarismo e l'elettoralismo.
Il partecipazionismo parlamentare nel nostro Paese è ormai superato e controproducente.
Non porta infatti alcun vantaggio alla lotta di classe, all'elevazione della coscienza e
della combattività rivoluzionarie delle masse, anzi crea le illusioni di poter cambiare,
o quantomeno mitigare, il sistema capitalista dall'interno e, nella situazione specifica
del nostro Paese, porta acqua al mulino del regime neofascista imperante.
Il PMLI chiede a queste compagne e a questi compagni di alzare la bandiera rossa
dell'astensionismo marxista-leninista e di lottare - riunendosi nel Partito o attorno ad
esso - per far si che le nostre città siano al servizio del popolo e governate dal
popolo. Anche se ciò potrà avvenire solo nel socialismo.
Bisogna creare le condizioni per costituire in ogni quartiere, città e regione i Comitati
popolari, composti pariteticamente da donne e uomini eleggibili fin dall'età di 16 anni,
attraverso i quali organizzare le masse anticapitaliste, antifasciste e astensioniste.
Tramite i Comitati popolari, organismi permanenti composti dagli elementi più combattivi,
coraggiosi e preparati di queste masse ed eletti (con voto palese e con la possibilità di
essere revocati in qualsiasi momento) sulla base della democrazia diretta dalle Assemblee
popolari territoriali (nelle quali hanno diritto di voto anche le ragazze e i ragazzi di
14 anni), si deve condurre una lotta aperta contro le istituzioni borghesi locali e
nazionali e costruire un circuito politico democratico di massa alternativo e antagonista
ad esse.
Tramite i Comitati popolari bisogna unificare e dare una direzione a tutte le lotte
politiche e sociali, in primo luogo a quelle per il lavoro, la casa, il risanamento e la
riqualificazione delle periferie urbane, l'assistenza sanitaria pubblica e gratuita, i
servizi sociali, la scuola e l'università pubbliche, gratuite e governate dagli studenti,
che avvengono sul proprio territorio e costringere i governanti centrali e locali a dare
alle masse l'autogestione dei servizi sanitari e sociali e dei centri sociali, ricreativi
e sportivi di carattere pubblico.
Bisogna però avere la consapevolezza che nel sistema capitalista è impossibile che
possano venir soddisfatti completamente i bisogni della classe operaia e delle masse
lavoratrici, popolari, giovanili e femminili. La madre di tutte le questioni è la
conquista del potere politico da parte del proletariato. Col potere politico il
proletariato ha tutto, senza il potere politico il proletariato non ha niente. Quindi
bisogna impegnarsi strategicamente per spazzare via il capitalismo e il regime
neofascista, il governo D'Alema, le istituzioni e i partiti che lo tengono in piedi, per
realizzare l'Italia unita, rossa e socialista.
Coi maestri vinceremo!
L'Ufficio politico del PMLI
Firenze, 9 Aprile 1999
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