Lettera aperta alle compagne e ai compagni di base del PRC, del PdCI e della SD

Care compagne e cari compagni,
nel comune interesse di classe, e per approfondire la nostra reciproca conoscenza, vi invitiamo a dedicarci cinque minuti. Vogliamo con voi discutere serenamente, da compagni a compagni, i motivi per cui i vostri dirigenti, esclusi quelli di SD, vi hanno chiamato in piazza il 20 ottobre. Lo faremo alla luce dei problemi che assillano i lavoratori, i pensionati, i precari, i disoccupati, i senza casa, i migranti, nonché delle necessità attuali della lotta di classe e della strategia che deve animare e guidare i partiti che si richiamano al socialismo.
La piattaforma di convocazione della manifestazione è priva di una critica adeguata alla politica del governo Prodi e ai provvedimenti che esso ha adottato. Compreso il famigerato protocollo del 23 luglio, che non viene bocciato nel suo complesso, e sul quale non si è detto nemmeno di votare NO al referendum sindacale. Anzi si sostiene che questo governo possa "correggere la rotta" e accogliere le richieste avanzate. Giordano e Diliberto hanno detto chiaramente che la manifestazione non è contro il governo ma a suo sostegno, sia pure in forma critica.
Come è possibile ciò quando le condizioni sociali, di vita, di lavoro e di studio delle masse popolari non sono per niente migliorate? I salari e le pensioni hanno perso potere d'acquisto, mentre i profitti e le rendite sono cresciuti e decuplicati. I contratti di lavoro stentano ad essere rinnovati. Grandi questioni come il divario Nord-Sud, le diseguaglianze sociali, la povertà, la disoccupazione, la precarietà, la casa, l'assistenza ai disabili e ai non autosufficienti non sono state nemmeno scalfite. Per l'ambiente pannicelli caldi, se non addirittura inceneritori e rigassificatori. Nemmeno nella lotta alla corruzione, alle mafie e al razzismo sono stati fatti passi in avanti.
I punti più "a sinistra" del programma elettorale dell'Unione rimangono lettera morta, mentre viene regolarmente realizzato l'impianto generale neoliberista, neofascista, presidenzialista, federalista, imperialista e familista. Lo dimostrano le finanziarie del 2007 e del 2008 che elargiscono sontuosi regali fiscali ai padroni e solo briciole alle masse popolari; l'invio di militari in Libano, il rafforzamento del contingente militare in Afghanistan, l'uso dei blitz di guerra alla Bush, l'aumento gigantesco delle spese militari, il via libera alla nuova base Usa a Vicenza; i provvedimenti xenofobi e razzisti sui migranti e quelli a favore della scuola clericale privata; lo scippo del trattamento del rapporto di fine lavoro; il memorandum riguardante i pubblici dipendenti che dà la facoltà di licenziare; il protocollo del 23 luglio che colpisce le pensioni e conferma e peggiora la legge 30; le "grandi opere" come Tav e Mose, le privatizzazioni e le liberalizzazioni. Lo dimostrano le controriforme costituzionali in cantiere che prevedono un sistema elettorale antidemocratico, poteri del premier di stampo mussoliniano e un federalismo sempre più di marca bossiana. In sostanza è il piano della P2 che viene realizzato.
Stando così le cose si può parlare del governo del dittatore democristiano Prodi come di una svolta e di una discontinuità col precedente governo del neoduce Berlusconi? Certamente no!
In ogni caso, può un partito che si richiama al socialismo partecipare a un governo borghese, sia pure della "sinistra" borghese? Tale partecipazione non sarebbe un ostacolo allo sviluppo della lotta di classe? Domande di fondo che dovreste porvi, se anche voi, come i marxisti-leninisti italiani, siete fautori del socialismo. Non certo il "socialismo del XXI secolo", che è una versione addolcita del capitalismo, già teorizzata da Turati e da Saragat e da tutti i revisionisti e i riformisti di ieri e di oggi. Secondo noi non si può parlare di socialismo senza la conquista del potere politico da parte del proletariato attraverso la via rivoluzionaria, seguendo quanto ci hanno insegnato Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
I vostri partiti non ne vogliono sapere di socialismo. Vi chiedono solo di dare loro più forza da spendere nel governo della "sinistra" borghese e il consenso a proseguire nel processo già avviato per l'unità tra PRC, PdCI, SD e Verdi, definita impropriamente "cosa rossa", come risposta alla formazione del PD di Veltroni. Ciò attraverso la costituzione di una federazione che porti successivamente alla nascita di un unico partito della "sinistra plurale". È un processo politico che si può realizzare solo con un ulteriore spostamento a destra, in particolare del PRC e del PdCI, con l'abbandono del nome e dei simboli comunisti, con l'accettazione sostanziale del sistema capitalistico, con alleanze elettorali, parlamentari e governative subordinate al PD.
Per voi, care compagne e cari compagni, a questo punto si pone il problema del che fare. Il nostro auspicio è che facciate una scelta diversa e opposta a quella dei vostri attuali partiti. In concreto vi chiediamo di prendere in seria considerazione il PMLI, valutandone attentamente la storia, la base ideologica, il Programma, lo Statuto, la piattaforma rivendicativa, l'impegno politico, lo stile di lavoro e la tempra dei suoi quadri e militanti. Dopodiché decidere se militarvi. Noi vi accoglieremo a braccia aperte. Quanto prima prenderete posto nel PMLI o al suo fianco, tanto più in fretta e meglio saremo in grado di costruire un grande, forte e radicato Partito del proletariato, capace di far compiere un salto rivoluzionario alla lotta di classe, difendere con successo gli interessi immediati e a lungo termine della classe operaia e delle masse lavoratrici, popolari, femminili e giovanili, contrastare i disegni reazionari della classe dominante borghese, per buttare giù il capitalismo e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista.
Ecco quel che pensano e auspicano i marxisti-leninisti italiani, ma ci farebbe molto piacere sapere quello che pensate voi. Potete comunicarcelo attraverso i nostri indirizzi postali e telematici, oppure, molto meglio, di persona.
Grazie e buona manifestazione, con i nostri saluti militanti.

L'Ufficio politico del PMLI

Firenze, 1° Ottobre 2007