Dopo la rivolta dei giovani che la occupavano
Abbattuta la "Casa dei giovani" a Copenaghen
Era il palazzo in cui nel 1910 era stato proclamato l'8 Marzo Giornata internazionale delle donne. Vi aveva soggiornato Lenin
A Milano e Venezia occupati i consolati danesi
Una ruspa per le demolizioni ha abbattuto il 6 marzo l'Ungdomshuset, la "Casa dei giovani", nel quartiere Noerrebro di Copenaghen. Nei giorni precedenti migliaia di giovani avevano dimostrato nella capitale danese contro lo "sfratto" ricevuto dalla sindaco socialdemocratica e la vendita dell'edificio a una società privata; l'1 marzo gli agenti dei nuclei antiterrorismo della polizia avevano sgomberato l'edificio e i giovani erano scesi in strada a manifestare. Proteste e scontri con gli agenti erano continuati nella notte e nei giorni seguenti con un bilancio di oltre 600 dimostranti arrestati.
La "Casa dei giovani" era una palazzina costruita nel 1897 in quello che era un quartiere operaio di Copenaghen; era chiamata "Folket hus", casa del popolo, e vi avevano la loro sede sindacati e associazioni dei lavoratori.
In quella sede, il 29 agosto del 1910, la seconda conferenza delle donne dell'Internazionale socialista (ancora non era avvenuta la scissione fra marxiste-leniniste e socialdemocratiche) su proposta delle marxiste-leniniste russe ispirate da Lenin, decise di istituire una giornata internazionale delle donne da celebrare in una domenica di febbraio e marzo di ogni anno. Nel 1921 poi la Conferenza delle donne comuniste (oggi si direbbe marxiste-leniniste) decise che questa giornata fosse celebrata in tutto il mondo nella data dell'8 Marzo legandola alla prima manifestazione delle operaie di Pietrogrado contro lo zarismo nel 1917, preludio della grande Rivoluzione d'Ottobre. In quella sede aveva tenuto conferenze e aveva soggiornato Lenin. Nel 1918 dalla "Folket hus" era partita la grande manifestazione contro la disoccupazione che portò all'occupazione della borsa danese.
Dopo la seconda guerra mondiale la Casa fu usata anche per ospitare profughi tedeschi fino a essere definitivamente abbandonata nel 1960 quando i sindacati si trasferirono in una nuova sede.
Rimase abbandonata per molto tempo. Negli anni '80 una grande catena di supermercati, la Brugsen, chiese di raderla al suolo per costruirci un grosso negozio. Il comune si oppose, acquistò l'edificio e nel 1982 lo assegnò a un gruppo di giovani che chiedevano di poter costruire un centro sociale giovanile autogestito a Copenaghen. L'edificio venne ribattezzato Ungdomshuset (Casa dei Giovani) diventando un punto di ritrovo non solo giovanile.
Per anni i conservatori ne avevano chiesto la chiusura ma solo nel 1999 la maggioranza socialdemocratica voterà a favore della vendita. L'acquirente sarà una setta cristiana fondamentalista che chiederà lo sfratto dei giovani.
Gli occupanti respingevano le ingiunzioni di sgombero e chiedevano in alternativa l'assegnazione di un altro edificio. La sindaco socialdemocratica di Copenaghen respingeva ogni richiesta e nel settembre e nel dicembre scorsi inviava la polizia a sgomberare l'edificio. I giovani resistevano e repingevano gli agenti.
La mattina dell'1 marzo la polizia si presentava in forze, circondava la casa e arrestava tutti i presenti. La notizia dello sfratto si diffondeva nelle scuole e centinaia di giovani scendevano per le strade a protestare. Saranno in migliaia a scendere in piazza anche nei giorni seguenti e a dare vita a duri scontri con la polizia. I dimostranti cercavano di rientrare nell'edificio ma venivano respinti dagli agenti. Il 3 marzo sono ancora in migliaia a manifestare per le strade di Copenaghen e a sfilare dietro le parole d'ordine "No alla violenza poliziesca", "Salvate la case dei giovani" scritte sugli striscioni.
Manifestazioni e presidi a sostegno della lotta dei giovani danesi si svolgevano in diverse città europee davanti ai consolati danesi, da Tampere in Finlandia a Berlino, Brema e Postdam in Germania. A Milano e Venezia il 6 marzo decine di giovani protestavano davanti i consolati danesi nelle due città. A Venezia una cinquantina di manifestanti occupavano il consolato e appendevano uno striscione con scritto "Support Ungdomshuset"; a Milano dopo una breve occupazione della sede consolare i manifestanti dalla strada lanciavano uova e vernice contro l'edificio.

14 marzo 2007