Dopo l'abbordaggio i sionisti espellono l'equipaggio diretto a Gaza con aiuti umanitari
Illegale arrembaggio israeliano a Freedom Flotilla

La Dignité-al Karama, la nave francese carica di aiuti umanitari della Freedom Flotilla diretta verso Gaza, è stata abbordata il 19 luglio dalla marina israeliana a circa 100 chilometri dalla costa e costretta a dirigersi al porto di Ashdod. I 16 passeggeri di diverse nazionalità, compresi due giornalisti della televisione al-Jazeera, sono stati trasferiti al centro di identificazione per immigrati di Holon, vicino all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e espulsi.
La nave francese è uno dei dieci equipaggi della Freedom Flotilla 2 che voleva portare aiuti umanitari alla popolazione della striscia di Gaza e soprattutto denunciare l'illegale chiusura del territorio da parte dei sionisti israeliani che l'hanno trasformato in un lager per il milione mezzo di palestinesi che ci abitano. Le altre navi erano state bloccate dal governo di Atene in ossequio alla richiesta dettata da Tel Aviv di impedire la partenza della Flotilla. Minacciando un nuovo massacro come quello del 31 maggio 2010 quando la marina sionista aveva assaltato la prima Freedom Flotilla e ucciso nove pacifisti turchi.
La Dignité-al Karama era già stata bloccata dalla marina greca ai primi di luglio e costretta a parcheggiare a Creta. Da dove era ripartita il 17 luglio dichiarando quale destinazione il porto di Alessandria d'Egitto; durante la navigazione aveva puntato la prua verso Gaza dove era intercettata dalla marina sionista che intimava al capitano della nave di non entrare "nella zona soggetta a blocco marittimo di sicurezza al largo della costa di Gaza". Un blocco illegale decretato dal regime di Tel Aviv e accettato senza batter ciglio dai paesi imperialisti.
"Si è trattato di un atto di pirateria", denunciava la portavoce dell'associazione francese che aveva organizzato il viaggio della nave. Stessa denuncia da parte del nuovo segretario della Lega araba, Nabil el Arabi, che invitava la comunità internazionale e l'Onu a protestare contro Tel Aviv. Richiesta caduta nel nulla. Il portavoce del governo palestinese guidato da Hamas denunciava il fatto come un "crimine di guerra e una violazione dei diritti umani".

27 luglio 2011