Tangenti per la fornitura di bus
Arrestato Mancini, braccio destro di Alemanno

Con l'accusa di corruzione e concussione, il 24 marzo è finito in galera a Roma Riccardo Mancini, amministratore delegato di Eur Spa, uomo di fiducia e braccio destro del neopodestà della Capitale, Gianni Alemanno, in procinto di ricandidarsi per un secondo mandato alle prossime comunali.
L'inchiesta, condotta dal Pubblico ministero (Pm) Paolo Ielo riguarda una mazzetta da 800mila euro versata da Breda Menarini per l'appalto relativo alla fornitura di 45 autobus al Comune di Roma.
L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) Stefano Aprile è giustificata dal concreto pericolo di reiterazione del reato e inquinamento delle prove su cui carabinieri Guardia di finanza stanno effettuando accertamenti e perquisizioni.
Mancini aveva tentato di evitare l'arresto presentandosi il 3 febbraio scorso in procura per ammettere di aver ricevuto effettivamente i 60mila euro di tangente a lui destinata. L'appalto per la fornitura dei bus riguarda i mezzi destinati al cosiddetto "corridoio Laurentina" tra l'altro mai entrati in servizio.
Insieme a Mancini, nel registro degli indagati figurano almeno altre otto persone: Roberto Ceraudo (ex ad di Breda Menarini, colui che per l'accusa avrebbe versato la mazzetta); l'imprenditore Edoardo D'Inca Levis, il quale ha sostenuto di aver predisposto il ''fondo nero'' per la tangente; Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica; Lorenzo Cola, ex consulente esterno del colosso della Difesa; Marco Iannilli, commercialista di Cola; due dirigenti di Breda Menarini, una delle aziende fornitrici dei bus, in carica nel 2009.
Mancini, classe 1958, è amministratore o socio di molte società private, alcune delle quali si occupano di bonifiche ambientali. Dopo aver finanziato la campagna elettorale di Alemanno nel 2006 e aver fatto da tesoriere durante quella del 2008, è stato nominato amministratore delegato all'Eur Spa, una poltrona da 198 mila euro all'anno. La nomina suscitò polemiche perché molti anni fa, nel 1988, Mancini era stato condannato a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Mancini, secondo L'Espresso, è anche amico di Massimo Carminati, tra i fondatori degli stragisti fascisti Nar e vicino della Banda della Magliana.

3 aprile 2013