I Talebani: “Un trionfo di portata storica”
La Nato costretta alla fuga dall'Afghanistan
Forze imperialiste restano sotto forma di “istruttori”

 
Il 28 dicembre si è conclusa la missione imperialista della Nato in Afghanistan, la missione Isaf (International Security and Assistance Force) che per 13 anni ha retto il regime fantoccio di Kabul e coordinato l'occupazione militare del paese. La cerimonia di basso profilo si è tenuta all’interno di una palestra in una base militare a Kabul alla presenza delle autorità militari afghane e di quelle delle Nato. Nel paese resteranno ancora almeno 13 mila soldati Nato, impegnati nella nuova missione denominata Resolute Support, con un ruolo formale di formazione e sostegno alle forze armate afgane, forti di 350 mila uomini. Ma che non sono capaci di tenere botta in tutte le regioni del paese dove ampie sono le zone controllate dalle resistenza diretta dai Talebani.
Alla cerimonia dell'ammaina bandiera, il generale americano John Campbell, che dall'Isaf passava a capo della nuova missione, usava parole solenni: “abbiamo condotto il popolo afghano fuori dal buio della disperazione, dando loro la speranza per il futuro. Grazie a sforzi considerevoli, abbiamo compiuto la nostra missione, abbiamo reso l’Afghanistan più forte”.
A dire il vero l'Afghanistan dopo i tredici anni del governo fantoccio Karzai contrassegnati da corruzione e nepotismo è ancora in difficoltà; dopo il ballottaggio presidenziale dello scorso 14 giugno il potere è stato diviso tra i due contendenti, Ashraf Ghani, presidente, e Abdullah Abdullah, primo ministro, ma la decisione di dare vita a un governo di unità nazionale è arrivata solo il 29 settembre e ancora non sono state definite le cariche.
“I tredici anni di missione americana e della Nato in Afghanistan sono stati un fallimento assoluto. La cerimonia di oggi dimostra meglio di ogni altra cosa il loro fallimento” ha affermato il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Nella dichiarazione ufficiale apparsa sul sito dell’Emirato islamico d’Afghanistan la resistenza talebana definiva la fine della missione Isaf “un trionfo di portata storica, un successo straordinario ottenuto da combattenti a mani nude contro gli arroganti e bene armati che hanno sparso il sangue degli innocenti afghani con la scusa e i falsi emblemi dello sviluppo, della prosperità e della libertà”. La soluzione al conflitto, affermavano i talebani verrà dal “completo e incondizionato ritiro di tutte le forze straniere” dal paese. “L’Emirato islamico afferma in piena responsabilità che se l’Afghanistan fosse liberato dalla brutale occupazione straniera diventerebbe un centro di pace e stabilità”, concludeva il comunicato dei talebani.
 

8 gennaio 2015