Il caporione fascista esautora il dibattito in Consiglio comunale e impedisce l'ingresso ai cittadini che difendono l'esito del referendum sull'acqua pubblica
Alemanno blinda il Campidoglio per svendere Acea

Già l'11 giugno durante una seduta del consiglio comunale di Roma due consiglieri della maggioranza di destra avevano aggredito con una brutalità tutta fascista il capogruppo del PD in consiglio comunale Umberto Marroni durante la cruciale discussione consiliare sulla svendita a privati del 21% della società comunale ACEA che eroga e distribuisce tra l'altro acqua ed elettricità all'intera città di Roma: in quell'occasione alcuni rappresentanti dei movimenti per l'acqua pubblica presenti nella sala consiliare erano costretti a scavalcare la recinzione per difendere Marroni che, già sanguinante a una mano, era già stato preso a spintoni e schiaffeggiato dai due consiglieri, tanto che si sfiorava la rissa e il sindaco Alemanno era costretto a sospendere la seduta.
Il Comitato Romano Acqua Pubblica, infatti, insieme ad altri movimenti romani, presidia da molti giorni il Campidoglio per impedire la svendita di ACEA, che sarebbe un vero e proprio schiaffo in faccia a quanti, in maggioranza schiacciante, hanno votato lo scorso anno proprio contro la privatizzazione dell'acqua, mentre il caporione fascista Alemanno vuole cedere ai privati parte della società del Comune di Roma per ripianare i debiti prodotti dalla sua pessima amministrazione.
Il 13 giugno, alla seduta successiva, i cittadini romani si sono trovati di fronte a un municipio presidiato dalle forze dell'ordine, in molti sono stati perquisiti per strada e il consiglio comunale, per espressa decisione del sindaco, si è svolto a porte chiuse.
Una decina di rappresentanti del Comitato Romano Acqua Pubblica e di altri movimenti si è poi vista notificare dai vigili urbani un provvedimento di interdizione a varcare le soglie del municipio da un minimo di uno a un massimo di tre mesi: alcune tra le persone destinatarie di tale divieto hanno il solo torto di essere state presenti nell'aula consiliare l'11 giugno mentre altre erano persino già andate via nel momento in cui è scattata la rissa subito dopo la votazione palesemente illegittima.
Nella piazza del Campidoglio intanto i presenti cercavano di far valere i propri diritti, contestando il fatto che nessun articolo del regolamento del consiglio comunale consente di svolgere arbitrariamente sedute a porte chiuse: momenti di tensione si sono registrati tra un gruppo di manifestanti e i reparti di polizia schierati a difesa della sede del Consiglio comunale.

20 giugno 2012