Sbagliate le griglie di correzione. Caos e superlavoro tra alunni e docenti
Abolire i test Invalsi
Bocciati i superesperti ingaggiati dal ministero

L'Invalsi, l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, nel quale lavorano i "cervelloni" che, su disposizione del Ministero della pubblica istruzione, hanno il compito di valutare il rendimento dei docenti e la qualità della formazione degli studenti italiani, ha fatto il botto: un madornale errore che ha provocato il caos nelle commissioni d'esame di Terza media è venuto fuori proprio dal quizzone Invalsi, screditando in maniera definitiva l'Istituto proprio nel suo campo, quello della valutazione.
L'errore era nella griglia digitale di correzione pubblicata sul sito dell'Istituto, sulla quale i docenti delle commissioni d'esame dovevano inserire le risposte fornite dagli studenti in sede d'esame.
Se se sono resi conto non gli eminenti studiosi dell'Istituto, ma i professori impegnati a correggere il ridicolo quizzone, notando che i risultati indicati dalla griglia diffusa dal Ministero non corrispondevano quasi mai a quelli degli studenti. Possibile che tutti gli studenti avessero sbagliato? No, la realtà è che era sbagliata la griglia di correzione. Dopo una pioggia di segnalazioni partite dagli istituti scolastici, la sera del 21 giugno, con una mail delle 20 e 16, dopo che le commissioni avevano concluso le valutazioni in base alla griglia sbagliata, o avevano dovuto correggere manualmente o bloccare tutto il lavoro in attesa di indicazioni, il responsabile del servizio di valutazione Invalsi, Roberto Ricci, superesperto superpagato nel settore statistico, segnalava il "problema tecnico nelle griglie che avrebbe falsato il voto finale". L'errore era presente nella griglia relativa alla prova d'Italiano e coinvolgeva tutto il blocco A. Se infatti il candidato avesse dato 15 risposte esatte, il sistema gli avrebbe assegnato 10 punti invece di 20. Problemi analoghi anche per la prova di matematica.
Errori che non hanno scusanti, dal momento che la valutazione del test Invalsi concorre a determinare il voto finale dell'esame di licenza media. E, comunque, hanno comportato da parte delle Commissioni d'esame un aggravio di lavoro non retribuito per ricontrollare di tutti i test già corretti. In moltissime scuole s'è dovuto fare le ore piccole per rientrare nei tempi.
"È l'ennesima prova di un ministero ormai alla sbando e non più in grado di governare in maniera dignitosa la complessa macchina del sistema scolastico nazionale", dice il segretario della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo.
In un comunicato i Cobas denunciano che docenti "hanno pagato di persona il mix di arroganza e cialtroneria che il governo, la ministra Gelmini, il Miur e il geniale Invalsi ci hanno somministrato negli ultimi mesi", passando "anche 14 ore a scuola per la pagliacciata degli indovinelli". Dai Cobas viene la richiesta dell'abolizione dei Quiz Invalsi dalla scuola italiana, mentre la Gilda chiede la loro abolizione dagli esami di Terza media. Il quizzone obbligatorio in sede di esame finale uguale per tutti gli studenti italiani era stato inserito dal piddino Fioroni, ministro dell'istruzione del secondo governo Prodi dal 2006 al 2008, con la circolare n. 32 del 14 marzo 2008. Subito aveva suscitato proteste e perplessità a causa della genericità e della difficoltà delle prove, spesso mirate a valutare non le conoscenze fornite dalla scuola, ma quelle che l'alunno acquisisce dal contesto sociale in cui vive, determinando oggettivamente una selezione di classe.
I docenti spesso hanno anche criticato tale prova in quanto discriminava gli alunni stranieri, quelli con disturbi specifici di apprendimento o quelli certificati per qualche disabilità, ma anche l'obbiettivo più o meno esplicitato di pervenire a una graduatoria tra le scuole, grazie alla quale premiare le "migliori" con un flusso di finanziamenti e penalizzare ulteriormente quelle in cui gli studenti hanno fornito prove non degne di nota.
Un devastante progetto che ha come fine ultimo quello di smantellare la scuola pubblica italiana e che è proseguito, con piogge di finanziamenti al protettissimo Invalsi da parte del ministero della pubblica istruzione, sottratti alle esigenze reali della scuola, nonostante l'opposizione crescente degli studenti delle scuole superiori, dei docenti e delle famiglie a questa selettiva, classista, meritocratica mostruosità didattica.
Ma dopo la sonora bocciatura all'esame di Terza media ci sono tutti i presupposti perché a partire dall'anno scolastico 2011-2012 ancor più studenti si rifiutino di svolgere questa prova insulsa e ancor più Collegi docenti si pronuncino contro la somministrazione e la correzione di questa assurdità.

29 giugno 2011