Il Consiglio nazionale DS censura il malcostume delle amministrazioni regionali e locali
Gli amministratori del 'centro-sinistra' campioni di sperperi e privilegi
Tutti i consiglieri dell'Unione hanno autista, segretaria e staff
In Campania i presidenti di commissioni oltre allo stipendio incassano 1.800 euro
All'indomani delle elezioni regionali del 3 e 4 aprile scorso i neo eletti governatori del "centro-sinistra" hanno rispolverato il vecchio "manuale Cencelli" per assegnare poltrone, incarichi, responsabilità, privilegi e stipendi da nababbo a tutti i consiglieri della propria maggioranza.
Il primo a muoversi è stato il democristiano Agazio Loiero che nella prima riunione del nuovo Consiglio regionale della Calabria ha fatto approvare una leggina ad hoc per sistemare tutti e 30 i consiglieri del "centro-sinistra" piazzandoli o sulla poltrona di qualche assessorato, o su quella di presidente di commissione o ancora su quella di capogruppo. E tutti ovviamente, oltre all'indennità di carica, riscuotono e accumulano anche l'indennità di funzione pagata, ovviamente, coi soldi rubati al popolo calabrese. Inoltre ognuno di loro ha a disposizione un'auto "blu" con autista, un addetto stampa, una segretaria, una vicesegretaria, un assistente laureato e uno diplomato. Cinque, sei, per i più bravi anche sette persone a struttura, sette stipendi tutti a carico della pubblica amministrazione regionale.
Pur di accontentare tutti, l'ex ministro dei Rapporti col parlamento Loiero, si è improvvisato novello Gesù e ha fatto il miracolo della moltiplicazione delle poltrone aumentando gli uffici e le strutture del sottogoverno o inventandone di nuove come ad esempio le tre "unità organizzative autonome" che fanno capo ad altrettanti sottosegretari nominati direttamente da Loiero. La prima si interessa dell'area di Gioia Tauro, la seconda delle riforme istituzionali e la terza dello sviluppo del territorio. Inoltre Loiero ha istituito anche il cosiddetto "Osservatorio per il contrasto della criminalità organizzata" composto da dieci consulenti di sua nomina e che incassano 300 euro a seduta più tutte le spese annesse e connesse. In aggiunta a ciò Loiero ha messo in piedi un efficientissimo ufficio stampa composto da 16 giornalisti e un portavoce, Pantaleone Sergi, inviato di "Repubblica" nonché sindaco di Limbiadi (Vibo Valentia), il cui compito è equiparato a quello di una struttura speciale con tanto di autista e auto blu e un assegno mensile di 7 mila euro più altri 2 mila di indennità speciale.
Ma il miracolo delle poltrone in molti casi sfiora il ridicolo: ci sono ad esempio molti casi in cui il consigliere Tizio è presidente della commissione Agricoltura e Caio è il suo vice. Ma poi nella Commissione Industria le parti si invertono e Tizio diventa vice presidente di Caio.
Doppio incarico e quindi doppio stipendio.
Franco La Rupa, consigliere Udeur, ad esempio è questore ma anche segretario della prima commissione, Cosimo Cherubino è capogruppo socialista e segretario di qualcos'altro. Una formula spartitoria ben collaudata e in grado di mettere tutti d'accordo. Perciò, chi non ce l'ha fatta a entrare in giunta si è "accontentato" di guidare il gruppo consiliare; chi non guida il gruppo guida la commissione e così via.
L'Udeur, ad esempio, aveva cinque eletti da sistemare. Pasquale Tripodi ed Ennio Morrone sono diventati assessori; Antonio Borrello segretario questore, La Rupa capogruppo e Domenico Tallini presidente di una commissione "speciale" di Vigilanza. Cinque su cinque.
Filotto anche per Unità socialista, per la Margherita, per i Democratici di sinistra. E chi alla fine del giro è rimasto fuori dalle poltrone più prestigiose per il momento si è dovuto accontentare di uno scranno da "sottosegretario" alla Presidenza in attesa di tempi migliori.
C'è di più: nel 2002 la precedente giunta di "centro-destra" approvò una legge, la numero 25, meglio nota come la "legge dei parenti" con la quale furono assunti negli uffici regionali, nei consigli di amministrazione o negli organi equiparati degli Enti pubblici, delle Asl o nelle società di diritto pubblico o privato controllate o partecipate dalla Regione centinaia di persone in gran parte parenti, amici e amici degli amici dei vecchi consiglieri con incarichi di portaborse, assistenti, responsabili tecnici e cosi via, di cui però i nuovi consiglieri di "centro-sinistra" non vogliono più avvalersi. Il 27 maggio la nuova maggioranza di "centro-sinistra" ha votato una delibera, la numero 6, con cui si azzerano tutte le nomine della vecchia amministrazione regionale e, al posto dei parenti e amici di Chiaravalloti farà assumere "fiduciariamente" tutti i parenti e gli amici di Loiero e del "centro-sinistra". Si tratta di una media di circa 6 nomine per ogni consigliere che moltiplicato per i 30 eletti del "centro-sinistra" si arriva a circa 180 "nuove assunzioni". è forse così, col clientelismo, il nepotismo e il "manuale Cancelli" che Loiero e il "centro-sinistra" vogliono risolvere il problema della disoccupazione in Calabria?
