Venezia
Arrestato l'ex assessore PD Brentan per tangenti sugli appalti
Napolitano lo aveva nominato Cavaliere al merito

Con l'accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, aggravata in ragione della stipula di contratti vincolanti per l'ente di appartenenza, il 31 gennaio è finito in manette Lino Brentan, amministratore delegato della società autostradale Venezia-Padova, ex assessore provinciale ai Lavori pubblici, trasformatosi in manager, con alle spalle una lunga militanza nel Pci prima e ora con in tasca la tessera del PD.
Secondo il Pubblico ministero (Pm) Stefano Ancilotto, che ha coordinato le indagini, Brentan favoriva le imprese amiche in cambio di denaro.
L'inchiesta nasce da una costola delle indagini che hanno travolto la Provincia di Venezia un anno fa, con gli arresti di alcuni imprenditori e funzionari corrotti.
Secondo la procura Brentan è il promotore di una vera e propria "cricca degli appalti" in salsa veneta che egli aveva costituito fin da quando era a capo dell'assessorato ai Lavori pubblici della Provincia dal 1990 al 2000, e che ha continuato ad agire anche dopo, quando Brentan è divenuto manager, prima presidente e successivamente amministratore delegato dalla Venezia-Padova.
Nel mirino ci sono episodi compresi nel periodo che va dal 2005 al 2009. Il sistema attuato dalla "cricca" consisteva nel suddividere le opere da appaltare in più lotti al fine di ridurre l'ammontare del costo dei lavori per poterli affidare con assegnazioni dirette. In questo modo lavoravano le stesse imprese. In Provincia come nella Spa autostradale. I garanti sarebbero stati Brentan e due funzionari della Provincia, Carlon e Ragno. Al centro dell'inchiesta tre episodi: la ristrutturazione affidata all'imprenditore Dario Guerrieri degli uffici del casello di Villabona e del Centro Servizi della Provincia di Venezia, per la quale sarebbero state pagate tangenti per 40 mila euro (divisi equamente tra Carlon e Brentan) e 15 mila euro. Un altro episodio riguarda l'imprenditore Silvano Benetazzo - coinvolto nel primo filone dell'inchiesta e ora deceduto - che avrebbe versato a Brentan 60 mila euro in nero, pagati in varie tranche, come tangente a titolo di vari lavori che gli erano stati affidati. Infine nella lente del Pm sono finiti gli appalti affidati a più riprese all'azienda di Luigi Rizzo, specializzata in consulenze e nella realizzazione di barriere anti-rumore lungo l'autostrada.
Nelle tasche di Brentan sarebbe finito complessivamente il 10 per cento di un milione e centomila euro. Intanto la Procura ha bloccato 170 mila euro nel conto corrente di Brentan ed attende l'apertura della cassaforte per vedere se ci sono altri elementi utili all'inchiesta.
E pensare che Brentan il 2 giugno del 2008 aveva ottenuto anche il titolo di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica consegnatogli dal capo dello Stato Giorgio Napolitano proprio per i progetti importanti eseguiti sulle strade del veneto.
Insomma: da Penati a Tedesco, da Lusi a Brentan, alla fine sembra proprio che l'unica superiorità di cui il PD possa vantarsi rispetto alle altre cosche parlamentari non è quella morale ma quella degli indagati e degli arrestati.

15 febbraio 2012