L'Artico fa gola anche alla Nato
Intanto il Canada acquista aerei telecomandati e aumenta le spese militari per controllare l'area

In un seminario che si è svolto lo scorso gennaio in Islanda dal tema "Prospettive per la sicurezza del Nord" la Nato ha partecipato con il proprio segretario generale, l'olandese Jaap de Hoop Scheffer, e vari comandanti militari per affermare che "l'Artico è una regione di interesse strategico per la Nato" e che "dobbiamo concordare una serie di principi guida per il ruolo della Nato nel campo della sicurezza energetica". In altre parole la Nato guarda alla regione dell'Artico come un'area da controllare militarmente per la sua posizione strategica e per impedire che altri concorrenti, la Russia al primo posto, mettano le mani sulle ricchezze energetiche presenti.
Secondo vari studi nell'Artico si troverebbe un quinto del petrolio mondiale e un terzo del gas naturale, giacimenti ancora quasi per niente sfruttati.
L'iniziativa della Nato è una conseguenza di quella annunciata alla fine dello scorso anno dal presidente russo Dimitri Medvedev quando aveva illustrato la "strategia per l'Artico" di Mosca che ha l'obiettivo dichiarato di arrivare a poter "usare la zona artica come base strategica per le risorse naturali", in particolare gli idrocarburi al cui sfruttamento sono interessati anche gli altri paesi confinanti dagli Usa al Canada, a Norvegia e Danimarca.
La Russia ha in programma lo schieramento di speciali unità dell'esercito e dei servizi segreti allo scopo di garantire la ''sicurezza militare" nelle zone dell'Artico che ritiene cadano sotto il proprio controllo. La Nato si organizza e intanto manda avanti il Canada che ha acquistato aerei telecomandati e aumentato le spese militari per rafforzare il controllo sulla regione.
Nonostante la crisi economica e un deficit di 50 miliardi di dollari il governo canadese ha annunciato alla fine del maggio scorso l'acquisto entro i prossimi dieci anni di una formazione di aerei telecomandati e l'incremento da 19 miliardi a 30 miliardi nei prossimi anni delle spese della difesa. Il governo di Ottawa ha più volte sostenuto che la sua attenzione alla regione artica "è legata al prevedibile cambiamento delle condizioni climatiche che renderà la regione più facilmente accessibile, ciò consentirà al Canada di avanzare la sua sovranità e giurisdizione sulle acque territoriali e sul territorio artico".
Alla corsa per il controllo dell'Artico non si sottraggono nemmeno gli Usa tanto che uno degli ultimi atti firmati da Bush lo scorso gennaio è stata una direttiva sulla "Politica nella regione Artica" nella quale si affermava che "gli Usa hanno ampi e fondamentali interessi di sicurezza nazionale nella regione artica e sono pronti a far valere i loro diritti sia in accordo con altri paesi che, nel caso, in modo unilaterale".

2 settembre 2009