La verità è che a Chiaravalloti prima e a Loiero ora l'unica cosa che interessa veramente sono i soldi, la carriera personale e il potere: questi sono i motivi per cui a ogni tornata elettorale i boss delle varie cosche parlamentari sono disposti a fare carte false, anzi firme false come è accaduto appunto alle scorse regionali, pur di racimolare qualche voto in più. Ai vari Loiero, Bassolino, Martini, Vendola, Marrazzo non interessa un bel niente dei milioni di operai senza lavoro e del numero sempre crescente di famiglie che languono sotto la soglia di povertà. La loro unica preoccupazione, una volta eletti, è quella di sistemare nei posti adeguati i propri "galoppini" e garantirsi così la possibilità di essere rieletti alla prossima competizione elettorale.
Altro che "l'amore per la propria terra" e "l'interesse per i problemi dei miei corregionali", "Un altro modo di governare" e "Decidere per vincere"!
Sulla scia di Loiero si sono mossi quasi tutti i governatori del "centro-sinistra" tra cui il Bossi del Sud Bassolino, il governatore del Lazio Piero Marrazzo e il nuovo S. Nicola di Bari Nicki Vendola.
Il primo, oltre alle 6 commissioni permanenti della Regione Campania ha istituito altre 12 commissioni speciali di cui 6 sono andate al "centro-destra", che in cambio ha votato a favore di tutte le delibere proposte dalla giunta sul fronte della spesa pubblica inerenti la moltiplicazione delle poltrone e degli stipendi. Così i 12 nuovi presidenti riscuoteranno oltre all'indennità di funzione, che è quasi pari a quella di un parlamentare, ossia circa 9 mila euro al mese, anche 1.800 euro di indennità di carica. I loro vice incasseranno invece 900 euro e i segretari 450.
Inoltre Bassolino ha recentemente distribuito altre 60 poltrone i cui occupanti in base alla delibera del 30 maggio scorso andranno a rafforzare i vari uffici di sua diretta collaborazione dove già siedono almeno un altro centinaio di tecnici, consiglieri personali e portaborse vari che costeranno alle casse della Regione mediamente 30 mila euro lordi in più all'anno a testa.
Ma non è tutto, perché tra le pieghe del bilancio si scopre che S. Antonio Bassolino, già devoto e miracolato di San Gennaro, adesso è diventato devoto anche di Padre Pio dal momento che con delibera numero 874 ha pagato alla società di produzioni Tv "Sm Production Srl" un assegno di 280.000 euro per la realizzazione della VI edizione della manifestazione "Una voce per Padre Pio".
Marrazzo invece, che dagli schermi televisivi si atteggiava a paladino della giustizia sociale e moralizzatore vestendo i panni di "difensore dei diritti dei più deboli", ha modificato il regolamento regionale e moltiplicato le poltrone: gli assessori da 12 sono diventati 16; le commissioni consiliari sono quasi raddoppiate e da 14 sono diventate 24; il personale di segreteria, portaborse, collaboratori, ecc., da 137 è passato a 177 unità; il personale a diretta collaborazione di Marrazzo è salito da 253 a 292 unità; i compensi per le consulenze esterne sono cresciuti tra il 20 e il 40% e le spese complessive per pagare i lauti stipendi dei politici che ora governano la Pisana e i loro scandalosi privilegi hanno subìto un rialzo del 40% che ovviamente sarà a totale carico dei contribuenti laziali.
Ma ancora peggio è riuscito a fare il nuovo S. Nicola di Bari, Vendola, che alla faccia del suo "nuovo modo di governare" ha portato il numero degli assessori da 12 a 14 unità di cui 6 sono "tecnici esterni" cioè nemmeno eletti nel Consiglio regionale. Agli assessori Vendola ha anche aumentato lo stipendio portando la spesa annua per questa voce a 1.770.000 euro. I consiglieri sono lievitati da 60 a 70 unità, mentre le commissioni da 7 che erano sono diventate 11 e l'aumento di stipendio annuo per i loro presidenti è salito di 107.424 euro, per i vice di 85.920 e per i segretari di 32.208. Infine il capo di gabinetto (esterno alla Regione) parte da una base di 80.050 euro cui si somma un cospicuo "premio di risultato" più l'immancabile indennità di missione.
A conti fatti Vendola alla voce di bilancio dedicata agli emolumenti di assessori, presidenti, consiglieri, portaborse, ecc., ha aggiunto un aggravio di 2.077.602 euro all'anno che moltiplicato per i 5 anni di legislatura previsti fa oltre 10.300.000 euro che le masse pugliesi dovranno sborsare.
Insomma siamo di fronte a un vero e proprio "scandalo delle poltrone e delle consulenze d'oro" che persino Achille Occhetto ha definito "peggiore dei tempi di Craxi" e che il 15 luglio ha costretto lo stesso Consiglio nazionale dei DS ad approvare all'unanimità un ordine del giorno presentato da Mussi, Salvi e Napolitano che invita "i rappresentanti del partito in tutte le istituzioni, nazionali, regionali e locali a proseguire ed intensificare l'impegno per una rigorosa pratica politica ed amministrativa, come uno dei terreni primari della nostra sfida alla destra... anche in termini di sobrietà nei comportamenti e di rigore morale".
Un invito che i governatori del "centro-sinistra" con alla testa Bassolino, il quale ha lasciato la citata direzione nazionale dei DS sbattendo la porta, non hanno gradito dal momento che hanno rispedito al mittente l'accusa di "scarsa attenzione alle risorse pubbliche e agli sprechi" sollevata dai vertici del partito.
Segno evidente che ormai i Ds anche nell'amministrazione delle risorse pubbliche sono uguali se non peggio degli amministratori del "centro-destra", cioè guardano più al proprio tornaconto politico, elettorale ed economico e non certo agli interessi delle popolazioni che governano.

20 luglio 2005