Proteste di piazza in tutto il Paese
Il governo di destra spagnolo vara una legge che cancella i diritti di manifestazione e di assemblea

 
La Ley Orgánica de Seguridad Ciudadana proposta dal governo di destra spagnolo ha superato a metà dicembre lo scoglio del voto alla Camera e con l'ultimo passaggio al Senato entrerà in vigore cancellando diritti fondamentali come quelli di manifestazione e di assemblea. Nonostante le larghe proteste dell'opposizione e soprattutto delle piazze nel corso dell'iter parlamentare, il destro Rajoy ha tirato dritto e forte della larga maggioranza parlamentare si appresta a mettere il sigillo definitivo alla legge liberticida che nelle sue intenzioni lo aiuterà a mettere la museruola alla piazza per continuare a applicare la politica di lacrime e sangue voluta dall'Unione europea.
La nuova legge ricalca la Legge d’ordine pubblico del 1959 emanata dalla dittatura franchista, da cui riprende alcuni aspetti essenziali ma soprattutto il carattere repressivo che ne sta alla base. Ne copia aspetti quali il potere concesso al governo, e in particolare al ministero degli Interni, di punire i manifestanti direttamente per via amministrativa, senza una sentenza del tribunale, con sanzioni che vanno dai 100 ai 600.000 euro. Nel caso in cui il sanzionato non sia in grado di pagare la multa, si procederà automaticamente al sequestro e alla vendita dei beni che possiede; il ricorso è possibile ma solo dopo aver pagato la sanzione.
Quello che farà testo sarà la posizione della polizia che acquisisce così ampi poteri intimidatori per colpire i manifestanti, immediatamente sul piano economico e in seguito anche su quello penale. Nel caso del rifiuto di abbandonare una manifestazione o di sciogliere una riunione in luoghi di transito pubblico è definita un’infrazione da punire anzitutto per via amministrativa.
Saranno considerate un gravissimo attentato alla sicurezza cittadina le riunioni e le manifestazioni di fronte alle sedi del Congresso dei deputati e del Senato o degli organi governativi regionali, se non debitamente autorizzate. Saranno punibili gli organizzatori, i promotori della protesta sulle reti sociali e i partecipanti, come le riunioni o manifestazioni non comunicate, o non autorizzate, non solo in edifici pubblici ma anche nei pressi di installazioni pubbliche; tutti casi considerati una trasgressione molto grave perché metterebbero a rischio la sicurezza pubblica. Diventano gravi infrazioni alla sicurezza cittadina l'interrompere o disturbare qualsiasi atto pubblico, spettacolo sportivo o culturale, un evento religioso. Soltanto grave sarà considerato fotografare o filmare un agente di polizia durante una manifestazione o una protesta con il proprio telefono cellulare, punibile con una multa fino a 30.000 euro.
Con un emendamento presentato all’ultimo momento dal governo la legge si occupa anche delle pratiche di espulsione che è immediata per i migranti che attraversano il confine dei possedimenti coloniali di Ceuta e Melilla arrivando dal Marocco.

8 gennaio 2015