Gli Usa installano due comandi di Africom a Vicenza e a Napoli

Ora è ufficiale. Due dei comandi militari operativi dell'appena costituito Comando Africa (AfriCom) la cui "area di responsabilità" comprende quasi l'intero continente africano, salvo l'Egitto, saranno dislocati in Italia: uno a Vicenza e l'altro a Napoli.
Nella base di Ederle di Vicenza opererà il nuovo comando militare delle forze terrestri denominato "Setaf/U.S. Army Africa", mentre a Napoli sarà installato il comando navale dell'AfriCom.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, nel dare l'annuncio ai primi di dicembre in una conferenza stampa congiunta con l'ambasciatore Usa in Italia, Ronald Spogli, aveva ripetuto pappagallescamente la versione della Casa Bianca parlando di "strutture di comando che operano nel quadro Nato", garantendo che "non ci saranno truppe da combattimento ma componenti civili". Una menzogna. In realtà, il Comando Africa non opera nel "quadro Nato" ma è uno dei sei comandi unificati del Pentagono, divenuto operativo agli inizi di ottobre ed incorpora, insieme alle forze militari, personale e strutture del Dipartimento di Stato, della Usaid e di altre agenzie.
Ma è falsa anche l'affermazione che in Italia "non ci saranno truppe da combattimento ma componenti civili" dell'AfriCom. Le navi da guerra usate per le operazioni in Africa vengono fornite dal comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli. Così come la squadra da combattimento 173ª brigata aviotrasportata di stanza a Vicenza, che resta sotto il Comando europeo degli Stati Uniti, sarà certamente usata per le operazioni in Africa. E poiché essa è una "unità modulare" formata da sei battaglioni, potrà incorporare altri reparti per tali operazioni. Dunque cresceranno le unità militari Usa di stanza nel nostro paese così come crescerà la necessità di raddoppiare la base Usa di Vicenza da cui oggi già partono le truppe per l'Afghanistan e l'Iraq.
Inoltre è prevedibile che l'appena costituito Corpo dei marines per l'Africa, il cui comando è attualmente a Boeblingen in Germania, opererà da Napoli. Ed anche la 17ª Forza aerea, messa a disposizione dell'AfriCom, opererà non dalla base tedesca di Ramstein ma soprattutto da Aviano, Sigonella e altre basi in Italia. A supportare AfriCom ci saranno anche la base di Camp Darby, che fornirà i materiali per le operazioni, e quella di Sigonella, da cui già opera una forza speciale per missioni segrete in Africa (la Joint Task Force Aztec Silence) nel quadro della "guerra globale al terrorismo".
Le unità di AfriCom durante le missioni saranno collegate ai comandi tramite la rete di comunicazioni e intelligence di Sigonella, che verrà potenziata con l'installazione a Niscemi di una stazione terrestre del Muos, il sistema di telecomunicazioni di nuova generazione.
È quindi evidente che la dislocazione in Italia dei due comandi AfriCom, oltre a levare le castagne dal fuoco ali Usa che avevano difficoltà a trovare basi nello scacchiere del Mediterrano, comporterà un'ulteriore militarizzazione del nostro territorio. Ma la totale disponibilità del governo Berlusconi nei confronti degli Usa risponde soprattutto all'obiettivo di proporre l'imperialismo italiano come interlocutore privilegiato per la nuova operazione di stampo coloniale che mira al controllo delle aree strategiche del continente africano, e soprattutto dell'Africa occidentale ricca di petrolio e di altre preziose materie prime.

14 gennaio 2009