Ancora al Pio Albergo Trivulzio
Scoppia lo scandalo affittopoli a Milano
Clientelare gestione del patrimonio immobiliare da parte del CdA nominato dalla neopodestà Moratti
Dure proteste di inquilini delle case popolari e degli studenti fuorisede

Redazione di Milano
Il Pio Albergo Trivulzio (PAT), ospizio per anziani di proprietà del Comune di Milano, 19 anni fa saltò agli onori della cronaca per la scandalosa corruzione sugli appalti che diede inizio a Tangentopoli. Ed è proprio da qui che oggi scoppia il bubbone dell'affittopoli meneghina che coinvolge gran parte del patrimonio immobiliare dell'istituto utilizzato dalle cosche partitiche del regime neofascista a fini clientelari con la concessione a prezzi di favore a politici, giornalisti ed esponenti della borghesia milanese.
Nell'elenco, ad oggi, figurano 1.064 nominativi e giorno dopo giorno emerge una gestione alquanto dubbia degli immobili lasciati in beneficenza che, in realtà, sono stati assegnati a chi è tutt'altro che bisognoso. Difatti tali appartamenti vengono assegnati con un bando pubblico a chi tra i candidati, a parità di requisiti, è in grado di esibire il reddito più alto. E poi, come se non bastasse, a dare il via libera al contratto da stipulare era un comitato ristretto del consiglio di amministrazione (CdA), nominato accuratamente dalla neopodestà Moratti, composto dal direttore generale Fabio Nitti, in quota PDL, dal direttore del Dipartimento Tecnico Alessandro Lombardo, quota ex AN oggi PDL, al chirurgo Emilio Trabucchi (PDL) presidente dell'ente a cui spettava la supervisione. A contare sulle assegnazioni di favore anche gli altri membri del CDA, tra cui la sua vicepresidente Francesca Zanconato moglie del presidente dell'ENI Paolo Scaroni piazzata per volere della neopodestà Moratti - interessata in prima persona ad avere lì una degna rappresentante dei magnati del petrolio a rappresentare la "categoria" - e poi il nazi-leghista Marco Antonio Giacomoni e il PDL fascista doc Luca Storelli a completare il quadro (scoppiato lo scandalo l'intero CdA si è dimesso, per esplicito ordine della neopodestà Moratti, tranne questi ultimi due a volersi così dissociare dai loro sodali). La "Baggina dei milanesi", ora commissariata e finita sotto inchiesta da parte della Corte dei conti e dalla Procura di Milano, si è rivelata una mangiatoia di affitti a canoni stracciati elargiti a opulenti raccomandati, un valido strumento di corruzione che interessa anche il neoduce Berlusconi. Qui, infatti, il cavaliere piduista di Arcore nel 2009 ha donato 500 mila euro per restaurare un reparto poi dedicato alla madre.
Canoni irrisori per gioielli immobiliari per una lista zeppa di nomi noti, oltre ai cognomi eccellenti (tra i nuovi la moglie dell'ex ministro Brancher e l'ex "spione" di Telecom Fabio Ghioni). Come, ad esempio, un appartamento in largo Rio de Janeiro 7 venduto ad Antonio Mobilia, direttore generale dell'ospedale San Carlo, molto vicino alla famiglia La Russa. Ma c'è ancora tanto da capire: che fine hanno fatto i nove appartamenti di corso Sempione 51 (uno abitato dall'attuale assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti). Inoltre il 7% degli immobili PAT è rimasto sfitto come riserva per le prossime clientele.
Nel 2000 dal rapporto del segretario generale del Comune di Milano Giuseppe Albanese, incaricato dall'allora neopodestà Gabriele Albertini di monitorare la gestione del PAT, ne uscì un quadro in cui si accertarono "irregolarità per violazione di legge e sotto il profilo dell'eccesso di potere", un documento che l'allora neopodestà si guardò bene dal trasmettere alla Procura. Il CdA del PAT fu commissariato, come dopo Tangentopoli, ma pochi mesi dopo tutto tornò come prima. Ora, però, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha aperto un fascicolo sull'affittopoli milanese del PAT. Al momento non viene specificato alcun reato, anche se l'ipotesi più probabile è che nei prossimi giorni, dopo l'acquisizione degli elenchi, si procederà per abuso d'ufficio.
E' dagli anni '80 che si protrae questo modus operandi nella gestione del PAT quando alla sua guida c'era il "mariuolo" craxiano Mario Chiesa ai tempi della giunta PSI/PCI. Ad allora risale l'assegnazione di favore per Cinzia Sasso attuale convivente del candidato neopodestà del "centro-sinistra" Giuliano Pisapia il quale, per difenderla, la giustifica affermando che ottenne la locazione per intercessione dell'allora sindaco craxiano Paolo Pillitteri perché bisognosa di casa. Ma se veramente fosse stata bisognosa di un alloggio perché non ha presentato regolare domanda all'Istituto Case Popolari come ogni "comune mortale"? Probabilmente non necessitava semplicemente di un tetto ma di un'abitazione di lusso garantitale da qualche "santo in paradiso". Così giustificandola l'imbroglione Pisapia lascia intendere che una simile condotta non lo scandalizza, dimostrando che una sua futura giunta nulla farà per estirpare questo vergognoso sistema clientelare.
Nel pomeriggio di giovedì 24 febbraio in centinaia tra inquilini delle case popolari di di San Siro, Giambellino, Niguarda, Ticinese, Corvetto, Gratosoglio e via Feltrinelli e studenti fuorisede hanno assediato Palazzo Marino per protestare contro l'affittopoli dell'amministrazione Moratti, duri gli slogan: "Casa diritti, dignità", "Ladri, ladri", con tanto di pentole e tamburi a dare manforte. L'entrata principale del municipio è stata bersagliata da lanci di arance, ortaggi vari e monetine e, per diverse volte, i manifestanti hanno sfondato le transenne fronteggiandosi con i cordoni di polizia in tenuta antisommossa a dimostrare la rabbia popolare contro un sistema in cui, chi ha veramente bisogno di una casa rimane per anni e anni in lista di attesa per un alloggio fatiscente e a canone sempre più salato, mentre lussuosi appartamenti di proprietà pubblica vengono affittati a pochi soldi a chi di un alloggio pubblico non ne ha alcun bisogno.
La conseguenza di questi abusi gestionali va a ricadere sugli anziani assistiti e le loro famiglie con l'aumento delle rette e con il peggioramento del servizio dovuto alla chiusura e al ridimensionamento dei reparti, alla riduzione del personale con il licenziamento dei precari.
Nel frattempo lo scandalo affittopoli si allarga a macchia d'olio ad altri enti assistenziali come Aler, il Policlinico, il Golgi Redaelli, Fiera ATM , Casa Verdi dove è emerso essere in vigore lo stesso vergognoso sistema clientelare.

9 marzo 2011